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HISTOIRE DE MANON (L') - coreografia Kenneth MacMillan

L'Histoire de Manon L'Histoire de Manon Coreografia Kenneth MacMillan. Foto Brescia e Amisano Teatro alla Scala

Balletto in tre atti
Coreografia di Kenneth MacMillan
ripresa da Karl Burnett.
Musica di Jules Massenet. Arrangiamento e orchestrazione di Martin Yates. Scene e costumi di Nicholas Georgiadis.
Con: Svetlana Zakharova, Roberto Bolle, Natalia Osipova, Claudio Coviello, Marta Romagna, Virna Toppi, Marco Agostino, Antonino Sutera, Mick Zeni, Maurizio Licitra e il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala.
Orchestra dell'Accademia Teatro alla Scala. Direttore: David Coleman. Produzione Teatro alla Scala.
Milano, Teatro alla Scala, dal 7 al 15 novembre 2013

www.Sipario.it, 10 novembre 2013
Manon alla Scala fra morale, sentimento e bizzarria

Affrontare i problemi più urgenti della morale e della riflessione etica si rivela spesso un compito assai arduo primariamente per le difficoltà legate alla pluralità dei campi del sapere che all'argomento concedono largo spazio. Per quanto il dibattito filosofico sul tema sia il terreno che per eccellenza offre rigogliose e stimolanti linee di pensiero, non sono pochi gli ambiti che - sotto diversi rispetti - hanno posto il problema con solerzia. Fra questi è annoverbile l'Histoire du Chevalier des Grieux et de Manon Lescaut di Antoine-François Prévost che a buon diritto è collocabile in questo complesso soggetto e che il narratore non esita a presentare come "trattato di morale trasformata piacevolmente in azione".
Affascinanti, ambigue e ardite svolte esistenziali sono i tratti primari del romanzo che felicemente approdano sulle punte. In questo dominio il balletto creato da Kenneth MacMillan nel 1974 per il Royal Ballet è il fortunato esito di una creatività di prim'ordine che si è ampiamente spesa per scottanti tematiche.
Dopo due anni dalle ultime repliche e in chiusura di stagione sul palco del Teatro alla Scala torna questo titolo che nella prima rappresentazione del balletto vede Roberto Bolle riprendere i panni del giovane studente di filosofia.
Ad un'entrata in scena che mostra il fascino esercitato dalla lettura in un uomo "di cui tutti ammiravano la saggezza e il ritegno" - come ricorda Prévost - segue immediatamente l'incanto dello sguardo d'amore di Manon. Per lei Des Grieux danza svelando i migliori esiti della tradizione coreografica inglese che con Roberto Bolle assurge a quelle grandi linee e a quel lirismo pregno di intenso respiro che gli sono propri. Un ruolo che la nostra étoile palesa nella genuina, indomabile e infausta scelta morale di Des Grieux. Una complessa caratterizzazione del giovane cavaliere interpretata da Roberto Bolle alla Scala fin dal 1998 e che, dopo Milano, nei prossimi mesi continuerà a danzare a Shiga, Tokyo e New York.
Per la prima volta la sua Manon sul palco del Piermarini è Svetlana Zakharova: in questo ruolo l'étoile ucraina non esita a divenire repentinamente "la regina del cuore" di Des Grieux sebbene con lei Manon afferri, in rapida successione, quelle scaltre arguzie capaci di sospendere l'esaltazione amorosa. "Amava troppo l'abbondanza e i piaceri per sacrificarmeli": così ripete il giovane studente nelle pagine dello scrittore francese. Su questo rilievo Bolle e Zakharova, con la loro proverbiale sicurezza tecnica, ritraggono la crescita dei loro personaggi non risparmiandosi di palesare - nel terzo atto - l'umano degrado provato dai protagonisti.
Su di loro si posano i torbidi intrighi di Lescaut che qui con Antonino Sutera gioisce continuamente della sua fosca condizione.

Natalia Osipova e Claudio Coviello

Di diverso taglio la storia che ci restituisce il cast della terza rappresentazione. A debuttare con questi "tormenti dell'amore" Natalia Osipova e Claudio Coviello. L'artista ospite è una protagonista che cattura più per innocenza e puro slancio d'amore che per avidità e seduzione del bene materiale. Le giovanili grazie della bella Manon sono mostrate in una passione che qui vive di delicato e moderato sviluppo dosato nei quattro pas de deux che cadenzano l'evoluzione della trama.
Con Claudio Coviello il giovane Des Grieux gode delle gioie che arreca questa agitata relazione riuscendo a persuaderci che Manon "portava in fondo al cuore il ricordo del [suo] amore e il rimorso della sua infedeltà", come si legge nel romanzo.
L'ambiguo fratello di Manon in questa recita era Mick Zeni, primo ballerino scaligero che al personaggio regala le note furbesche connotazioni.
Due storie, due Manon e due Des Grieux testimoni della diversità interpretativa che questi ruoli richiedono dal momento che la varietà dei tratti è la loro caratteristica peculiare. Una rigogliosa diversità che in scena diviene preziosa risorsa auspicata da quell'assiduo spettatore che non di rado ama rispolverare e scoprire sotto nuovi rispetti le bizzarrie esistenziali.

Vito Lentini

Ultima modifica il Domenica, 10 Novembre 2013 17:53
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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