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Mercoledì, 11 Maggio 2011
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The End

Oggi la morte non esiste. Non se ne parla. Non la si affronta, né la si nomina. E’ un tabù. La morte viene occultata, nascosta. La consideriamo come qualcosa che non fa parte della vita. Uno spettro scuro di cui abbiamo infinitamente paura. In modo estremamente tragico. In modo estremamente comico. Oggi invecchiare come ammalarsi non è consentito. Il mito dell’eterna giovinezza dilaga. Ci stiamo trasformando in un mondo di Dorian Gray. Ci guardiamo e proviamo a fotografarci. A interrogarci sulle ragioni che ci portano a vivere la morte come un corpo estraneo. Violento. Traumatico. Un evento con cui non convivere e non riconciliarci.

note biografiche
Babilonia Teatri è diretta da Valeria Raimondi e Enrico Castellani.
Della compagnia fanno parte Ilaria Dalle Donne, Luca Scotton e Alice Castellani. Collaborano a vario titolo, Vincenzo Todesco, Gianni Volpe, Franca Piccoli, Francesco Speri, Marco Olivieri, Francesca Botti.

Il primo spettacolo, Panopticon Frankenstein, è il risultato del lavoro svolto all’interno del carcere di Montorio. Lo spettacolo nel 2006 è finalista della prima edizione del Premio Scenario Infanzia e nel 2007 è vincitore di Piattaforma Veneto di Operaestate Festival Veneto. Sempre nel 2007 la compagnia debutta con Underwork-spettacolo precario per tre attori tre vasche da bagno tre galline e vince l’undicesima edizione del Premio Scenario con made in italy. Quest'ultimo debutta a Gennaio 2008 e nello stesso anno è candidato ai Premi Ubu nella categoria miglior novità italiana / ricerca drammaturgica; nel 2010 vince la prima edizione del premio Vertigine.

Nel 2009 debuttano Pornobboy e Pop star e alla compagnia viene assegnato il Premio speciale Ubu. Nel 2010 debutta The best of che nello stesso anno vince la prima edizione del Premio off del Teatro Stabile del Veneto. A gennaio 2011, dopo alcune tappe di avvicinamento, debutta The end.
Per un teatro pop.
Per un teatro rock.
Per un teatro punk.
Per un teatro rap.

Mercoledì, 11 Maggio 2011
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Lev

Abbiamo costruito uno spettacolo sullo sguardo di Lev Zasetsky, paziente di Alexander Lurja, celebre neuropsichiatra russo. Abbiamo scoperto tra le pagine del suo diario una vertigine che parlava di noi e di come ci sentiamo ora. Abbiamo lavorato un anno per cercare di avvicinarci il più possibile a un mistero che ci affascina. Un mistero che affiora, a tratti, che dura poco e presto scompare. Inafferrabile, si concede per attimi e chiede una costante attenzione perché non vada sprecato. Lavoravamo e ci chiedevamo, in continuazione: cosa ha a che fare con noi la storia di un soldato russo che a seguito di una ferita alla testa, perde la capacità di ricordare? Perché vogliamo raccontarla, cosa di essa vogliamo trattenere e cosa dimenticare? Perché continuiamo a leggere e rileggere le pagine di un diario che parlano di una vita intera passata a combattere nel tentativo di ricostruire un’ identità? Una vita intera spesa a combattere contro una malattia che, Lev non poteva saperlo, non sarebbe mai potuta migliorare. Trent’anni a cercare di ricostruire, pezzo dopo pezzo, un’identità, un passato, cosí da riuscire a possedere un presente. Noi vogliamo parlare di questa lotta, che ostinatamente non può fare a meno di essere ottimista. E scoprire in essa il tratto costitutivo del nostro essere umani.

note biografiche
Muta Imago nasce a Roma nel 2004. È un progetto di ricerca artistica guidato da Claudia Sorace (regista) e Riccardo Fazi (drammaturgo-sound designer) con la collaborazione di Massimo Troncanetti e Glen Blackhall. Il gruppo ha prodotto in questi anni spettacoli teatrali, performance, installazioni in cui l’indagine tra l’essere umano, lo spazio e il tempo, riveste un ruolo principale.

