martedì, 19 marzo, 2024
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INTERVISTA a MARCELLO ALGERI - di Michele Olivieri

Marcello Algeri Marcello Algeri

Il Direttore e Coreografo Marcello Algeri (già Ballerino Principale e Coreografo in Belgio, Germania, Francia, Usa e dal 1999 anche Direttore Artistico e Coreografo della Compagnia Ariston Proballet, Teatro Ariston di Sanremo, con al suo attivo 42 coreografie di stile neoclassico e di stile moderno/contemporaneo) è stato nominato, dal mese di settembre 2018, Direttore del ballo e Coreografo della Compagnia di Danza del Teatro di Stato dell'Opera e Balletto di Lviv, in Ucraina dalla Sovrintendenza del Teatro, nella persona del suo Direttore Vasyl Vovcun. Marcello Algeri ha iniziato il suo nuovo impegno con la realizzazione di un lavoro coreografico, che rientra nel "Progetto Innovazione" del Teatro, con la musica di due capolavori mondiali del Novecento di Igor' Fëdorovič Stravinskij: "La Sagra della Primavera" e "Pulcinella" che hanno debuttato il 19 ottobre 2018.

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Carissimo Marcello, innanzitutto congratulazioni per la recente e prestigiosa nomina. Quali sono state le tue prime impressioni giunto a Lviv?
Sono molto felice ed onorato di aver ricevuto questo incarico perché nel Teatro di Stato dell'Opera e Balletto di Lviv in Ucraina, ho trovato un ambiente dove le parole d'ordine sono "serietà, professionalità e lavoro" in una città così ricca di arte e di cultura.

Hai dato avvio all'incarico con la realizzazione di un lavoro coreografico sulla musica di due celebri capolavori di Igor' Fëdorovič Stravinskij. Come è stato accolto lo spettacolo?
L'evento si è rivelato un buon successo di critica e di pubblico, ci sono stati quaranta minuti di applausi, sono riuscito a coordinare i danzatori della compagnia a questi difficili lavori di Stravinskij e abbiamo trovato all'unisono una notevole interpretazione, sostenuta da forza e sincerità.

Quali sono i progetti futuri e le tue linee guida a Lviv?
La Direzione e le Creazioni Coreografiche che svilupperò all'Opera e Balletto di Lviv fanno parte di un "Progetto Innovazione" voluto dal Sovraintendente del Teatro, il dott. Vasyl Vovcun, un famoso regista teatrale Ucraino, sceneggiatore ed esperto di cultura. Dal 2007 al 2010 è stato Ministro della Cultura e del Turismo dell'Ucraina. Il Sig. Vovcun è anche il regista di questo inedito progetto.

Come hai trovato la Compagnia di Ballo?
I danzatori dell'organico della Compagnia di Stato del Lviv Theatre of Opera and Ballet sono circa ottanta, con alcuni di loro ho avuto un primo incontro in occasione della produzione dell'Opera lirica "Don Giovanni" nel mese di giugno 2018 dove ho personalmente creato i momenti coroegrafici. L'Opera di Mozart, con una regia e una scenografia totalmente nuove del Direttore Vovcun, e la mia coreografia ha riscosso una perfetta approvazione, e ciò mi ha mostrato la grande voglia di innovazione e l'enorme sete artistica presenti in questo luogo d'arte.

Il tuo primo grande impegno qual è stato?
Il primo grande impegno coreografico di creazione è stata la serata Stravinskij, sviluppata in stile evolutivo dal neoclassico al moderno al contemporaneo, in modo da intraprendere una strada di rinnovamento senza, però, dimenticare o trascurare che il rinnovamento è possibile solo partendo dal rispetto e dalla conservazione della loro grande tradizione.

Cosa differenzia i danzatori di questa compagnia da molte altre?
I danzatori del Teatro di Stato di Lviv possiedono una forte estrazione classico accademica, io porterò avanti e continuerò a proporre un lavoro evolutivo dal neoclassico al contemporaneo, e sono sicuro che reagiranno bene a tali nuovi stimoli, naturalmente avrò bisogno di un periodo di tempo per curare particolarmente lo stile coreografico moderno che intendo sviluppare con la sua filosofia ed interpretazione. I danzatori, hanno basi accademiche ottime e questo è essenziale per evolversi in qualsiasi altro stile di movimento, detengono un notevole spirito e grande volontà, e sono certo che con un buon lavoro, creando un team affiatato ed essendo supportati dalla illuminata regia del Signor Vasyl Vovcun riusciremo a gettare le ideali basi su cui lavorare, per portare la Compagnia ad un livello eccellente anche nella danza moderno/contemporanea.

Che tipo di lavoro hai improntato con i ragazzi della Compagnia?
Il mio lavoro con la Compagnia è quello di proporre, definire e creare tutto ciò che servirà per ottenere risultati che porteranno questo eccellente gruppo artistico verso un futuro sempre più internazionale.

