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Lunedì, 14 Novembre 2011
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FATA DELCINE
liberamente tratto dal romanzo di Hèrnan Rivera Letelier “La bambina che raccontava i film

Fata Delcine racconta la storia di una bambina, Maria Margherita,di un povero villaggio di minatori nel deserto di Atacama. Solo uno, tra i cinque fratelli della sua famiglia, sarà scelto in base ad una caratteristica specifica: chi riuscirà a narrare meglio il film conquisterà il diritto a vedere tutte le proiezioni. Vince la bambina battendo i quattro fratelli e dimostrando una bravura straordinaria nel raccontare i film: si immedesima nei personaggi, riesce a coinvolgere gli ascoltatori, mima, canta senza trascurare alcun dettaglio. È talmente brava che il padre decide di trasformare la povera casa attrezzandola come una sala cinematografica. L'idea si trasforma subito in un successo per la ragazzina che,inebriata dagli applausi, vede il suo dono trasformarsi in una vera e propria missione: raccontare un film è un modo di regalare attimi di felicità. Tutto questo è destinato a svanire quando nel villaggio compare la televisione.

“Vado a letto come a teatro, per sognare, scoperchiare i sepolcri delle stanze e bere dall’azzurro” Marina Ivanovna Cvetaeva
Lunedì, 14 Novembre 2011
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INDIZI TERRESTRI
dall’opera di Marina Ivanovna Cvetaeva

In uno spazio vuoto su cerchi concentrici di piccole candele accese, echeggia il pulsare del XX secolo, nei battiti di un cuore segnato dal dolore di un epoca. Una voce che si leva come un canto creando un flusso di immagini, sospese nel tempo in un luogo dell’anima.
 Clara galante scrive ed interpreta Indizi Terrestri dall'opera di Marina Cvetaeva, una delle voci più alte della poesia russa, stillando le tracce di un’esistenza terrestre breve ed intensa, delineando il percorso di un’avventura vibrante. Le lettere i diari e i versi infilati come perle al filo della passione, creano un teatro di voci, dalle cadenze nitide e chiare ai toni rauchi e profondi del linguaggio della magia e del folclore, dall’alta enfasi della poesia civile ad uno sfrenato e melodioso “lirismo zigano”

“Il desiderio di far rivivere è un gioco di memorie. Possiedo la volontà ma non il dono del ricordo, per questo la scena, la danza, mi danno la possibilità di perdermi in ciò che la mia mente non richiama ma che il mio corpo ha trattenuto” Domenico Cucinotta
Lunedì, 14 Novembre 2011
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INOSSIDABILE MIELE

Il tema di “The man i love”, ricorre più volte durante lo spettacolo, come un pensiero dolce e ossessivo. Cresce l’urgenza di comporre un discorso, sia pure di segni, che bisogna voler comprendere con amore. Inossidabile Miele contiene il tessuto drammatico del teatro e l’astrattezza della danza. All’interno della struttura, che si è delineata durante la selezione musicale e il relativo montaggio, si sviluppa l’improvvisazione che ricerca continuamente la forma e la sua mancanza.

“La gente tende a sottovalutare o, addirittura, fingere di non vedere ciò che viene percepito come “lontano” e “distante”. L’incapacità di vedere e la mancanza di senso di responsabilità sono così destinati a produrre il caos e, di conseguenza, uno stato d’imminente conflitto globale” Caryl Churchill
Lunedì, 14 Novembre 2011
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SETTE BAMBINE EBREE

Un testo che ha fatto discutere: dall'ammirazione per la lucidità e la forza della denuncia, all'accusa di antisemitismo. Ma al di là delle interpretazioni “interessate” l'opera è soprattutto un atto d'accusa contro la guerra, una denuncia che certamente non ricorre alla retorica e che ha lo scomodo pregio di mettere in luce le contraddizioni della coscienza di un popolo in cui affiora nell'esercizio del dubbio la consapevolezza dell'errore delle scelte estreme.

Giovedì, 13 Ottobre 2011
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Eroi

Cosa rimane oggi dell’Iliade? È possibile raccontarla ancora? Eppure basta poco: basta trovare un episodio che risuoni della tua esperienza personale e lo puoi usare come grimaldello per entrare una questa fortezza piena di tesori appena velati dal tempo, intimorito e umile di fronte alla bellezza.

E’ stato scelto il racconto, più vicino possibile a quello originario del primo grande narratore della storia, per permettere a ognuno degli spettatori di “vedere” nella propria mente, di riempire le parole del narrato con le immagini della propria esperienza e della fantasia aiutati dalle musiche composte ad hoc da Giorgio Gobbo e Sergio Marchesini.

Il narratore utilizza i ricordi di scuola, il padre che gli regala una copia dell'Iliade, e da qui parte per una affabulazione dove si incontrano Bush e Agamennone, Omero e Kill Bill, San Siro (nel senso dello stadio) e l'Iraq, maestri di judo ed eroi della mitologia. Incorniciato da due spade chiamate a simboleggiare le armate dei troiani e degli achei, il racconto fa della città di Troia uno «Stato canaglia» e della bella Elena il primo caso di «disinformazione bellica» della storia, regala infiniti spunti di riflessione sulla violenza e sulle economie della guerra e sulla vera natura dell’eroismo.

Questo non è un tentativo di raccontare tutta l’Iliade ma un episodio solo, che vale per tutti: la storia di Ettore e dei fatti che lo portarono davanti ad Achille, inclusa la storia di Patroclo e della lite che causò la famosa ira funesta, con un prologo, un epilogo e un intermezzo erotico-sentimentale. In quattro giorni.

"Gli uomini sono come le foglie, il vento li porta via d'inverno e altri spuntano a primavera".
Omero

"Mio padre è tornato senza racconti dalla sua guerra, quella che doveva essere l'ultima, mondiale come quella di Troia. Diceva che non aveva niente di epico la sua storia, solo brandelli, ricordi di fame, paura, il campo di concentramento. È per questo che mi ha regalato l'Iliade: per calmare la mia fame di storie, ed è per questo che ciclicamente torno all'Iliade".
(Andrea Pennacchi)

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