(a + b)3 (2007), Lev (2008), Madeleine (2009), gli ultimi spettacoli prodotti, sono stati ospitati all’interno dei più importanti festival nazionali, tra cui RomaEuropa Festival, Napoli Teatro Festival Italia (produttore dello spettacolo Napoli. Primo passo nelle città di sotto), Vie Scena Contemporanea Festival, Santarcangelo International Festival of the Arts, Inteatro Festival, Bassano Opera Festival, Primavera dei Teatri, Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo e all’interno di festival internazionali come Premiéres Festival (Strasburgo), Festival Cyl (Salamanca), Fadjr Festival (Teheran), Bipod Festival (Beirut), Clipa Aduma Festival (Tel Aviv), Unidram Festival (Potsdam), Temps d’Images (Cluj-Napoca, Budapest), Teatro/Theater: Italienischer Theaterherbst (Berlino), Festival International des Brigittines (Bruxelles).

Negli anni il gruppo è stato sostenuto nella produzione dal RomaEuropa Festival, dal Napoli Teatro Festival, dal Festival delle Colline Torinesi, da Fabbrica Europa, da Bassano OperaEstate Festival, Artlink Association Romania, Centro Valeria Moriconi, Inteatro Festival. Nel 2009 la compagnia ha vinto il Premio Speciale Ubu, il Premio della critica da parte dell’Assocazione Nazionale dei Critici di Teatro e il premio DE.MO./Movin’UP. Nello stesso anno Claudia Sorace ha vinto il Premio Cavalierato Giovanile della Provincia di Roma e il Premio Internazionale Valeria Moriconi come “Futuro della scena”.

La compagnia riceve dal 2009 il contributo dal MiBAC come Progetto Speciale. Nel 2011 Claudia Sorace ha vinto il premio per la miglior regia per gli spettacoli (a+b)3 e Lev presentati all’interno del XXIX Fadjr Festival di Tehran.

Mercoledì, 11 Maggio 2011
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Displace #1 - La Rabbia Rossa

La rabbia rossa è forse la storia di una sopravvissuta, la tragedia di un individuo che diventa quella di un’intera nazione. Come ne Le Troiane di Euripide, testo al quale ci siamo ispirati per la realizzazione della performance, lo sguardo su un’intera civiltà passa attraverso gli occhi delle donne che ad essa sono sopravvissute. Donne che hanno perso tutto e combattono per restare in piedi. Donne che possono all’improvviso trasformarsi in belve, e diventare loro stesse distruttori. Perchè dentro brucia una stella fredda, e la memoria non è solo un luogo confortevole. E non siamo solo un fascio di ricordi del passato e di sogni futuri. Siamo un fascio di carne che ha bisogno di muoversi e di urlare. E il ritmo è quello della macchina, e il ritmo è quello del lavoro, colpo, pausa, colpo, pausa. respiro. E il colore è quello della rabbia, del sole e del sangue, e il sudore è ricoperto di polvere. La disposizione mentale è tutto. Bisogna essere soli per creare mondi. Bisogna essere soli per distruggerli. Mi viene quasi da pensare che fosse meglio l’antica, insensata, purezza animale.
Sylvia Plath, Diari

note biografiche
Muta Imago nasce a Roma nel 2004. È un progetto di ricerca artistica guidato da Claudia Sorace (regista) e Riccardo Fazi (drammaturgo-sound designer) con la collaborazione di Massimo Troncanetti e Glen Blackhall. Il gruppo ha prodotto in questi anni spettacoli teatrali, performance, installazioni in cui l’indagine tra l’essere umano, lo spazio e il tempo, riveste un ruolo principale.

(a + b)3 (2007), Lev (2008), Madeleine (2009), gli ultimi spettacoli prodotti, sono stati ospitati all’interno dei più importanti festival nazionali, tra cui RomaEuropa Festival, Napoli Teatro Festival Italia (produttore dello spettacolo Napoli. Primo passo nelle città di sotto), Vie Scena Contemporanea Festival, Santarcangelo International Festival of the Arts, Inteatro Festival, Bassano Opera Festival, Primavera dei Teatri, Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo e all’interno di festival internazionali come Premiéres Festival (Strasburgo), Festival Cyl (Salamanca), Fadjr Festival (Teheran), Bipod Festival (Beirut), Clipa Aduma Festival (Tel Aviv), Unidram Festival (Potsdam), Temps d’Images (Cluj-Napoca, Budapest), Teatro/Theater: Italienischer Theaterherbst (Berlino), Festival International des Brigittines (Bruxelles).

