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INTERVISTA a ANGELO RECCHIA - di Michele Olivieri

Angelo Recchia. Foto Riccardo Ferranti Angelo Recchia. Foto Riccardo Ferranti

Angelo Recchia nasce a Roma nel 1993. Molte le performance nel campo della televisione/cinema: nel 2013 è stato nel corpo di ballo del Serale di "Amici di Maria De Filippi", del "Tezenis Music Live" a Roma e per "Altrimenti ci arrabbiamo"; nel 2014 è stato ballerino per "Agon Channel" a Milano; nel 2015 ha ballato per "Senza Parole" a Roma; nel 2016 ha ballato per "Dicaire Show", "Tous au Lido pour le Sidaction" e "La Fête de la Chanson Française" a Parigi, "Caftan 2016" a Marrakech, nello show "The Voice of Italy", è stato ballerino per WILL.I.AM, David Guetta e Zara Larsson alla cerimonia di apertura di "Uefa Euro2016, a "La Fête de la Musique" di Tolosa, "Miss Italia 2016" a Jesolo, "Dancing with the Stars" a Parigi, "X Factor Italia" con direttore artistico Luca Tommassini; nel 2017 ha performato a "Les 30 ans de M6" di Parigi, è stato ballerino e coreografo per "Dancing with the Stars – The Big Show" di Parigi, "Les Victoires de la Musique" e "Tous au Moulin Rouge pour le Sidaction" a Parigi, è stato nel corpo di ballo della Finale di "Amici di Maria De Filippi" con coreografo Giuliano e Veronica Peparini, nel corpo di ballo di Alessandra Amoroso durante i "Wind Music Awards" di Verona, ha ballato per gli show "Stasera Casa Mika" e "Panariello sotto l'albero" ed è stato ballerino, attore e coreografo per il film italiano "Euphoria" con regista Valeria Golino; nel 2018 è presente in "Dance Dance Dance". Ha ballato per i seguenti spettacoli live: nel 2013/2015 "Romeo & Giulietta – Ama e cambia il mondo" con direzione artistica e coreografie di Giuliano Peparini e Veronica Peparini; nel 2015/2016 per "La Legende du Roi Arthur"; nel 2016 per "Le Cirque", concerto di Andrea Bocelli diretto da Luca Tommassini; nel 2017 è stato nel corpo di ballo di "Alessandra Amoroso - Vivere a colori tour - Arena" a Verona coreografato da Veronica Peparini, per il "Teatro del Silenzio" e per "Le Grand Bal Masque du Château de Versailles" di Parigi. È stato nel corpo di ballo dei seguenti video musicali: nel 2012 nel video di Nina Zilli "L'amore è femmina", nel 2014 nel videoclip "TIR NAM BEO" da "La Legende Du Roi Arthur" coreografato da Giuliano Peparini e per "La mia stanza" di Giorgia; nel 2016 ha ballato nel video "Io di te non ho paura" di Emma, nel musical "Saturday Night Fever" e "Un abbraccio al sole" di Giulia Luzi dove è stato anche coreografo in "Ricorderai l'amore" di Marco Mengoni e Grace Capristo, sempre nel 2016 ha ballato in "Tant de Choses" di Zaho. Nella sua carriera ha danzato anche per vari fashion show, per la precisione nel 2013 al "Yamamay Fashion Show" di Milano; nel 2016 è stato Voguer freestyler al "Valentino Pary" e ballerino per Rita Ora e Tinie Tempah al "Tezenis Fashion Show"; nel 2017 ha ballato all'evento e nello spot "NMD by Adidas Originals" ed è stato performer al "Gucci Gala" di Milano. Da gennaio 2018 entra a far parte dei ballerini professionisti del programma "Amici di Maria De Filippi".

Ciao Angelo, come ti sei avvicinato alla danza e qual è stato il tuo percorso artistico?
Ciao Michele, mia sorella ha sempre avuto la passione per la danza ed ogni giorno la spiavo silenzioso per copiare le mosse che faceva sin da quando ero un bambino. Ho cominciato gli studi presso la FITD in Roma, all'età di otto anni, con una tecnica modern e classica. Più in là mi sono avvicinato ad altre discipline come l'hip hop ed il contemporaneo. Sono sempre stato curioso e sin da piccolo ho viaggiato per imparare il più possibile da chiunque potesse insegnarmi qualcosa di nuovo, anche oltreoceano.

