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Firenze, 8 gennaio Paolo Poli inaugura stasera il Teatro Niccolini tornato a vita dopo vent'anni di chiusura

Teatro Niccolini, Firenze Teatro Niccolini, Firenze

FIRENZE - Dopo vent'anni di vergognoso abbandono, sorte cui purtroppo non sfuggono tanti altri beni storico-architettonici d'Italia, è stato restituito alla città del Fiore lo storico Teatro Niccolini di via Ricasoli, già Teatro del Cocomero, quando ancora la via si chiamava appunto "del Cocomero". L'imponente e lungo restauro è stato finanziato dal nuovo proprietario, l'imprenditore Mauro Pagliai, che ha rilevato l'immobile dalla famiglia Ghezzi, alla quale era passato nel 1934, quando si sciolse l'Accademia degli Infuocati. Fu questa, infatti, nel lontano 1658, ancora in età medicea, a inaugurare l'allora Teatro del Cocomero, con il Podestà di Cognole, melodramma di Andrea Moniglia. Una nascita dovuta a una divisione, cui Firenze non sa rinunciare nemmeno a distanza di secoli dai tempi di Guelfi e Ghibellini: l'Accademia degli Immobili, nel 1651, si scisse in due gruppi, uno dei quali fu quello degli Infuocati, che già nel nome contengono l'ardore dei propri propositi. Non fu quello un fuoco di paglia, poiché l'Accademia gestì il Teatro per tre secoli, ingrandendolo e abbellendolo nel tempo, realizzandovi nel settecento il palco reale, il terzo e quarto ordine dei palchi, e aggiungendovi persino una sala da ballo e un ridotto, oggi scomparsi. Intitolato al drammaturgo livornese Giovanni Battista Niccolini nel 1860, fu, nell'88, il primo teatro toscano dotato di illuminazione elettrica.
Per i suoi spazi accoglienti ed eleganti, e la buona qualità degli spettacoli ivi tenuti, sia teatrali sia di musica classica, il Cocomero o Niccolini divenne ben presto un luogo d'elezione per la Firenze culturale dell'epoca, immortalato anche da Carlo Collodi in Occhi e nasi, dalle cui pagine veniamo a sapere che, con la modica spesa di un paolo (cinquantasei centesimi di Lira), si potevano ammirare le migliori compagnie drammatiche d'Italia. Ma occasionalmente anche la musica vi aveva la sua platea, in certi casi anche di altissimo prestigio: infatti, vi si esibì anche Franz Liszt, il 16 dicembre 1838, nella seconda delle due accademie pubbliche alle quali prese parte nel suo primo soggiorno fiorentino. Per la cronaca, quella sera suonarono anche Leidesdorf, Enrico Manetti, Giuseppe Doglia, e Augusto Garello. Fu a suo modo una serata leggendaria, la cui aura, in un certo senso, ancora oggi risplende idealmente nel teatro tornato a nuova vita.
Fino agli Ottanta del Novecento il Niccolini è stato centro privilegiato per la prosa, ospitando artisti come Vittorio Gassman, Carlo Cecchi e Carmelo Bene, prima di essere chiuso e abbandonato all'incuria. Dalla quale è uscito dopo il recente passaggio in mani private. La stagione artistica sarà organizzata dal Teatro della Pergola, e sarà annunciata prossimamente; l'apertura sarà comunque in aprile, ma sin da ora è allo studio un progetto per fare del Niccolini un luogo dedicato alla cultura nelle sue varie manifestazioni, dalla drammaturgia alle mostre d'arte, alle presentazioni editoriali. Da un punto di vista strettamente teatrale, si vuole fare del Niccolini la risposta italiana alla Comédie Française, ovvero un luogo aperto tutti i giorni, dalla mattina alla tarda serata, dove il pubblico può assistere alla rappresentazioni della tradizione drammaturgica italiana. Nell'attesa, il 14 gennaio il teatro ospiterà la performance site-specific dello stilista Marco De Vincenzo, uno dei migliori talenti italiani a livello mondiale, Womenswear Guest Designer del prossimo Pitti Immagine Uomo. E l'Opera di Santa Maria del Fiore ha incluso il Niccolini in uno speciale percorso turistico che interessa i visitatori provenienti da tutto il mondo.
Fermo restando che qualunque iniziativa culturale meriti il plauso del pubblico, in questo caso, trattandosi di un teatro, credo se ne debba essere ancora più soddisfatti, poiché probabilmente, mai come in questa tanto tormentata epoca, la società ha bisogno di guardarsi, e guardandosi, di riflettere su sé stessa, sui suoi cambiamenti, le sue derive e i suoi progressi. E il teatro, è rimasto fra i pochissimi spazi di dibattito democratico sulla società, un luogo aperto all'incontro, sulla scia delle maisons de la culture francesi, ideate da Malraux negli anni Sessanta.
Per l'inaugurazione, è prevista una serata a invito, venerdì 8 gennaio alle 19.45, che vedrà sul palco Paolo Poli, che al Niccolini è stato "di casa" negli anni Ottanta, con lo spettacolo Teatrino. Seguirà un'esibizione del Quartetto Hyde della Scuola di Musica di Fiesole.

Niccolò Lucarelli

Ultima modifica il Giovedì, 07 Gennaio 2016 22:12

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