Kanu
Teatro, musica, danza della tradizione dei griot, i cantastorie d'Africa
liberamente ispirato a un racconto africano
di e con Bintou Ouattara
musiche dal vivo. Kady Coulibaly voce, bara, calebasse
Dauda Diabate, voce, kora, gangan
regia Bintou Ouattara
produzione Associazione Piccoli Idilli
Il Festival Suq di Genova trova in "Kanu"
lo spettacolo simbolo delle sue finalità.
Nello spettacolo Kanu, degli artisti africani Bintou Ouattara, Kady Coulibaly e Dauda Diabate, bravissimi, energici, coinvolgenti, visto al tendone posto in Piazza delle Feste di Genova, in questo caldo e afoso, possiamo trovare concentrati tutti i valori e le finalità che il Festival Suq porta avanti in questi 20 anni di intensa attività di integrazione, fusione di culture diverse, di conoscenze e saperi appartenenti all'umanità tutta, senza distinzione di razze. Uno spettacolo che può assurgere ad esempio e simbolo per il Festival Suq, in quanto racchiude in sé tutti i segni che la direttrice artistica Carla Peirolero cerca di profondere nel suo progetto interculturale.
Tre artisti africani, di cui una, Bintou Ouattara, anche regista dell'evento, integrata già da tempo in Italia, che in lingua italiana, che ha fatto propria, racconta una storia, una favola emblematica nei suoi contenuti sociali, affidando il suo evento ad una gestualità ammaliatrice, a movimenti sinuosi, a ritmi incalzanti, alla creatività fantastica di trasformarsi nei diversi personaggi del racconto, al canto, alla danza tipica della cultura africana, per offrirsi, rapportarsi ad un folto pubblico variegato, in cui erano presenti diverse etnie, persone che vanno da fanciulli ad adulti, con una massiccia presenza femminile.
Una rappresentazione di un teatro narrato in uno spazio teatrale incastonato in un insieme di attività che vanno dal commercio di prodotti artigianali del popolo del Mediterraneo, a cibi, a bevande, un brusio di vita, che gli artisti africani di Kanu hanno integrato e fatto proprio, dando alto e altro significato alla parola teatro.
Un Festival che dovrebbe trovare altri artisti, organizzatori, enti pubblici, capaci di emularlo, ed esportare questa festa, questo Festival Suq, in altre aree poiché genera amore e convivenza.
Suq come vita, come teatro non elitario, ma per tutti.
Mario Mattia Giorgetti