Quando hai capito che la danza e il mondo dello spettacolo potevano diventare la tua professione?
C'è un momento, più precisamente alla fine del liceo quando tutti sono presi dal dilemma esistenziale se è meglio diventare avvocato oppure architetto, io non avevo dubbi! Ho sempre guardato affascinato qualsiasi cosa riguardasse l'arte e la danza pensando che un giorno sarei diventato quello che ammiravo ad occhi lucidi.

Come descriveresti la tua esperienza nel campo televisivo?
La televisione è universo parallelo tra la realtà e l'immaginazione. Non è facile pensare di essere fisicamente in uno studio e nello stesso tempo nelle case di milioni di persone. La vedo come una responsabilità, in quel momento stiamo regalando sogni a chi ci sta guardando.

Come è la tua giornata tipo? Come ti tieni allenato?
Mi sveglio la mattina presto faccio una colazione abbondante poi almeno un'ora di palestra ogni giorno, e quando non sono impegnato con il lavoro cerco di studiare danza il più possibile.

Lo spettacolo di danza che ricordi come il più emozionante al quale hai assistito?
Ero a Parigi, era uno spettacolo della compagnia olandese "Netherlands Dance Theater". L'ho ammirato da spettatore ma mi sono sentito parte integrante della compagnia dall'inizio alla fine. Genialità nelle coreografie, scenografia minimale ma perfetta, ballerini meravigliosi. Era una creazione di diversi coreografi tra i quali il genio canadese Crystal Pite, al momento la coreografa che più ammiro sul panorama della danza mondiale.

C'è un artista con il quale hai lavorato che ti ha colpito maggiormente, che ha fatto la differenza?
Ho avuto modo di lavorare con molti artisti, sia italiani che internazionali. Ognuno di loro ha lasciato sul mio percorso quel qualcosa che mi ha arricchito, sia umanamente che artisticamente. Lo scorso anno ho avuto l'onore di lavorare con Valeria Golino per una scena del suo ultimo film da regista "Euforia". Era una scena di nudo integrale che prevedeva un'improvvisazione su diverse musiche. È stata un'esperienza molto forte in un ambiente nuovo per me come quello cinematografico dove la presenza gigante di Valeria mi ha trasmesso tutta la sua infinita esperienza facendo di me un ruolo da trattare come fosse un'opera d'arte in un contesto infinitamente prezioso.

Qual è la conformazione fisica ideale per chi si accosta alla danza in modo professionale?
Il mondo della danza è talmente ampio che ogni contesto ricerca il suo prototipo di ballerino anche riguardo la conformazione fisica. Basti pensare alla selezione che c'è al Teatro alla Scala dove è richiesta una conformazione fisica longilinea o al Crazy Horse dove la "donna" è misurata al centimetro per essere la perfetta equivalenza della donna con tutte le curve al posto giusto. Stessa cosa vale per il ballerino uomo in un contesto "commerciale" dove per la maggiore è richiesta la cosiddetta "bella presenza"... diversamente dalla compagnia dove il talento va al di là di ogni conformazione fisica.

E le maggiori difficoltà (non solo fisiche e tecniche ma anche psicologiche)?
Il "mestiere" del danzatore ha un'infinità di difficoltà. Sei sotto una continua osservazione, un continuo giudizio, c'è una selezione per tutto dove devi dimostrare quotidianamente di meritare un posto. Penso che la psiche fa il 50% di una persona in generale, nel nostro caso tenere i nervi non è sempre semplice in quanto siamo sotto sforzo continuo. È un lavoro difficile in quanto un giorno sei all'apice e un giorno non sai dove sei. È raro se non impossibile trovare un posto fisso anche se sta nella morale del ballerino che di natura è un po' gipsy a non ricercalo nemmeno (almeno nel mio caso). Essendo uno "short business", abbiamo il compito preciso di viverci a pieno questi anni luccicanti sognando sempre più in grande per andare avanti e arricchirsi il più possibile. Il ballerino è un malinconico che vive per lo più di storie meravigliose e di bei ricordi. Mi piace immaginarmi a cinquant'anni con un infinità di cose da raccontare ed il cuore privo di rimpianti.

