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(CINEMA) - "L'ULTIMA ORA" di Sébastien Marnier. Presagi di morte...

"L'ultima ora"  di Sébastien Marnier "L'ultima ora" di Sébastien Marnier

L'ultima ora
di Sébastien Marnier
Con Laurent Lafitte, Emmanuelle Bercot, Luàna Bajrami
Francia, 2019

L'ultima ora, presagi di morte.

In una scuola superiore, in seguito ad un tragico evento, al supplente Pierre viene affidata una classe di ragazzi prodigio, intellettualmente eccezionali. Sei di loro però nascondono un segreto e i loro comportamenti ambigui attirano l'attenzione del nuovo insegnante. Tratto dal romanzo di Dufossé, il film (il cui titolo originale è L'heure de la sortie) si sviluppa sul sospetto ossessivo che Pierre nutre verso questo gruppo di ragazzi, pedinandoli e studiandoli quasi morbosamente. Un thriller psicologico che sfocia a tratti stilisticamente nell'horror e in cui la suspense è l'elemento prioritario e dominante.
I sei adolescenti manifestano una chiara ostilità nei confronti del mondo esterno e un senso di superiorità che infastidisce Pierre, che nel loro atteggiamento legge qualcosa di analogo alla chiusura di una setta. Che segreto nascondono? Con il lento avanzare del film emerge la tematica portante, inizialmente ben celata: la preoccupazione ambientalista, e non solo, per la sorte del nostro mondo. L'eco del Fridays for future risuona prepotentemente ed è facile rivedere in questi ragazzi geniali, preoccupati per un futuro catastrofico, l'ombra di Greta Thunberg . La fine è alle porte, la catastrofe imminente. La fiction si fa in molti passaggi documentario, rivelando attraverso dei video diegetici le emergenze che stanno schiacciando l'umanità. Una parentesi incisiva è riservata anche alle istanze animaliste e sono mostrate brevissime immagini scioccanti, ad esempio degli allevamenti intensivi e dell'industria alimentare, come una dei poveri pulcini maschi tritati vivi perché ritenuti inutili agli scopi umani. Immagini cruente niente affatto scontate in un film di fiction che si rivolge a un pubblico non prettamente animalista, che ricordano l'intenso documentario Dominion .
Una certa immaturità registica non ne sviluppa a pieno il potenziale, ma è comunque un film molto interessante e affascinante. Viene marcata l'atmosfera inquietante e di sospensione che enfatizza e lascia presagire l'imminenza di una tragedia. Una nuova consapevolezza apocalittica cresce nelle ultime generazioni, che si ritrovano a confrontarsi con la verità, nuda e squallida. È messa in risalto la cecità del mondo adulto verso la sofferenza. Gli insegnanti della scuola vedono solo quello che vogliono vedere e sfuggono alla visione dello sgradevole. Guardare in faccia la catastrofe richiede un coraggio autolesionista. La reazione emotiva e razionale di chi apre gli occhi al destino che ci aspetta è ricca di sfaccettature ambigue, fra cui il tentativo di anestetizzarsi e vivere in profondità il dolore. La cinepresa spia i ragazzi, incarnando il punto di vista del giovane professore e la sua ossessione per qualcosa che sente non andare. Un presagio mortifero tormenta le menti sia dei ragazzi che di Pierre, apparentemente per ragioni diverse, ma in realtà condividono uno stesso medesimo destino ineluttabile.

Corinne Vosa

Ultima modifica il Sabato, 06 Luglio 2019 08:15

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