Negli anni il gruppo è stato sostenuto nella produzione dal RomaEuropa Festival, dal Napoli Teatro Festival, dal Festival delle Colline Torinesi, da Fabbrica Europa, da Bassano OperaEstate Festival, Artlink Association Romania, Centro Valeria Moriconi, Inteatro Festival. Nel 2009 la compagnia ha vinto il Premio Speciale Ubu, il Premio della critica da parte dell’Assocazione Nazionale dei Critici di Teatro e il premio DE.MO./Movin’UP. Nello stesso anno Claudia Sorace ha vinto il Premio Cavalierato Giovanile della Provincia di Roma e il Premio Internazionale Valeria Moriconi come “Futuro della scena”.

La compagnia riceve dal 2009 il contributo dal MiBAC come Progetto Speciale. Nel 2011 Claudia Sorace ha vinto il premio per la miglior regia per gli spettacoli (a+b)3 e Lev presentati all’interno del XXIX Fadjr Festival di Tehran.

Mercoledì, 11 Maggio 2011
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Speak Spanish

Con il contributo di MiBAC speak spanish colleziona un gruppo di danze locali, osservate dal tavolino di un ristorante per turisti in un luogo qualsiasi del pianeta. Ogni coreografia introduce sistemi dinamici ‘propri’, ma è anche una maniera grossolana di infierire sulle presenze corporee che li incarnano. Una sorta di sonoro stordimento, familiare a chi si lancia nel parlare una lingua straniera per un tempo considerevole. Dinamiche binarie, folklore hawaiano e attitudini da concerto rock: si tratta di un viaggio anonimo, dal quale è bandita ogni avventura, se si eccettua il brivido della prenotazione.

note biografiche
MK è una formazione indipendente che si occupa di performance, coreografia e ricerca sonora. Il progetto del gruppo si è sviluppato a partire dal 1999 attraversando i più importanti festival della nuova scena con un lavoro di indagine corporea autodidatta, proiettato in ambito internazionale. Tra le produzioni più recenti: Tourism commissionato da La Biennale di Venezia, Wasted per F.I.S.Co. 08 (poi Happened), Comfort, ospitato dall'Indonesian Dance Festival e dallo Sparks Festival di Minneapolis e speak spanish in tour nel 2010-11.

Nel 2010 il gruppo è impegnato con due produzioni (Kamikaze e Giuda) nella stagione sui Fondamentalismi voluta da Antonio Latella al NuovoTeatro Nuovo di Napoli. Nello stesso anno Michele Di Stefano ha partecipato come coreografo al progetto Dance n.3 di Cristina Rizzo, con Eszter Salomon e Matteo Levaggi.

In novembre cominciano le Instruction series, coreografie e ambienti performativi creati a distanza via mail, in coproduzione con Xing/Raum. Nel 2011 debuttano i progetti: Il giro del mondo in 80 giorni (prod. ZTLpro e Torinodanza), Reform Club con gli Allievi della Scuola Paolo Grassi Milano (BiennaleDanza Venezia) e la serie Grand Tour.

MK è una delle cinque formazioni alle quali è dedicato il libro Corpo sottile. Uno sguardo sulla nuova coreografia europea (UbuLibri, Milano 03). Dal 2010 il gruppo riceve il contributo del MiBAC.

Lorenzo Bianchi, è compositore di musica elettroacustica; vive e lavora a Parigi dove collabora con l'IRCAM. Ha sviluppato progetti per Luca Ronconi, Richard Siegal, Luca Francesconi e dal 2005 crea le musiche per MK

Mercoledì, 11 Maggio 2011
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La Stanza

Non esiste distinzione netta tra ciò che è reale e ciò che è irreale, né tra ciò che è vero e ciò che è falso. Una cosa non è necessariamente vera o falsa, può essere sia vera che falsa allo stesso tempo. Harold Pinter
All’interno della finestra di un palazzo di periferia minacciato da un’ombra misteriosa si svolgono vicende umane di solitudine, insicurezza, violenza dai risvolti comici ed inquietanti. In bilico tra realtà e finzione 2 attori danno vita a 6 personaggi dando modo ai protagonisti di manifestare la propria ambiguità attraverso maschere iperrealistiche in grado di deformarsi e sorprendere, in un vortice di apparizioni che amplifica l’enigma e l’attualità del testo.

note biografiche
Teatrino Giullare, fondato e diretto da Giulia Dall’Ongaro ed Enrico Deotti, ha come costante della propria ricerca teatrale l'idea di attore artificiale, di esplorazione dell’espressività tramite il limite fisico ed una originalità che l’ha portato, dal 1995 ad oggi, a realizzare allestimenti teatrali, mostre e laboratori in tutta Italia e in molti paesi del mondo (Europa, Canada, Argentina, Uruguay, Guatemala, Etiopia, Kenia, Russia, Turchia, Pakistan, India, Iran, Israele, Egitto, Marocco, Colombia, Venezuela...).

