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ARENA DI VERONA. OPERA FESTIVAL 2019 - "AIDA", regia Gianfranco de Bosio. -di Federica Fanizza

"Aida", regia Gianfranco de Bosio. Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona "Aida", regia Gianfranco de Bosio. Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

AIDA
Opera in 4 atti. Libretto di Antonio Ghislanzoni.
Musica di Giuseppe Verdi
Il Re Romano Dal Zovo
Amneris Anna Maria Chiuri
Aida Anna Pirozzi
Radamès Murat Karahan
Ramfis Giorgio Giuseppini
Amonasro Sebastian Catana
Un messaggero Raffaele Abete
Sacerdotessa Yao Bo Hui
Primi ballerini Petra Conti, Mick Zeni, Alessandro Macario
Direttore d'orchestra Francesco Ivan Ciampa
Regia Gianfranco de Bosio
Coreografia Susanna Egri
Luci Paolo Mazzon
Maestro del Coro Vito Lombardi
Coordinatore del Ballo Gaetano Petrosino
Direttore allestimenti scenici Michele Olcese
Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici Dell'Arena di Verona
Verona. Arena di Verona. Opera Festival 2019, 9 luglio 2019

Dal 1913 è l'opera protagonista assoluta in Arena: l'Aida di Giuseppe Verdi, che sta per raggiungere le 700 rappresentazioni nell'anfiteatro veronese. E quest'anno la scelta è caduta sull'allestimento storico del 1913 di Ettore Fagiuoli che diede inizio alla kermesse lirica veronese un secolo fa, riproposto nell'allestimento del regista veronese Gianfranco de Bosio nel 1981 e mai più abbondano, alternandosi tra nuove regie o consolidate proposte utili per suscitare confronti su Aide di impianto tradizionale o futuribili.
E terrà cartellone per 16 serate fino a concludere il Festival 2019, il 7 settembre, con una alternanza di cast che rendono ogni serata diversa l'una dall'altra, sotto la direzione musicale solida e capace di Francesco Ivan Ciampa, che cederà la bacchetta a Placido Domingo (28 luglio) e a Daniel Oren per le recite conclusive (3 e 7 settembre). L'allestimento Fagiuoli/De Bosio regge lo scorrere del tempo, funzionale per gli spazi dell'anfiteatro, aggiornato con nuove soluzioni illuminotecniche, esemplificativo più di altre ricostruzioni sulla percezione dell'Egitto storico, in un'epoca di inizio '900 tra l'altro di intensa attività archeologica e di ricerca. La scenografia, con la parte fissa formata da due enormi sfingi e da due obelischi collocati ai lati del boccascena con il grande portale di fondo e un colonnato mobile in stile egizio, è capace di stimolare l'idea di un Egitto immaginato e sognato, impianto che stupì lo spettatore del 1913. A vederla con gli occhi del presente salta subito il confronto con le cromolitografie d'epoca che volevano raffigurare l'Egitto storico come i musei di allora volevano far rivivere quella la terra dei faraoni che stava emergendo dalle dune del deserto.
Alla popolarità di Aida hanno certamente contribuito pagine fastose come la 'Marcia trionfale' o romanze tradizionali come "Celeste Aida" o "Patria Mia"; ma il suo successo non risiede nella 'facilità' del linguaggio musicale, quanto nell'elevata tensione drammatica, nelle scene corali nell'inserimenti coreografici nel contesto da Grand-Operà che Verdi seppe magistralmente ricreare. Tutti i personaggi hanno pari dignità in scena, e a tutti compete la necessità di essere in parte. In Arena l'ampiezza dello spazio scenico amplifica le problematiche vocali e dello stare in palcoscenico: occorre essere professionisti consapevoli anche per i comprimari e cosi risalta l'intervento del Messaggero di Raffaele Abete che con narrare lineare chiaro nonostante l'entrata di corsa, canta tutta la vicenda dell'invasione dell'Egitto da parte degli Etiopi.
Protagonista nel titolo era è stata l'Aida di Anna Pirozzi che si consolida come diva areniana, capace di voce potente senza perdere le caratteristiche di un canto morbido, lirico, con fraseggio facile e ben scandito. Risuona nell'aria "O patria mia" ricca di nostalgia e giustamente patetica come la confusione di sentimenti nel "Ritorna vincitor" o nel dialogo struggete con il padre.
Ma l'opera è fatta anche di duetti e assiemi. Risolutivi gli incontri/scontri tra Aida e Amneris, in questa occasione il mezzosoprano Anna Maria Chiuri giustamente suadente e perfida nel duetto con Aida del secondo atto, del resto si tratta di uno scontro tra figlie di re esemplificato dell'invettiva di Amneris "tu l'ami" nei confronti di Aida, e avvinta nella solitudine della gran scena finale del sepolcro. Nel comparto maschile il basso Romano Dal Zovo si conferma pienamente autorevole nel ruolo del Re, come efficace il Ramfis, capo dei sacerdoti di Giorgio Giuseppini.
Buona prova quella di Sebastiano Catana nelle vesti dello sconfitto Amonasro, voce potente e musicale e con ottime capacità attoriali. Qualche perplessità il Radamès di Murat Karahan, consolidato giovane tenore turco. Parte squillante la sua "Celeste Aida" ma perde di intonazione nei salti di registro e nell'eccesso di puntature, sostanzialmente buona voce nel fraseggio e sull'impostazione centrale del canto. Coreografie al limite dell'ingenuità ma che rientrano nella visione di questo Egitto da immagine d'altri tempi, ben gestite dai ballerini Petra Conti, Mick Zeni, Alessandro Macario.
Altro protagonista il coro dell'Arena, gestito da Vito Lombardi che pari alla gestione dell'orchestra si sono tenuti su una linea di interpretazione impostata sul cantabile e scorrevole, al bando gli eccessi e la resa marziale dei loro inserimenti. Già perchè la direzione di Francesco Ivan Ciampa non ha inteso appesantire l'esecuzione con eccessi timbrici ma ricostruire anche l'intimità della scrittura verdiana, tra l'altro per una opera prevista per un teatro di corte quale fu quello del Cairo del 1870, risultato misurato e attento nel gestire il suono dell'orchestra. Capita poi di avere quelle condizioni acustiche in Arena per le quali il suono si espande con estrema facilità, complice i giri d'aria che fanno arrivare la musica in modo diretto. Serata infrasettimanale con il pubblico che riempiva le gradinate, ampi spazi vuoti in platea, ma alla fine è sempre il pubblico degli spalti a decretare l'esito di una rappresentazione di un'Aida che rientra orma in un consolidato rituale turistico estivo.

Federica Fanizza

Ultima modifica il Domenica, 14 Luglio 2019 09:33

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