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FONDAZIONE NAZIONALE DELLA DANZA/ATERBALLETTO - coreografie Philippe Kratz, Jirí Kylián, Johan Inger

Aterballetto in "Bliss", coreografie di Johan Inger. Foto Nadir Bonazzi Aterballetto in "Bliss", coreografie di Johan Inger. Foto Nadir Bonazzi

PHOENIX
coreografia Philippe Kratz,
musica elettronica originale di Borderline Order
costumi Costanza Marmotti, luci Carlo Cerri
con Saul Daniele Ardillo, Damiano Artale, Martina Forioso, Ina Lesnakowski, Grace Lyelll, Giulio Pighini, Roberto Tedesco, Serena Vinzio, Lucia Vergnano prima assoluta;

14':20'', estratto/duo dall'opera 27':52''
coreografia Jirí Kylián
musica Dirk Haubrich, nuova composizione, basata su 2 temi di Gustav Mahler
scene Jirí Kylián, costumi Joke Visser, luci Kees Tjebbes
con Serena Vinzio e Damiano Artale;

BLISS
coreografia Johan Inger
musica Keith Jarrett
scene Johan Inger, costumi Johan Inger e Francesca Messori, luci Peter Lundin
con Saul Daniele Ardillo, Damiano artale, Martina Forioso, Philippe Kratz, Ina Lesnakowski, Ivana Matroviti, Roberto Tedesco, Serena Vinzio, Noemi Arcangeli, Hektor Budlla, Alessandro Calvani, Valerio Longo, Grace Lyell, Riccardo Occhilupo, Giulio Pighini, Chiara Viscido, Lucia Vergnano, produzione AterBalletto, al teatro Ponchielli, Cremona, 19 aprile 2017

www.Sipario.it, 2 maggio 2017

L'Aterballetto è come l'araba fenice, risorge dalle ceneri di una tradizione e di un repertorio coreografico per spiccare di nuovo il volo. L'Aterballetto ha cambiato pelle, sembra essere pronto a costruire e confermare una vocazione al contemporaneo che si nutre di una convinzione e maturità per certi versi inedite. La compagnia di danza contemporanea per eccellenza del panorama italiano ha cambiato passo, ha tradotto in azione poetica e disponibilità umana il passaggio che l'attende. Sarà che da settembre prossimo la direzione passerà a Gigi Cristoforetti, ma l'impressione è che le ultime produzioni e una certa estetica del contemporaneo stiano portando la compagnia ad essere pronta alla 'svolta' che si pensa darà al corpo di ballo la nuova direzione. Cristoforetti – ideatore prima della Festa Internazionale del Circo Contemporaneo e di TorinoDanza – ha nelle sue corde un'attenzione forte alla contemporaneità, sia nello scoprire e valorizzare le ultime tendenze della danza internazionale, sia nel proporre e osare linguaggi nuovi e a tratti spiazzanti. Su questo futuro prossimo venturo sembra costruirsi la nuova identità della compagnia, per così dire pronta al contemporaneo più radicale, se non estremo, ma con il sapere e la coscienza della tradizione. In questo cambio di ruoli non meno importante è la nomina a direttore artistico della compagnia di Pompea Santoro che succede Cristina Bozzolini che ha avuto il compito in questi anni di ricreare un repertorio per la compagnia, chiamando grandi autori e giovani. Questa è l'impressione registrata al debutto nazionale di Phoenix al Ponchielli di Cremona, serata in cui erano presenti sia il direttore generale: Giovanni Ottolini che il futuro direttore, Gigi Cristoforetti.
Phoenix di Philippe Kratz rappresenta il tentativo di rendere visibile una disposizione al contemporaneo che germoglia all'interno del corpo di ballo di Reggio Emilia. Philippe Kratz è ballerino della compagnia e coreografo. Per chi agisce all'interno di Aterballetto non c'è solo la possibilità di esperire e formarsi su diversi linguaggi coreografici, ma c'è anche la opportunità – se se ne evidenzia la predisposizione – di provarsi nell'esperienza autoriale. Phoenix è un omaggio alla vita che si rigenera, alla vita come perenne divenire che trova una sua traduzione coreografica in una serie di quadri plastici e morbidi con echi ai grandi maestri della coreografia contemporanea, quasi che Kratz abbia voluto di-mostrare quanto ha visto o ha praticato, sottolineando quanto il creare di oggi non possa essere che un citare, non per scimmiottare ma per reinventare. Ed in fondo è l'intero trittico presentato al Ponchielli che racconta di una classicità del contemporaneo, che pone l'Aterballetto davanti a un rinnovato e accresciuto sentimento del contemporaneo, costruito su un sapere e un frequentare i 'classici del presente' in uno slancio verso una tensione che dice di un oggi danzante alle prese con una riflessione metalinguistica e con la conoscenza di ciò che è stato.
Questa eredità dei grandi maestri contemporanei si coglie nel repertorio di Aterballetto. Nel pezzo 14' 20" di Jirí Kylián tempo e spazio si coniugano in un passo a due che freme di ritmo e tensione, che si tiene in equilibrio su un senso penetrante di un vivere a scadenza, di un tempo che sta per scadere. Bliss di Johan Inger si impone invece per la sua leggerezza, per le movenze tenui ed eleganti che legano in una serie di quadri e variazione i numerosi membri della compagnia. I colori pastello dei costumi ben rappresentano la delicatezza di una danza che è un piacere per gli occhi, in cui la tecnica assume la naturalezza e la fluidità di uno stare in scena che comunica allegria e freschezza. Nelle tre coreografie che hanno chiuso la rassegna La Danza 2017 del Ponchielli è parso di poter individuare una compagnia cambiata, più matura e cosciente delle proprie potenzialità, un Aterballetto che si offre come un corpo coeso e duttile pronto ad intraprendere una nuova e forse inedita strada verso una coreografia dell'oggi e del presente. I danzatori di Aterballetto sono pronti, mostrano un'apertura e una preparazione fisica adatte a un futuro prossimo venturo gravido di novità e cambiamenti tutti da scoprire ed esperire. In bocca al lupo!

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Giovedì, 04 Maggio 2017 11:29

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