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FESTIVAL OFF DI AVIGNON 2019, dal 5 al 28 luglio. -di Gigi Giacobbe

Ciro Ceserano e Fabio Corgolini in "La Fuite" Ciro Ceserano e Fabio Corgolini in "La Fuite"

Il Festival Off di Avignon dal 5 al 28 luglio 2019
di Gigi Giacobbe

Il Festival Off di Avignone è il vero polmone teatrale dell'intera manifestazione francese che in genere occupa quasi tutto il mese di luglio. Ogni anno aumentano le compagnie e i titoli degli spettacoli. Si pensi che in questo 2019 sono 124 i Teatri off di Avignone, più 15 i luoghi tipo magazzini, botteghe, garage, saloni di appartamenti etc...) dove si rappresentano circa 1600 pièces. La spesa più alta per le compagnie che vogliono parteciparvi non è tanto l'iscrizione che s'aggira sui 250/300 Euro quanto l'affitto delle sale (di quei complessivi 139 luoghi) che varia da un minimo di seimila euro, per i teatrini di 50 posti, ad un massimo di 15/20mila euro per quelli di 200/250 posti come Chien qui fume, Les Halles, Hivernales, Chêne noir, Théâtre des Carmes, Le Balcon, Théâtre des Doms e altri.... Se si aggiungono le spese di vitto e alloggio alle compagnie restano briciole. Questa è la fidanzata. O te la prendi così o la lasci. In compenso però il tuo spettacolo è segnalato in un grosso volume dove facilmente si trovano tutte le indicazioni (pure una mappa esaustiva dei siti) per poter andare a vederlo e se hai successo hic et nunc potrai andare in tournée in parecchie città della Francia nella stagione teatrale che segue. Quest'anno invero anch'io ho trovato qualche difficoltà a vedere alcuni spettacoli che m'interessavano perché non c'erano più posti liberi o perché era quasi obbligatoria la prenotazione. Tuttavia nella settimana che ho visto spettacoli off c'era un certo riguardo verso i giornalisti, ancora di più se stranieri. La stessa cosa vale per il Festival In, dove però, a parte i biglietti gratuiti che puoi avere e che devi concordare con l'ufficio stampa per tempo, non ti viene offerto nient'altro: devi solo vedertela tu riguardo viaggi, spostamenti, non parliamo poi di vitto e alloggio.

AO comme poissons

Una cosa negativa riguardante Il Festival Off è che non c'è nessuno che seleziona gli spettacoli e dunque può capitare d'imbatterti in qualcosa realizzato da formazioni amatoriali, tipo La Compagnie Revolt, che nell'Espace Alya ha presentato Comme des poissons dans l'eau (Come dei pesci nell'acqua) che ha fatto scappare durante un buio chi scrive e la sua collega francese per la storia che vi si rappresentava e per la recitazione raffazzonata da parte dei quattro giovani personaggi in tuta grigia, di cui tre erano dei pesci e il quarto una persona normale. Certamente molto meglio La fuite (La fuga) nello spazio dell'Alizé da parte del Teatro Picaro, una compagnia italiana fondata nel 2009 da Ciro Cesarano e Fabio Gorgolini che risiede a Montreuil-sous-Bois che si sono ispirati al Non si sa come di Pirandello. La novità è che il dramma (giocato in bello stile dal quintetto di attori) è diventato una commedia degli equivoci, ambientata nella cucina d'un ristorante in disgrazia (realistica la scena di Claude Pierson) gestito dallo stesso Cesarano che insperatamente riceve la commessa per il pranzo d'un matrimonio per potersi riprendere economicamente e non avendo posate stoviglie e sedie a sufficienza se le fa prestare dal ristoratore dirimpettaio che invece va a gonfie vele. In quella cucina adesso, anche se Cesarano cerca di alleggerire lo spettacolo con le sue divertenti apparizioni e le sue gag, l'aria diventa sempre più pesante perché accanto alle due cuoche (la Beatrice di Audrey Saad e la Ginevra di Laetitia Poulalion) che intanto si danno da fare per preparare un pranzo con i fiocchi, transitano i rispettivi mariti, per i quali si scopre che il Romeo dello stesso Gorgolini (sua pure la regia) ha commesso, non si sa come, due delitti: il primo quando da ragazzo ha ucciso a colpi di pietra un suo coetaneo e oggi, sposato con Beatrice, che ama-riamato, ha ceduto in un momento di debolezza al fascino di Ginevra, moglie dell'amico Giorgio (Boris Ravaine). La fine non sarà tragica come nel testo pirandelliano perché Romeo non si farà uccidere, non si sa come, da Giorgio.