Dal 2005 la compagnia è impegnata nel progetto di sperimentazione L’ARTIFICIO IN SCENA che fino ad oggi ha prodotto gli allestimenti di FINALE DI PARTITA di Samuel Beckett, ALLA META di Thomas Bernhard, LOTTA DI NEGRO E CANI di Bernard-Marie Koltès, LA STANZA di Harold Pinter. L’indirizzo è l’indagine contemporanea di alcuni testi chiave del Novecento tramite una visione inedita che sperimenti l’uso di artifici e filtri per indagare il lavoro dell'attore, ricercare ed esaltare la natura più intima dei testi. Il progetto ha vinto il Premio Speciale UBU 2006 per la profondità d’interpretazione dei classici contemporanei ed ha riscosso un grande interesse di pubblico e critica.

Nel 2009 ha prodotto Coco, primo allestimento italiano del testo incompiuto ed inedito di Bernard-Marie Koltès dedicato a Coco Chanel. La Compagnia debutta nel 1995 al Corso di Drammaturgia di Giuliano Scabia al Dams, Università di Bologna, con Alcesti di Euripide, seguono lavori su Aristofane (1996), Plauto (1997), la Commedia dell’Arte (1998), Shakespeare (2002) e scritture originali Re di bastoni Re di denari (1999), Fortebraccio contro il cielo (2003).

Ha pubblicato, presso la casa editrice Titivillus, il volume GIOCANDO FINALE DI PARTITA, visioni sull'allestimento da scacchiera del dramma di Samuel Beckett, presentazione di Giuliano Scabia (2006). Teatrino Giullare ha svolto numerosi seminari e workshops teatrali, tra gli altri al DAMS, Università di Bologna, al Museo Argentino del Titere di Buenos Aires (Argentina), alla Facoltà di Belle Arti dell’Università di Smirne (Turchia), alla Darpana Academy of Performing Arts di Ahmedabad (India), al Museo delle Arti Applicate di Belgrado (Serbia), al Museo Moubarak de Il Cairo (Egitto), al Teatro Nazionale di Tirana (Albania), al Centro di Educazione Culturale di Varsavia (Polonia) .

Tra i vari riconoscimenti ricevuti il Premio per la migliore attrice al World Art Festival di Praga (2003), il Premio Nazionale della Critica (2006), il Premio Speciale Ubu 2006, il Premio della Giuria ed il Premio Brave New World per la regia al 47^ Festival Internazionale di Teatro MESS di Sarajevo (2007), Il Premio Hystrio Altre Muse 2011.

Mercoledì, 11 Maggio 2011
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7 - 14 - 21 - 28

Civiltà numeriche a confronto. La sconfitta definitiva del significato. Malesseri in doppia cifra che si moltiplicano fino a trasalire: siamo a pochi salti di distanza dalla sottrazione che ci fa sparire. Oscillazioni e tentennamenti in ideogramma mobile. Improvvisamente cessa il legame con il passato: corde, reti e lacci tengono in piedi la situazione. Si gioca alla vita in un ideogramma. Il tratto, tradotto in tre dimensioni, sviluppa volumi triangolari diretti verso l’alto che coesistono con linee orizzontali: ma in verticale si muove solo l’uomo. Qui non si racconta la storiella della buona notte, qui si porge l’altro fianco. Che non è la guancia di chi ha la faccia come il culo sotto. Il fianco non significa se non è trafitto. Con la gola secca e il corpo in avaria si emette un altro suono. Fine delle parole. Inizio della danza macabra.

note biografiche
Flavia Mastrella e Antonio Rezza sono uniti da un esatto ventennio nella produzione di performance teatrali, film a corto e lungo respiro, trasmissioni televisive, performance e set migratori. Mastrella, fornita di una fantasia plastica, espone negli anni sculture, video-sculture e fotografie in Italia e all’estero. Una sua opera fa parte della collezione permanente della Certosa di San Lorenzo a Padula all’interno della mostra Le opere e i giorni, curata da Achille Bonito Oliva. Il PAN di Napoli ha recentemente ospitato l’installazione Boe alla deriva, mentre nel 2008 si è tenuta a Roma l’esposizione dell’habitat di Autopatia.

