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PROMESSI SPOSI (I) - regia Michele Guardì

I promessi sposi I promessi sposi Regia Michele Guardì

riduzione teatrale, testo e regia di Michele Guardì, musica di Pippo Flora
Scene: Luciano Ricceri, Costumi: Alessandro Lai, Musiche: Pippo Flora; coordinamento musicale e collaborazione agli arrangiamenti: Gianluca Cucchiara
Regia: Michele Guardì
Interpreti: Graziano Galatone, Noermi Smorra, Salvatore Salvaggio, Brunella Platania, Christian Gravina, Vittorio Matteucci, Rosalia Misseri, Chiara Luppi, Enrico D'Amore, Cristian Mini,Vincenzo Caldarola, Lorenzo Praticò, Giorgio Careccia, Daniele Barletta e con la partecipazione straordinaria di Giò Di Tonno nel ruolo di "Don Rodrigo", Corpo di ballo e coro de "I Promessi Sposi"
Trieste, Politeama Rossetti 1 marzo 2012

www.Sipario.it, 9 marzo 2012

Un musical dai grandi numeri per celebrare il romanzo più famoso della letteratura italiana. Le cifre da kolossal ci sono tutte per un impianto teatrale da vera opera lirica: 40 persone in scena, 30 dietro le quinte, 10 protagonisti, 6 comprimari, 22 ballerini-coristi, una base musicale realizzata da un'orchestra sinfonica importante, costumi come citazioni storiche ed infine una scenografia sorprendente ricca di proiezioni ed effetti speciali.

Questi sono "I Promessi Sposi" di Michele Guardì (riduzione teatrale del testo e regia) e Pippo Flora (musiche) che hanno debuttato trionfalmente a San Siro nel giugno 2010 ed ora proseguono con successo il secondo anno di tournèe teatrale, tanto da essere diventati ormai un cult del panorama italiano.

Lo spettacolo è semplicemente magniloquente e presenta un possente impatto corale che non snatura il tratto popolare del romanzo di Alessandro Manzoni, anzi lo vivifica e lo esalta, concentrandosi sui nuclei tematici più forti che ci emozionano ancora oggi: l'amore ostacolato, la prepotenza del potere, la speranza nella giustizia e la certezza della fede religiosa. I 39 quadri narrativi, curati nei minimi dettagli e molto complessi (scenografie di Luciano Ricceri, costumi di Alessandro Lai e coreografie di Martino Muller), si susseguono senza sosta, tenendo alto il ritmo della storia sin dall'apertura metateatrale che invera una concitata ouverture a sipario ancora chiuso. Tutti momenti davvero coinvolgenti sia dal punto di vista musicale (con testi di rara bellezza), sia storico-evocativo. Come dimenticare allora, tra i tanti, il sogno tremendo di Don Abbondio, la chiassosa festa per la futura sposa in cortile, le libagioni perfide di Don Rodrigo, l'Addio ai monti di Lucia, la monacazione forzata di Gertrude ("La Bambola col velo") e il concertato sui tormenti d'amore ("Amore che..."), l'apparizione nera sul trono dell'Innominato, il lazzaretto davanti alla "grande macchina del Duomo" di Milano e la morte di Cecilia... fino alla pioggia catartica del finale dove avanza la processione al seguito di Carlo Borromeo che intona il Padre Nostro?

Le prove del cast stellare (con tanti elementi già ammirati in Notre Dame) lasciano un segno nell'immaginario dello spettatore, anche perché tutti i protagonisti hanno un tema melodico ricorrente che li caratterizza. Sofferti e ingenui Renzo (Graziano Galatone), Lucia (Noemi Smorra) ed Agnese (Brunella Platani) ci fanno parte del dramma della "povera gente" che è prevaricata dai cattivi di turno - Don Rodrigo (un vibrante Giò Di Tonno), Egidio (Enrico D'Amore) e l'Innominato (Vittorio Matteucci) - ma che sa sempre perdonare. Le figure religiose sono declinate con efficacia: dolente e passionale la monaca di Monza di Rosalia Misseri, intensi e decisivi Fra Cristoforo e il Cardinal Borromeo entrambi impersonati da Christian Gravina. Da basso rossiniano la presenza buffa e pavida di Don Abbondio, affidata a Salvatore Salvalaggio, cui fa da spalla la Perpetua di Chiara Luppi (intreprete anche di un'accorata aria dove diventa la madre di Cecilia e ci restituisce il suo inconsolabile dolore).

Uno show maestoso che, attenendosi con rigore storiografico alla vicenda secentesca, sa trasmettere poesia, intensità di passioni e fiducia nella Provvidenza divina.

Elena Pousché

Ultima modifica il Mercoledì, 13 Marzo 2013 22:20
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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