Ti sei mai accostato alla danza classica?
La studiavo regolarmente a scuola di danza perché è vero quando si dice che è la base di tutto. Con il tempo l'ho un po' abbandonata ma saltuariamente faccio qualche lezione per "rimettermi in piedi".

In futuro c'è un sogno o un progetto al quale tieni particolarmente?
Sogno di trasferirmi in America per poter avere l'occasione di collaborare con tutti i grandi artisti che seguo da quando sono bambino. Ho sempre sognato in grande! Ci sto lavorando e sono positivo perché cerco di vedere la meta all'orizzonte e mai "troppo lontana da poterla raggiungere".

Puoi descriverci le tue esperienze all'estero e quali differenze hai trovato con l'ambiente italiano?
La mia prima esperienza all'estero è stata per lo spettacolo "LA LÉGENDE DU ROI ARTHUR" con la direzione artistica e le coreografie del grande Giuliano Peparini. Avevo vent'anni e per me è stata una delle più grandi opportunità che mi fossero mai state date; uno spettacolo bellissimo ed una produzione seria che ha trattato tutti noi ballerini al meglio, dal primo all'ultimo giorno. Da lì, finito il contratto sono rimasto per due anni ed ho avuto l'onore di lavorare in altri contesti altrettanto grandi. Noi italiani siamo un popolo meraviglioso che vive d'arte da millenni. Una delle cose che distingue "in negativo" il mio paese dagli altri, è l'idea che la gente comune ha del mestiere del ballerino. Mi è successo più volte in Italia di dover spiegare il mio lavoro a chi ha sempre pensato fosse un hobby o un passatempo. In Italia l'insegnante di danza è un lavoratore mentre il ballerino non è riconosciuto come tale. Forse è questa l'amara realtà che distingue il mio paese da molti dell'estero dove tutelare l'arte e gli artisti non è un trattamento speciale ma una regola.

Cosa significa per te la "moda"?
La moda influenza da sempre il nostro modo di vivere e di vedere le cose. È incredibile pensare a come riaffiorano momenti della nostra vita semplicemente ripensando a come eravamo vestiti. Per me la moda è evoluzione e progresso!

Mentre l'essere entrato nel cast dei ballerini professionisti di "Amici di Maria De Filippi" come ti ha arricchito artisticamente?
È un contesto meraviglioso, una macchina enorme con tantissima gente che lavora sodo 24 ore su 24 per realizzare ogni anno i sogni di giovani talenti. Contribuire a tutto questo con la mia presenza è stato un onore. Avere la possibilità di ballare le coreografie di grandi maestri con gli allievi è stata una grande responsabilità, ma anche una sfida personale. Dopo questa esperienza ho davvero capito il motivo per il quale questo programma oggi, a distanza di diciassette anni dalla prima edizione, è un format che riempie i cuori di tante persone. Anche se molti dei partecipanti non riescono ad arrivare al tanto ambito successo, penso che questo programma regali un vero e proprio sogno ad occhi aperti a tutti coloro che fino a poco prima lo avevano fatto ad occhi chiusi. Non sarò mai abbastanza riconoscente nei confronti di chi ha creduto in me, e fatto in modo che io potessi essere uno dei ballerini professionisti di questo grande sogno.

Quali sono le differenze più evidenti tra l'essere ballerino e coreografo, per tua esperienza diretta?
Sono un ballerino curioso ed ho sempre fantasticato sul mondo della coreografia. Sin da piccolo ascoltavo musica e non potevo fare a meno di immaginarmi messe in scena o coreografie impossibili nella mia testa. Oggi mi sento un ballerino. Penso ci sia un tempo per tutto, al momento quello che provo ballando è più forte rispetto a quello che mi succede quando vedo una mia coreografia sul corpo di qualcun altro. Mi è capitato più volte di coreografare diversi contesti ed è stato comunque molto stimolante. Penso che la differenza sostanziale tra un ballerino ed un coreografo sia il risultato di ciò che ognuno riesce a fare nel momento in cui gli si affida un lavoro. È preciso compito del ballerino rendere concreto ciò che fino a poco prima era solo nell'immaginazione del coreografo.

Tre aggettivi per descrivere la danza?
Indomita – forte – sincera!

Michele Olivieri

Ultima modifica il Lunedì, 18 Giugno 2018 15:24

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