Rezza, performer con il fiato rotto, muove da un’esperienza linguistica anti narrativa, approdata a quattro libri pubblicati da Bompiani di cui l’ultimo, Credo in un solo oblio, ha vinto il Premio Feronia nel 2008. Insieme hanno partecipato più volte al festival del Cinema di Venezia, hanno vinto il Premio Alinovi per l’arte interdisciplinare nel 2008 e stanno tentando l’espatrio dal 2002. Nel gennaio del 2010 hanno presentato, a Madrid e a Palencia, Pitecus in lingua spagnola.

Mercoledì, 11 Maggio 2011
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Straniero di Sicilia

Le liriche di IBN HAMDIS (Noto 1056 ca. - Maiorca 1133 ca.), maggior poeta arabo di Sicilia dell’XI secolo. Ha 31 anni quando, più di due secoli dopo la conquista islamica, nel 1086 la sua città viene presa dai Normanni. Emigrato dapprima in Andalusia, continua il suo peregrinare nei paesi dell’Islam mediterraneo fino alla sua morte, lontano dalla sua patria a cui dedica versi di accorato rimpianto raccolti in un “canzoniere” di oltre 6.000 versi. E’ noto come la Sicilia ha sempre subito, nella sua sofferta storia, pesanti influenze straniere, e che ogniqualvolta questo è avvenuto si è posto il problema della lingua ufficiale da imporre al popolo di questa regione del bacino del mare Mediterraneo. Però, fosse lingua ufficiale il greco o il latino, l’arabo o l’italiano, mai è stato risolto il problema della vera lingua madre parlata dal popolo siciliano (Filippo M. Provitina). E’ d’altra parte innegabile che queste influenze si sono tramutate in presenze hanno fatto radici capaci di generare siciliani appartenenti a culture, etnie, religioni, lingue differenti. Straniero di Sicilia è un tentativo di ricostruzione dell’identità isolana, a partire dalle testimonianze in forma di narrazione in versi (in lingua greca, latina ed araba oltrechè in italiano ed in siciliano ) di alcuni poeti stranieri che hanno abitato questa terra da siciliani.

note biografiche
LA CASA DEI SANTI nasce tra la Sicilia e Milano nel 2003 dall’incontro di un collettivo artistico eterogeneo per formazione e personalità. La Casa dei santi inizia il suo percorso mettendo insieme quello che rappresentava la formazione di ognuno: il teatro, il videoclip, il cinema, la perfomance, la video-arte e la poesia. Le vie dei miti classici e pre-classici, quelle che portano alla ricerca di un’unica conoscenza universale e che sono capaci di segnare il senso della presenza dell’uomo moderno nel presente, rappresentano i temi che caratterizzano in maniera quasi ossessiva la loro ricerca. I linguaggi utilizzati (il teatro, la musica, la poesia, il cinema, il video in senso più ampio) sono testimoni oltre che di un certo eclettismo, anche e soprattutto della volontà di arrivare ad una ‘summa’ artistica multimediale ed armonica. Di qui il desiderio della Casa dei Santi di conferire una qualità artigianale ai processi di composizione ed una profondità arcana alle opere anche quando vengono utilizzate tecniche e tecnologie all’avanguardia.

Alessandra Pescetta, da sempre intenta al dialogo tra le diverse discipline artistiche, si ispira alla psicomagia, nel tentativo di restituire all’arte e all’immaginazione la loro primitiva funzione curativa dell’animo umano. Diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dirige moltissimi videoclip (Elisa, Ligabue, Subsonica, Planet Funk, Elio e le Storie Tese, Articolo 31, etc) e sot pubblicitari (Campari Mixx, Lancia y, Disaronno, Bvlgari, Muller, Seat Cordoba, etc.) Nel 2005 vince a Cannes Lions il 52TH International advertising festival, il leone di bronzo per il film sociale CRISALIDE Reverse sul tema dell’anoressia. Dal 2002 conduce vari laboratori tra i quali ideazione e ripresa di spot pubblicitari l’università La Cattolica S.T.A.R.s nella facoltà di Lettere e Filosofia di Brescia.

