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(LONDRA) "Perestroika", regia Marianne Elliott. -a cura di Beatrice Tavecchio

James McArdle (Louis) e Russell Tovey (Joseph Pitt) in Angels In America Perestroika. Foto Helen Maybanks James McArdle (Louis) e Russell Tovey (Joseph Pitt) in Angels In America Perestroika. Foto Helen Maybanks

Perestroika
seconda parte di Angels in America A Gay Fantasia on National Themes (Angeli in America Fantasia Omosessuale su Temi Nazionali)
di Tony Kushner
Regia di Marianne Elliott
scenografie di Ian Mac Neil
coreografia e movimento di Robby Graham
regista per marionette e movimento Finn Caldwell
progettisti delle marionette Finn Caldwell e Nick Barnes
Con Andrew Garfield (Prior Walter), Denise Gough (Harper Pitt), Nathan Lane (Roy Cohn), James McArdle (Louis Ironson) and Russell Tovey (Joe Pitt)
Londra, Lyttelton, National Theatre, 4 maggio - 19 agosto 2017

Il dramma di Kushner Angels in America è formato da due parti: Millenium Approaches, scritto nel 1990, e Perestroika, entrambi già rappresentati al National Theatre nel 1992 e nel 1993 rispettivamente. L'intera saga ritorna ora al Teatro Nazionale, per la regia di Marianne Elliott, premiata con riconoscimenti Olivier e Tony per The Curious Incident of the Dog in the Night-Time e War Horse.
L'ambientazione è nell'America del 1985 di Ronald Reagan, il tema esplorato è quello dell'omosessualità dissecato nel periodo della tragica esplosione dell'AIDS quando questa malattia era ancora mortale. Per cui il tema legato a vita e morte acquista profonda e pressante rilevanza. Millenium è un testo ed uno spettacolo, nonostante le tre ore e venti di lunghezza, terso, intenso, tragico, con faville di comiche battute, ed un tuffo nel fantastico con la discesa di un angelo nel mondo terrestre tra sogno e realtà, una scrittura unica sulla scena teatrale ad aprire il tema dell'omosessualità e ad indagarne i sentimenti.
Uno spettacolo nuovo, provocante, liberatore quando fu prima rappresentato all'inizio degli anni novanta; ora che l'incubo della morte per AIDS è stato rimosso, ancora morde per la visibilità ed l'illustrazione del mondo interiore degli affetti e delle emozioni degli omosessuali.
Perestroika, ancora più lungo, ripropone gli stessi personaggi e gli stessi temi. Tre storie si intrecciano. Quella del legame amoroso tra Prior, ammalato di AIDS e Louis che per paura l'aveva lasciato in Millenium, quella Joe Pitt, mormone conservatore, che aveva abbandonato in Millenium la moglie Harper per seguire la sua carriera e coprire le attività del faccendiere politico Roy M Cohn, ed il legame di quest'ultimo con Joe. A questi si aggiunge in Perestroika un nuovo rapporto tra Louis e Joe che scopre e rivela la sua omosessualità, solo per essere abbandonato da Louis che ritorna pieno di contrizione a Prior che lo perdona.
Diversamente da Millenium, Perestroika risente di lungaggini e ripetizioni. A volte si ha l'impressione che interi sketches siano scritti in funzione della battuta finale comica. Le scene dei vari incontri sono lunghe rispetto il messaggio che intendono dare. Solo il nuovo approfondimento del personaggio di Joe, bravo l'attore Russell Tovey, ha vera rilevanza drammatica. Il personaggio di Prior, centrale al lavoro, scade da drammatico a comico: giocato come una parodia di un omosessuale, ne svaluta i valori. Ma forse è questa la vera difficoltà del lavoro: la linea di demarcazione tra il tragico ed il comico che è offuscata dall'inserimento su larga scala di un terzo elemento: la figurazione del sogno. Che è la vera ragione per andare a vedere questo spettacolo. L'angelo di Millenium, ridiscende a trovare Prior in Perestroika. E' un angelo con desideri terrestri di accoppiamento e di orgasmi, con otto vagine "Vagina Regina", ma a parte denotazioni 'camp', è la sua rappresentazione che fa lo spettacolo. Le grandi ali staccate dal corpo dell'attrice, la bravissima Amanda Lawrence, e tra di loro, su strutture ricoperte di lunghe piume, sono portate a mano dalle 'ombre dell'angelo' in nero che si muovono come serpenti o polipi piatti sulla scena che all'improvviso innalzano l'angelo come un fiore che sboccia e lo trasportano come fosse una grande marionetta parlante. Altre 'ombre' muovono le ali distintamente e diversamente, dando ai movimenti la capacità di trasmettere emozioni e stati d'animo che interagiscono sia col discorso ed i movimenti dell'angelo che coi personaggi con cui l'angelo comunica. La musica fa altrettanto dando vita ad un dialogo. Ma Perestroika non si ferma al sogno, ci trasporta anche in Paradiso, attraverso Prior e Harper che sono o morti o stanno per morire, un Paradiso a cui si accede attraverso la 'Scala di Giacobbe' in neon viola, in un Paradiso con angeli dalle ali nere dietro computer che non ricevono bene. E' quindi il magico delle ali che affascina, più del contenuto abbastanza scontato dopo Millenium.
Mystery-Bouffe di Mayakowsky era stato rappresentato da Mayerhold nel 1921. In veste satirico grottesca i bolscevichi su un'arca visitano prima l'inferno, poi il purgatorio e per ultimo il paradiso, e ne scoprono intrighi e falsità per cui ritornano sulla terra, rigettandoli. L'insieme di demoni, di santi, di angeli e arcangeli ed i riferimenti alla Chiesa ed a credenze e testi religiosi sono lì presenti. Ora, Perestroika ricorda quel lavoro, nella sua struttura a sogno e nelle situazioni, personaggi e riferimenti religiosi, qui dal mondo mormone per Joe e Harper, ed ebraico a cui appartengono Louis e Cohn. Anche Prior che era salito in Paradiso, vuol tornare a vivere sulla Terra.
La magia dello spettacolo viene riaccesa con l'ingresso di un piccolo palcoscenico, teatro nel teatro, con marionette a grandezza naturale intorno al tavolo a rappresentare l'ideale famiglia mormone, madre, padre, due bambini animata e parlante, a cui Harper fa il verso, imitandone i movimenti meccanici. Botole che si aprono, si chiudono, s'innalzano e si abbassano, rivelando spazi scenici apprestati e definiti da un contorno di luci neon rosse, ricordano l'uso del neon in The Curious Incident, diretto dalla stessa regista, Marianne Elliott, così come l'uso magistrale delle marionette ricorda il suo immaginifico War Horse.

Beatrice Tavecchio

Ultima modifica il Venerdì, 05 Maggio 2017 22:20

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