Cosa rappresenta per te oggi la danza, dopo tanti anni al servizio della nobile arte?
La danza oggi per me è una espressione di verità, è una forza che dall'anima si proietta verso l'esterno ed avvolge e racchiude tutto ciò che gli si avvicina, ma per far questa operazione serve, come ho sottolineato precedentemente, "Verità". Oggi in qualità di coreografo necessito di lavorare non con danzatori ma con uomini e con donne che abbiano il coraggio di mostrare, aprire e regalare il loro cuore.

Il prossimo impegno artistico con la compagnia cosa regalerà al pubblico?
Dopo la serata Stravinskij, la prossima produzione sarà la creazione di un nuovo "Romeo e Giulietta" con la meravigliosa musica di Sergej Sergeevič Prokof'ev dove cercherò di andare oltre il discorso danza per penetrare invece nella letteratura di William Shakespeare, e creare una nuova Opera ballata che racchiuda in sé un messaggio sociale importante e possa permettere ai danzatori di esprimere il proprio animo liberamente, non apprendendo un ruolo di repertorio ma appropriandosi di tale ruolo e trasformandolo in una proiezione di sé stessi con i propri sentimenti, le proprie forze e paure, la propria carne.

Parliamo un po' della coreografia di "Pulcinella" e "La Sagra della Primavera" che ha visto la première il 19 ottobre scorso?
È una creazione di balletto totalmente nuova, dal titolo "La verità dietro la maschera" che raggruppa due capolavori mondiali della musica del Novecento del Maestro Stravinskij: "Pulcinella" e "La Sagra della Primavera" che hanno superato l'ordine delle forme e dei ritmi tradizionali per crearne uno diverso. Molti coreografi hanno ideato balletti su queste partiture originali ma li hanno sempre trattate come distinte e separate. Io, al contrario, ho desiderato farne un balletto unico, come se queste due musiche fossero i due atti di una sola opera contemporanea, utilizzando la musica di Stravinskij, toccando gli argomenti trattati nei lavori originali e costruendo una creazione completamente nuova. La mia coreografia ha un primo atto che si compone di sette scene, mentre nel secondo ne sono presenti sei. Il finale è racchiuso in un'unica scena e, cosa più importante, è composto per l'occasione. Un valore aggiunto si è avuto dall'onore di avere la prestigiosa Orchestra del Teatro di Lviv che ha completato il tutto eseguendo la parte musicale. Per la serata Stravinskij prevediamo una tournée in molte città Ucraine e anche per l'Italia, ci stiamo lavorando!

Cosa ti affascina maggiormente in questi due titoli di Stravinskij?
"Pulcinella" e soprattutto "La Sagra della Primavera" sono due pezzi che hanno segnato la storia della danza e della musica e molti coreografi si sono cimentati in varie creazioni, da Nijinsky a Béjart, per citarne soltanto due tra i più grandi. La mia coreografia porta però un titolo alquanto pirandelliano, perché leggendole in profondità le due partiture rappresentano degli autentici capisaldi della musica mondiale ed innovativa del Novecento, esprimendo fondamentali aspetti della realtà. Nella mia interpretazione Pulcinella, in quanto personaggio, è il simbolo della commedia, dello scherzo, della realtà costruita, virtuale se vogliamo, insomma di tutto ciò che si nasconde dietro ad una maschera che può cambiare e modificarsi con scaltrezza in relazione alle circostanze e alla convenienza, cercando di far sembrare vero qualcosa che in realtà è soltanto finzione.

Mentre per "La Sagra della Primavera"?
"La sagra della Primavera" rappresenta, invece, la realtà più primitiva e carnale, quella istintiva, che vive dentro di noi nel profondo del nostro animo e che condiziona tutte le nostre decisioni. Da un lato abbiamo quindi la maschera, dietro cui spesso ci nascondiamo, dall'altro la totale messa a nudo del nostro vero Io: "la verità". L'idea generale del mio balletto è la ricerca di quell'immensa forza primitiva, pura, a lungo addormentata sotto il manto dell'inverno, delle guerre, del terrorismo, che improvvisamente esplode e abbraccia il mondo abbandonando la falsa commedia tragicomica che stiamo vivendo per raggiungere un mondo reale, ricostruito, riorganizzato e pieno di forza. Questa forza è l'amore umano nel suo aspetto più fisico e vero e simboleggia l'atto stesso con cui la Divinità crea il cosmo. In particolare, nel primo atto la maschera esprime falsità ma dietro di essa Pulcinella è un personaggio pieno di amore e generosità; il secondo atto, pur terminando con un sacrificio che, in un certo senso, esprime violenza, rivela la forza e la potenza dell'uomo che, ben usate, porteranno ad una nuova Primavera. "La verità dietro la maschera ovvero Pulcinella/La Sagra della Primavera", esprime il rifiuto di qualsiasi concetto che non sia universale e trattiene solo le forze essenziali dell'uomo, che sono le stesse in tutti i continenti, a tutte le latitudini, in tutti i tempi!

Michele Olivieri

Ultima modifica il Sabato, 10 Novembre 2018 22:47

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