Giovanni Calcagno dedicatosi inizialmente al teatro di strada si forma come attore presso il teatro del molo 2 diretto da Gioacchino Palumbo. Dopo un’ esperienza di laboratorio con il Living Theatre, frequenta la scuola internazionale del cinema e del teatro di Ischia diretta da Mario Martone. E’ interprete di film per Mario Martone, Marco Bellocchio (Buongiorno, Notte), Pasquale Scimeca, e recentemente per Giulio Manfredonia con il film “Si può fare” vincitore del premio Ciak per miglior cast corale. E’ regista e autore teatrale di GILGAMESH e ETNA, cunti sutta la muntagna In teatro con Vincenzo Pirrotta è interprete fra l’altro di Eumenidi, La Sagra del Signore della Nave, ‘U Ciclopu.

Mercoledì, 11 Maggio 2011
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Esecuzione\Ifigenia

Il testo che mette in campo solo le presenze o le assenze di Ifigenia ed Agamennone, figlia e padre, gioca sull’ambiguità del titolo: esecuzione come di spartito musicale, esecuzione come esecuzione di una condanna. L’ambiguità sfuma i contorni al racconto, complice anche l’ironia. Ciò che resta è una materia/Ifigenia: corpo e musica. Voce e sangue. Dolore ed eco. Parola e suono. Il testo non è quindi da interpretare, ma da eseguire. Non quindi un attore sulla scena, ma un’artista come Miriam Palma. Ifigenia non esiste più come teatro ma come umanità del teatro. Non ci sono ritorni, al massimo evocazioni. Ifigenia mi consente anche di ritornare sulla mia posizione personale dinanzi al trattamento che oggi si fa del repertorio classico usato artificiosamente come copione e non come risonanza. Ifigenia si presenta a noi nel momento in cui corpo e musica si scambiano il tempo, e il suono dura finalmente dentro di noi. Ifigenia è possibile nel momento in cui nelle anse del ritmo della scrittura che scorre, corre e si curva, ci piace immaginare una nostra spiaggia, un nostro angolo in cui aspettare di sapere che tempo fa. Riposo e attesa. Ma facciamo i dovuti scongiuri: che non sia noia. Se no sarebbe necessario ancora una volta il sacrificio.
Lina Prosa

note biografiche
“Esecuzione/Ifigenia” nasce da una collaborazione tra Miriam Palma e Lina Prosa che da tempo sperimentano una collaborazione che mette insieme i loro diversi linguaggi legati al testo, alla voce, al canto. Precedente frutto di questa collaborazione è stato lo spettacolo “La Gattoparda”.

Lina Prosa ha da sempre accostato la ricerca alla scrittura teatrale. Di recente col testo “Nell’anno di grazia post naufragium” ha partecipato al progetto di riscrittura del Satyricon di Massimo Verdastro. Alcuni suoi testi “Lampedusa Beach”, “Cassandra on the Road”, “Programma Pentesilea. Allenamento per la battaglia finale”. sono stati tradotti in francese da Jean-Paul Manganaro. Il primo è stato prodotto da alcuni teatri francesi, gli altri due sono stati presentati sotto forma di lettura a l’Odeon-Theatre de l’Europe (prima edizione di Face a Face/Parole di Italia per scene di Francia 2009) e alla Comedie-Francaise. Il testo su Pentesilea è stato tradotto anche in portoghese e fa parte di un progetto di messinscena brasiliano. Lampedusa Beach, premiato per due volte in Italia, è stato pubblicato da Meridiana Editrice nella cui collana teatrale si trova anche la raccolta di tre testi da titolo “Migrazioni”.

