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PER SEMPRE STELLE - GALA INTERNAZIONALE DI DANZA - In ricordo di Mario Porcile e del Festival di Nervi. -a cura di Vito Lentini

Anna Chiara Ammirante e Alessandro Staiano - "Per sempre stelle". Foto Luca Vantusso Anna Chiara Ammirante e Alessandro Staiano - "Per sempre stelle". Foto Luca Vantusso

PER SEMPRE STELLE - GALA INTERNAZIONALE DI DANZA

In ricordo di Mario Porcile e del Festival di Nervi.
Produzione: Associazione Culturale D'Angel - Angeli della Danza.
Direzione artistica: Simona Griggio
Coordinamento artistico: Aurora Marsotto
Omaggio video con immagini inedite dal Fondo Mario Porcile Cro.me – Cronaca e Memoria dello Spettacolo con il contributo del Mibact – Direzione Spettacolo dal Vivo.
Selezione immagini storiche e inedite: Monica Corbellini

MILANO, Teatro Manzoni, 21 marzo 2017

Per sempre stelle, per sempre memori

L'attento ballettomane italiano non potrà non volgere lo sguardo, nelle sue accurate ricerche d'archivio nonché nelle sue analisi dei trascorsi coreutici del nostro Paese, a quella illustre pagina del corso storico che diede alla danza, nella seconda metà degli anni Cinquanta, l'opportunità di squadernare gli apicali esiti cui era giunta nei più importanti palcoscenici mondiali. Una pagina, si diceva, che fu scritta proprio nel nostro Paese e che prese il nome di Festival Internazionale del Balletto di Nervi. Un evento durato a lungo, sorto per volere di Mario Porcile e Ugo Dell'Ara, e che ben presto si palesò quale vigorosa manifestazione internazionale dedicata, per l'appunto, all'arte di Tersicore. Nomi illustri riempirono per molti anni i programmi di questo evento che non tardò a palesare la sua vocazione internazionale grazie agli artisti delle più prestigiose compagnie di danza e balletto del mondo come il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, il Grand Ballet du Marquis de Cuevas, il Royal Danish Ballet, il Wiener Staatsballet, il Royal Ballet, le Ballet de l'Opéra de Paris, il Boston Ballet, il Ballet National de Marseille, il Bolshoi Ballet, il Mariinsky Ballet e molte altre. Talune grandi stelle del panorama coreutico internazionale conobbero in quegli anni gli esordi di lunghe e fulgide carriere se non addirittura l'avvaloramento di quel plauso delle platee che non mancò di incorniciare gli anni seguenti.
Oggi, purtroppo, con grande rammarico il nostro Paese vive la mancanza anche di questo ulteriore luminoso tassello culturale che costituì l'intelaiatura di un capitolo importante della storia della danza italiana. Un segmento, questo, che necessita di essere ripensato, rivagliato e riconsiderato affinché esso possa trarre giovamento da quel nostro tendere le braccia al corso storico che è, innanzitutto, impegno conoscitivo, formativo e identitario.

