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PROJECT POLUNIN “SATORI” – coreografia varie

Sergei Polunin e  Natalia Osipova in "Satori", coreografia Sergei Polunin. Foto Roberto Ricci Sergei Polunin e Natalia Osipova in "Satori", coreografia Sergei Polunin. Foto Roberto Ricci

FIRST SOLO
Coreografia di Andrey Kaydanovskiy
Musiche di Alèmu Aga, Agustin Lara
Poesie di Alexander Galich
Costumi di Martin Leuthold
Luci di Christian Kass
Interprete Sergei Polunin

SKRJABINIANA
Coreografia di Kasyan Goleizovsky
Musica di Alexander Skrjabin
Regia, luci di Roman Mikheenkov
Ricostruzione coreografia di Ksenia Oyvental
Costumi di Sofia Filatova
Interpreti Sergei Polunin
Natalia Osipova, Prima ballerina, Royal Opera House di Londra

Igor Tsvirko, Primo solista, Balletto del Teatro Bolshoi di Mosca

Elena Solomianko, Solista, Balletto del Teatro Stanislavsky di Mosca

Egor Khromushin, Solista, Balletto del Teatro Bolshoi di Mosca

Polina Podolskaya, Solista, Balletto del Cremlino

Evgenia Savarskaya, Solista, Balletto del Teatro Bolshoi di Mosca

Alexei Lyubimov, Solista, Balletto del Teatro Stanislavsky di Mosca

Nina Kaptsova, Prima ballerina, Balletto del Teatro Bolshoi di Mosca

Anastasia Goryacheva, Primo solista, Balletto del Teatro Bolshoi di Mosca

SATORI
Coreografia di Sergei Polunin
Musica originale di Lorenz Dangel
Regia di Gabriel Marcel Del Vecchio

Scene di David Lachapelle

Costumi di Angelina Atlagic
Luci di Christian Kass
Video di Design Zsolt Balogh
Suono di Tom Marshall
Direttore del casting Valentino Zucchetti
Interpreti: Sergei Polunin, Natalia Osipova
Ljliana Velimirov, Solista, Teatro Nazionale di Belgrado
Alexey Lyubimov, Igor Tsvirko
Dorde Kalenic, Allievo, Fondazione Nazionale della Danza di Belgrado