Miriam Palma, cantante- vocalist –ricercatrice, ha partecipato con i suoi spettacoli frutto di una ricerca particolare tra la parola-suono-musica, ai più importanti festivals Europei ed Internazionali, tra cui l’Istitute Living Voice di Marsiglia (uno dei centri più prestigiosi di ricerca vocale) I suoi spettacoli più importanti come: Cantabile non troppo, I Paesi del nulla, Suite Siciliana, Vento soffia più forte, sono stati apprezzati e definiti una sintesi armonica tra antico-classico-avanguardia Nel 1995 fonda a Palermo un centro di Vocalità-Canto-Teatro, dove trasmette il suo insegnamento, formando allievi di diversa provenienza

Mercoledì, 11 Maggio 2011
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Io non so cominciare

L’essenza della memoria è l’oblio,
quell’oblio a cui bisogna bere per morire
(M. BLANCHOT)

Si comincia da una mancanza - come sempre - c’è uno spazio neutro che germina luce, capace di azzerare le ombre, un luogo della memoria, del desiderio e dell’oblio - tre figure vicine all’immobilità lo popolano, entrando e uscendo dal buio, proiettando le loro visioni, animando di segni il loro silenzio - a volte la parola evita il controllo, poi viene ripresa e il linguaggio archiviato, dunque mummificato, oppure brutalizzato - circola un’aria di cattività, di imprese impossibili, un’aria di cadute e di metamorfosi - newton è arrivato a scoprire la legge di gravità osservando un albero di mele e immaginando che potesse crescere fino a toccare la luna, - da questo sogno ad occhi aperti dedusse che la principale caratteristica del moto della luna è il suo continuo cadere verso il centro della terra - cadono cadono le cose.

note biografiche
Il Teatro Rebis è una ensemble artistico di Macerata che dal 2003 ha intrapreso un percorso di ricerca espressiva che lo ha portato a sviluppare una forma di auto-pedagogia assistita.

Infatti durante questi ultimi anni i membri del Teatro Rebis hanno organizzato e partecipato a vari laboratori condotti da maestri del teatro contemporaneo, quali Rena Mirecka, Mimmo Cuticchio, Odin Teatret, Yves Lebreton, Danio Manfredini, Claudio Morganti, Mario Barzaghi, Yumiko Yoshioka, Leris Colombaioni, tra gli altri, dei quali hanno studiato e approfondito gli approcci e processi creativi, per poi elaborare una propria poetica stillata dal confronto con l’esperienza e la maestria degli artisti incontrati.

L’eclettica formazione dell’ensemble ha permesso al Teatro Rebis di sperimentare varie forme di spettacolo, da quello comico e di strada al teatro ragazzi, fino al teatro di prosa e al teatro in ambito sociale, tutte formule e definizioni riduttive per un processo che non rappresenta altro che la tensione verso una lettura moderna, avanguardistica delle tangenze dei segni e simboli quotidiani, rintracciando nell’urgenza di un’etica del dire e nell’invenzione di forme mutevoli del rapporto attore-spettatore, i fuochi di un’ellisse lirica che si vuole diretta e astratta allo stesso tempo.

Perciò sono due le spinte essenziali che muovono la ricerca del Teatro Rebis: una diretta verso l’esterno, con la costruzione di spettacoli da “esportare”, che l’ha portato a partecipare a vari festival in Italia ma anche in Senegal, Romania, Svizzera, Francia, vincendo anche due premi nazionali come miglior spettacolo a Roma (2006 – Il dolce miraggio di Ulisse) e a Mercato San Severino di Salerno (2007, Lucky e Pozzo), e un’altra diretta verso il territorio nel quale opera, organizzando festival di livello internazionale, quali il Limen festival, Ci si incontra così per miracolo, Non ho tempo e serve tempo, e gestendo un proprio spazio teatrale nella periferia di Macerata, dove, oltre a dirigere una stagione teatrale autogestita, dedicata alle giovani compagnie alternative ai circuiti ufficiali, ha intrapreso un’opera pedagogica rivolta alla cittadinanza, conducendo o ospitando corsi di teatro e danza per bambini e adulti, corsi di canto, yoga, contact improvisation.

Fondamentale per il Teatro Rebis è anche il lavoro negli ambiti scolastici, dove rappresenta i propri spettacoli ma soprattutto conduce laboratori a vari livelli, dalle elementari alle superiori.

Naturale propensione dell’ensemble è anche quella di confrontarsi con situazione di disagio sociale, credendo nella forza comunicativa e relazionale dell’espressione teatrale, che ha spinto i membri del Teatro Rebis ad elaborare e realizzare progetti con comunità per disabili fisici e psichici, con comunità per tossicodipendenti e minori immigrati, con case di riposo e case famiglia, esiliati politici e associazioni di immigrati.

Mercoledì, 24 Agosto 2011
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