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IL PARADOSSO DEL BANDO SIAE SECONDO C.RE.S.CO. E ASSITEJ ITALIA. AUMENTA L'INVESTIMENTO "PER CHI CREA" E DIMINUISCE IL FINANZIAMENTO AGLI OPERATORI CULTURALI E DELLO SPETTACOLO DAL VIVO.

IL PARADOSSO DEL BANDO SIAE SECONDO C.RE.S.CO. E ASSITEJ ITALIA.
AUMENTA L'INVESTIMENTO "PER CHI CREA" E DIMINUISCE IL FINANZIAMENTO AGLI OPERATORI CULTURALI E DELLO SPETTACOLO DAL VIVO.

Il 20 febbraio scorso è stato pubblicato il Bando SIAE 2018.
Giunto alla sua terza edizione il bando è subito diventato uno dei più attesi dagli operatori italiani che si occupano di cultura, inclusi quelli dello spettacolo dal vivo.
Sei sono gli ambiti di riferimento: arti visive, cinema, danza, letteratura, musica e teatro con uno stanziamento complessivo di 12.440.000,00 euro "per chi Crea" – come recita il nome del bando, che ha sostituito le due precedenti edizioni di "Sillumina".
12.440.000,00 euro, ovvero il 10% dei compensi per "copia privata", che la Legge di stabilità 2016 ha destinato al supporto della creatività e della promozione culturale nazionale e internazionale dei giovani under 35.
12.440.000,00 euro così ripartiti tra le 4 tipologie di bando: 20% per le Nuove opere (ovvero per la realizzazione di spettacoli con una maggioranza di artisti e tecnici che abbiano meno di 35 anni), 15% per le Residenze artistiche, 15% per Live nazionali o internazionali, 50% per Formazione.
L'interesse degli operatori per il Bando è assolutamente legittimo, considerato che esso ha rappresentato negli anni passati una risposta importante all'ingessamento del sistema più volte sottolineato dal comparto, permettendo la realizzazione di progetti innovativi e originali. Abbiamo così provato ad analizzare il bando le cui linee guida sono state redatte dalla DG Biblioteche del MIBAC.
La buona notizia è che l'investimento supera del 25% quello dello scorso anno e arriva quasi a raddoppiare quello della prima edizione.
La notizia che ci incuriosisce è che – mentre gli altri anni le ripartizioni percentuali tra bandi apparivano più equilibrate – quest'anno il 50% del finanziamento è destinato alla formazione.
A lasciarci invece perplessi è la scoperta che a fare domanda per il bando formazione possono essere esclusivamente gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, che devono partecipare obbligatoriamente in forma singola, avvalendosi all'interno del progetto di esperti esterni, che non possono però essere partner del progetto, ovvero sostenerne i costi co-gestendo direttamente il finanziamento.
Proviamo a riordinare le informazioni e troviamo che il 50% di un fondo destinato alla creatività giovanile – che concrete ed eccellenti opportunità di formazione professionale aveva dato, nel biennio precedente, ai giovani artisti – è stato destinato direttamente alle Scuole, non dal MIUR, bensì dal MIBAC, nello specifico dalla Direzione Biblioteche, che è solo parzialmente interessata alla tipologia dei bandi messi in campo, e che, quindi, ha competenze specifiche solo su una parte di esse.
Questo accade tra l'altro in un momento in cui, grazie alla "mancata Legge" sullo Spettacolo dal vivo (L.175/2017), i riflettori sul rapporto spettacolo dal vivo - formazione si sono riaccesi su più fronti, scandagliando a fondo una relazione che appare imprescindibile per la crescita - prima che di giovani artisti - di cittadini consapevoli.
Accade così che, in un momento storico in cui le singole compagnie, le reti nazionali e internazionali, le principali sigle del settore si stanno confrontando con l'intento di individuare criteri e parametri atti a definire la qualità professionale dei formatori", al fine di arginare il pressappochismo dilagante nel nostro Paese, un Ministero – non deputato ai rapporti con le scuole – elargisca fondi direttamente a istituti scolastici che non hanno, costitutivamente, la struttura necessaria per accoglierli. Il bando prevede infatti, oltre ad una tempistica di presentazione relativamente breve – la scadenza è il 5 aprile – anche l'anticipazione del 50% del finanziamento, che verrà saldato solo a fronte di rendicontazione completa.
Le scuole fungeranno da semplici firmatarie, affidandosi alla progettazione degli operatori esterni che, non potendo essere titolari di progetto saranno vincolati a tempi di anticipazione e soprattutto a tempistiche di rendicontazione a cui gli istituti scolastici non sono assolutamente abituati.
Mentre ci chiediamo il motivo di queste scelte ci torna alla mente "la questione 3% del FUS" che, in base alla Legge 175/2017, il MIBAC destinava al MIUR senza specifiche direttive di indirizzo. Quando le abbiamo richieste ci è stato risposto che sarebbero arrivate dopo, con i decreti attuativi. Peccato che per quei decreti, che avrebbero cercato di rendere trasparenti anche le azioni legate alla formazione, non ci sia stato il tempo.

Ultima modifica il Venerdì, 08 Marzo 2019 09:39
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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