Prima nazionale
PARMA, Teatro Regio, 3 febbraio 2018

www.Sipario.it, 5 febbraio 2018

L'irresistibile Sergei Polunin ha ricevuto, sabato sera al Teatro Regio di Parma, un primato di applausi, ovazioni e manifestazioni entusiastiche venendo richiamato più volte in palcoscenico, a gran voce, per altri appassionati minuti di giubilo. Straordinario danzatore di agilità e coloratura coreutica, favorito da eccezionali doti naturali ed espressive con inclinazioni al pop, il pubblico parmense gli ha tributato nel finale una meritata standing ovation con una pioggia di fiori che ha fatto da corona alla riapertura del sipario per più volte. Polunin ha riscaldato il pubblico, con destrezza, proponendo un programma che ha contemplato "First Solo" di Andrey Kaydanovskiy, "Sckrjabiniana" di Kasyan Goleizovsky per terminare, alla ripresa del secondo tempo, con l'attesa sua prima coreografia "Satori" sulle evocative musiche originali di Lorenz Dangel. Il repertorio di Sergei Polunin è vasto ed eterogeneo, comprende ruoli marcatamente classici ma anche quelli più moderni tra cui, bene appunto, la nuova creazione che ha proposto traducendola dal suo pensiero "...Ho bisogno di tirare fuori quello che ho dentro e per farlo non devo avere troppe costrizioni" supportato dalle trascendentali scenografie del regista e fotografo David LaChapelle, mostrando così una tecnica ferrea arricchita da strepitose linee che lo innalzano tra i più grandi ballerini della nostra generazione. Entusiasmo condiviso anche per i suoi partner, a partire dalla straordinaria, sublime ed empatica Natalia Osipova e via via a tutti gli altri artisti, Igor Tsvirko, Elena Solomianko, Egor Khromushin, Polina Podolskaya, Evgenia Savarskaya, Alexei Lyubimov, Nina Kaptsova, Anastasia Goryacheva, Liliana Velimirov e del giovane allievo Dorde Kalenic della Fondazione Nazionale della Danza di Belgrado. Il merito del ballerino ucraino è quello di averci restituito il ruolo maschile per eccellenza, imperniato sulla virilità e sull'assoluta mascolinità che hanno reso le sue "prese" fortemente potenti, per espressività ed emotività, costruite sull'abilità del metodo dove traspare un moto di sentimentale bellezza, conferendogli un'eleganza unica, gagliardo fino all'ultima goccia di sudore. Il pubblico ha saputo percepire e distinguere la sua capacità di riempire il palcoscenico grazie ad una corrente tradizionalista, rispettando il ruolo originale verso l'assoluta forma d'arte sottolineandolo però da quel tocco di libertà e genialità, tipico solo dei grandi, che lo hanno eletto nell'olimpo di Tersicore per doti, fascino e spontaneità. Già a partire dall'assolo iniziale ha dimostrato grande forza, notevole potenza, eccezionale vigore. Il secondo pezzo "Sckrjabiniana" riporta all'origine dei balletti classici, che tra il 1909 e il 1929, Sergej Djagilev rivoluzionò in un nuovo corso "moderno" della danza classica con movimenti non sempre canonici ma imprimendo una totale riscoperta delle disposizioni icastiche. Nella coreografia l'intenso spirito drammatico e il grande virtuosismo tecnico dei danzatori russi ha sortito un rilevante impatto sugli spettatori e Polunin, in coppia con l'eterea Osipova, ha saputo ricreare la magia del "pas de deux" con ritmo innovativo declinandolo sulla grande scuola accademica del passato. I movimenti della prima ballerina della Royal Opera House sono stati eseguiti con tale flessibilità delle giunture, allungamenti ed assoluta perfezione d'equilibrio mettendo così in risalto una solida e rigorosa tecnica di punte. In "Satori" Polunin ha affrontato una combinazione di passi che hanno analizzato in modo dettagliato, decomponendo i singoli elementi tecnici su cui costruire lo stile in un crescendo di difficoltà e di complessità compositive. La sua danza è armonia di tutte le parti del corpo, le pose e i movimenti, a volte anche irruenti, pongono sempre in luce i più piccoli dettagli grazie ad un carisma che ben pochi possiedono. Dal punto di vista stilistico, la coppia Osipova-Polunin, possiede un appressamento consapevole nel costante autocontrollo della propria fisicità e nel lavoro mirato alla qualità e non certo alla quantità. Il risultato della serata è un fondamento impeccabile nella ritrovata "espressività" dei ruoli maschili e femminili dettata dai legittimi canoni. Polunin è un danzatore non conservativo ma in costante sviluppo che lo ha portato, anche nelle vesti di coreografo, a conquistare per abilità e capacità fin dal recente debutto di "Project Polunin" presso il London Coliseum, basando questo progetto sull'intento produttivo di nuove creazioni nate dalla collaborazione tra ballerini, artisti, musicisti e coreografi provenienti da diversi ambiti. Tutti gli altri danzatori, primi ballerini e solisti dei maggiori teatri russi, hanno strappato applausi a scena aperta per una conforme tecnica che ha mostrato oggettivamente allineamenti supportati da eccellenti movenze e in certi casi arditi passaggi. Polunin nel programma di sala ha voluto così riassumere il suo pensiero in vista della prima nazionale di Parma: "Sono molto contento di vedervi questa sera e vorrei ringraziarvi per la vostra presenza qui in occasione della nuova entusiasmante produzione di 'Project Polunin'. Vorrei ringraziare tutto lo staff e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo viaggio. Sono molto orgoglioso di poter condividere tale esperienza con tutti voi, con coloro che amano la danza e l'arte e che ne fanno una loro ragione di vita". L'artista ucraino ha mostrato che la sua "libertà" è un atto interiore che mediante la danza si manifesta all'esterno sviluppando i pensieri in linguaggio fisico, scoprendo così la complessa e profonda realtà umana a volte celata dall'apparenza ingannatrice. Gualberto Titta diceva che "il balletto è un'arte severamente tradizionalista quanto stupefacentemente viva e proiettata nel futuro", questo pensiero ben si sposa con la serata al Regio lasciando percepire un risveglio, un'illuminazione personale e diretta, abbandonando ogni idealismo e concettualizzazione, raggiungendo uno stato di comprensione della vera natura della danza che difficilmente si può trasmettere con le parole.

Michele Olivieri

Ultima modifica il Mercoledì, 07 Febbraio 2018 00:00

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