toppigala

Sotto questo profilo il Gala per sempre stelle - prodotto dall'Associazione culturale D'Angel e andato in scena al Teatro Manzoni di Milano - si è rivelata una preziosa occasione per cogliere il fecondo percorso di ripensamento del prestigioso festival ligure. Un merito, questo, che ha guadagnato vigore grazie alla scelta di centrare l'omaggio intorno alla presenza di coloro che furono applauditi protagonisti della manifestazione: Carla Fracci, Luciana Savignano, Anna Razzi, Liliana Cosi, Roberto Fascilla, Vittorio Biagi, Loredana Furno, Pompea Santoro, Renata Calderini, Maurizio Bellezza, Paola Cantalupo e Davide Bombana. Artisti di prim'ordine che vivono il privilegio di poter condividere il bagliore dei vividi ricordi di quel quotidiano vissuto delle estati ligure trascorse presso i parchi di Nervi.
Con questa consapevolezza il gala, che recava la direzione artistica di Simona Griggio, ha mostrato l'intento di ripercorrere alcuni momenti delle serate liguri: proiezioni di immagini storiche inedite tratte dal costituendo Fondo Mario Porcile-Cronaca e Memoria dello Spettacolo, i ricordi delle grandi stelle succitate, i plurimi momenti coreutici che hanno conferito struttura ad una serata di reminiscenza. Impossibile non citare la generosità artistica di Mario Porcile che continua a rivivere nei ricordi di Renata Calderini, come pure la popolarità del Festival nel vissuto quotidiano rievocato da Liliana Cosi, i vigorosi afflati che Luciana Savignano vive nel riportare la mente alla sua Luna creata per lei da Maurice Béjart, la risolutezza di Roberto Fascilla nell'accettare la scrittura proposta da Susanna Egri, la formazione genovese di Vittorio Biagi, il rapporto artistico di Léonide Massine con Anna Razzi, la serata Nervi mia cara nelle memorie di Pompea Santoro, il pas de deux del Corsaro con Maurizio Bellezza e la storica ricostruzione del pas de quatre con la giovanissima Carla Fracci. Riferimenti storici e rimembranze intervallate da stralci coreutici legati ad alcuni aspetti del Festival e rivissuti grazie al balletto Come due colombe firmato da Marinel Stefanescu con i danzatori della Nuova Compagnia Balletto Classico che giova dell'insegnamento di Liliana Cosi, agli omaggi di Roberto Fascilla con la dinamica di Denise Gazzo in Miss Fantastic e Carlo Di Lorenzo in Moscato firmati da Alessio Di Stefano, alla precisione tecnica di Anna Chiara Ammirante e Alessandro Staiano - giovani ballerini formatisi presso la Scuola del Teatro San Carlo di Napoli diretta, in illo tempore, da Anna Razzi - nel Diane et Acteon pas de deux, all'interessante racconto coreografico de L'après-midi d'un faune nella coreografia proposta da Davide Bombana, all'efficacia di Giù nel Nord di Mats Ek presentata da Pompea Santoro con Eko Dance International Project, all'omaggio degli scaligeri Virna Toppi e Nicola Del Freo in uno stralcio tratto da Caravaggio del coreografo Mauro Bigonzetti, all'omaggio di Loredana Furno con il Balletto Teatro di Torino e la leggera tessitura coreografica di Itzik Galili in Fragile concessa in esclusiva per l'Italia, alla vigorosa grinta del Cannes Jeune Ballet (École Supérieure de Danse Rossella Hightower diretta da Paola Cantalupo), al grand pas de deux tratto dal terzo atto del Lago dei cigni con Flavia Stocchi e Rezart Stafa del Nuovo Balletto Classico e al conclusivo e singolare brano coreografico firmato da Vittorio Biagi con i danzatori di Racconti con Conte.

CANNES 2017

Con questa articolazione ha, quindi, guadagnato spazio un momento di ripensamento che non può unicamente essere ricordo fine a se stesso. Se è vero, come sostenne Sant'Agostino nelle sue Confessioni, che "vi è il presente di ciò che è passato, il presente di ciò che è presente, il presente di ciò che è futuro" e che, quindi, il primo tempo vive inequivocabilmente nella memoria, allora essa diviene una vera esortazione all'identità.
La memoria del passato definisce, corrobora e struttura la vita dell'uomo, vivere obliosi del passato è vivere incuranti di una memoria che costantemente si prolunga sedimentando l'azione umana. Ripensare l'arte, la storia e le estrinsecazioni dell'umano è inevitabile: non abbia requie il pensiero su questo Festival che potrà, probabilmente, ricondurre agli antichi fasti un eminente momento coreutico italiano.

Vito Lentini

Ultima modifica il Mercoledì, 12 Aprile 2017 09:56

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