AO lek

Adesso una sfilza di monologhi di cui mi piace registrare Le K de Dino Buzzati al Théâtre Buffon con un ottimo Gregori Baquet che ha come unico elemento scenico una grande lettera "K" che diventa barca a vela, tavolo, letto e altro, alle prese con una selezione di storie ricavate dai Sessanta racconti di Buzzati che odorano di Kafka, Borges e Calvino, in cui si accavallano temi come l'attesa di qualcosa che capiterà ma non si sa cos'è, l'ineluttabilità d'un futuro tragedioso, ma anche un'umanità incolore-insapore-inodore dominata dalla strategia del gruppo e dal rifiuto di tutto ciò che è diverso. Temi attualissimi, ai quali si aggiungono le incertezze del futuro a causa d'una guerra fredda, sempre lì dietro l'angolo, sostenuta dai paesi più ricchi e sviluppati, pronti al riarmo nucleare e cavalcare un mondo che cambia vorticosamente spinto dalle nuove tecnologia e dai media più sofisticati.

AO PROUST

Noioso anche se interessante il Proust en clair (Proust in chiaro) ad opera di Jacques Mougenot su testi oltre che dalla Recherce di Proust anche di Jean Cocteau, Paul Morand e Stefan Zweig, che per un'ora ha intrattenuto gli spettatori del Théâtre/Galerie 3 Soleils, molti nelle braccia di Morfeo, in una sorta di dotta conferenza, passando dalla scrivania al proscenio, senza mai utilizzare un'immagine, una diapositiva o un video.

AO bernard

C'è stata pure qualcuna come Orianne Bernard che ha cercato al Théâtre du Chêne Noir di calarsi nei panni di Ava Gardner nello spettacolo Ava, la dame en verte, esibendosi nelle sue succinte mise verdi, come trapezista, equilibrista, acrobata e cantante d'un circo salottiero, cercando di accattivarsi il pubblico con posture lascive e lunghi sospiri, patrimonio d'una bellezza selvaggia e d'una sensualità inquietante di là da venire.

AO drole

Juliette Galoisy invece da canto suo in Drôle d'istoire (Storie curiose) ha raccontato nel salone Condition des Soies con molta ironia e con un piglio professorale una serie di storielle divertenti, riguardanti personaggi storici di cui magari conosciamo un aspetto diverso. Così Anna d'Austria non è austriaca, Giulio Cesare non era imperatore, l'appello di De Gaulle a Radio Londra fu fatto il 18 giugno 1940 e non nell'agosto di quell'anno e poi ancora storielle riguardanti personaggi come Cristoforo Colombo, il mago Merlino e il Re Artù di cui scopriremo nuovi risvolti.

AOpiano paradiso

Uno spettacolo relax pomeridiano all'Essaïon-Avignon, titolato Piano Paradiso, col pianista-cantante Alain Bernard che ci ha deliziato con una serie di musiche tratte da altrettanti film, in un percorso ricco di humor e di tenerezza, quasi una commovente dichiarazione d'amore verso la Musica e il Cinema.

AO SAUVAGE Dominique-HoucmantGoldo

Un'intrigante pièce con cinque personaggi al Theatre des Doms, On est sauvage comme on peut (Si è selvaggi come si può) ad opera del Collettivo Greta Koetz formato dagli attori Marie Bourin, Antoine Cogniaux, Sami Dubot, Lea Romagny, che durante una cena per la festa di compleanno, vengono fuori alcune verità mal sopportate dal protagonista, che finisce nudo in scena, in una serie di visioni sanguinolente alla Quentin Tarantino o piene di cibo sparso dappertutto come in alcuni spettacoli di Rodrigo Garcia.

AO COMET

Delizioso lo spettacolo della Compagnia Eureka, Com'et dit...et non dit (Come dire e non dire) scritto, diretto e interpretato da una vulcanica Lucia Pozzi, al Théâtre de la Porte Saint-Michel, in compagnia di Hervé Belmontet nei panni d'un conferenziere che deve intrattenere il pubblico in una sua lectio magistralis sul Teatro. All'inizio sembra un omaggio al Cechov de Il tabacco fa male, in cui il protagonista è impossibilitato a descrivere le malattie di chi è prigioniero del fumo del tabacco, perché la moglie dietro le quinte lo fa deragliare su altri argomenti riguardanti, in particolare, la sua famiglia. Invece qui, Belmontet che sfodera un bell'aplomb di conferenziere con voce netta e chiara, viene interrotto continuamente dalla Pozzi per un qualunque problema riguardante le luci, la scena e altro, cercando pure di coinvolgere il pubblico che accetta di buon grado di rispondere alle sue provocazioni.

Ultima modifica il Lunedì, 05 Agosto 2019 08:46

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