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Il film "Ritual" conquista l'estate romana

Desirée Giorgetti in "Ritual", di Luca Immesi e Giulia Brazzale Desirée Giorgetti in "Ritual", di Luca Immesi e Giulia Brazzale

"Ritual", un film di Luca Immesi e Giulia Brazzale che ha vita difficile sul piano della distribuzione, ma rintracciabile in Dvd, che però al suo attivo ha l'acquisto di ben otto Paesi, piano piano anche in Italia emerge all'interesse di un vasto pubblico giovane.

Inserito in una rassegna di cinema indipendente che si è svolta al cinema Adriano di Roma, ci ha sorpreso vedere che nel giorno del 23 agosto, la sala era esaurita non da un pubblico ad inviti ma da un pubblico pagante, con prezzo modico di 6 euro.
Anticipato da una introduzione a cui ha partecipato il regista Luca Immesi, assente la co-regista Giulia Brazzale, e la principale protagonista del film Désirée Giorgetti, oggi definita la prima attrice del cinema "horror" ma non in questo caso, poiché il film si c'entra su una storia di psico magia, tratta dal romanzo di A. Jodorowski, "La danza della realtà", la cui storia si sintetizza sul desiderio di una giovane di avere un figlio, negato dal compagno.
Nel corso della proiezione siamo stati sorpresi da diversi elementi: qualità di fotografia in inquadrature particolareggiate, montaggio delle sequenze con ritmi coinvolgenti, soluzioni registiche ottime, scelta del cast eccellente, anche se l'attore Ivan Franek, perfetto per immagine, ha recitato un po' sopra le righe, ma comunque efficace nella terribile parte dell'uomo-padrone, sadico, con turbe sessuali, arrogante e violento. Ottime anche le parti di sostegno quali quella dello psicologo interpretato da Cosimo Cinieri, e quello della zia Agata, affidato alla brava Anna Bonasso.
Ma la sorpresa è stata l'interpretazione di Désirée Giorgetti, nel ruolo di Lia, la giovane innamorata di Victor, fragile psicologicamente, vittima della sopraffazione del maschio a cui si rende dipendente.
Ci ha sorpreso, dicevamo, per la sua capacità di interiorizzare tutte le dinamiche del personaggio, con sguardi smarriti, silenzi eloquenti, doppia personalità, a volte eccitante e seduttrice, a volte infantile, naïf, dove si è prestata a scene turbolente, drammatiche, a momenti poetici soprattuto quando si rapporta con due fanciulli frutto della sua psiche inconscia. Una parte dalle mille sfaccettature, misurata, intensa, credibile, coinvolgente. Brava, davvero.
Ma l'altra sorpresa è arrivata al termine della proiezione, quando regista e attrice si sono messi a disposizione del pubblico, rispondendo a domande intriganti, accogliendo numerosi complimenti, e la capacità dialettica dimostrata dai due: il regista sornione, accattivante con le osservazioni più avanzate, mentre di una lucidità sorprendente gli interventi di Désirée Giorgetti, che ha dimostrato di svolgere il suo lavoro di interprete con capacità di approfondimento che poi rimbalzano sulla interpretazione.
Secondo noi, il film dovrebbe essere promosso non solo come film sulla psico magia ma anche sul maschilismo dilagante di cui oggi la cronaca ci rende partecipe. Diciamo questo, perché alla fine tutti i problemi intimi, psicologici, comportamentali, sono frutto di un uomo possessivo, deviato, violento.

C.M. 

Ultima modifica il Venerdì, 26 Agosto 2016 08:51

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