Alpha Grace
coreografia di Philippe Kratz
musica di Barrio Sur, Fela Kuti, consulente drammaturgico Tyrone Isaac-Stuartk luci di Carlo Cerr
con Alberty Carol Perdiguer, Leonardo Farina, Arianna Ganassi, Arianna Kob, Federica Lamonaca e Giovanni Leone;
‘O’
coreografia di Philippe Kratz
di Philippe Kratz, musiche di Mark Pritchard, costumi di Francesca Messori
con Arianna Kab e Leonardo Farina;
Bliss
coreografia di Johan Inger
musiche di Keith Jarret, scene di Johan Inger, costumi di Johan Inger e Francesca Messori, luci di Peter Lundin
con Ana Patricia Alves Tavares, Estelle Bovay, Albert Carol Perdiguer, Sara De Greef, Matteo Fiorani, Arianna Ganassi, Giovanni Leone, Nolan Millioud, Saul Daniele Ardillo, Leonardo Farina, Marina Forioso, Clément Haenen, Arianna Kob, Federica Lamonaca, Ivana Mastroviti, Giulio Pighini,
produzione Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto
al teatro Municipale, Piacenza, 7 aprile 2024
Storie è il titolo che unisce il trittico del Centro Coreografico Nazionale: Alpha Grace di Philippe Kratz su musiche di Barrio Sur e Fela Kuti, ‘O’ sempre di Philippe Kratz su musiche di Mark Pritchard, The Field e Bliss di Johan Inger su musica di Keite Jarret, coreografia premiata da Danza&Danza nel 2016. Storie è un format che permette alla compagnia di comporre e proporre il proprio repertorio, offrendo una serie di narrazioni coreutiche che per consolare i più che cercano un raccontano, ma che hanno il loro valore intrinseco nel segno coreografico e nella maturità e freschezza, al tempo stesso, del corpo di ballo, anche in questo caso mutevole a seconda della serata. In Alpha Grace Alberty Carol Perdiguer, Leonardo Farina, Arianna Ganassi, Arianna Kob, Federica Lamonaca e Giovanni Leone assecondano con armonica plasticità e una gestualità il tratto coreografico di Kratz in cui momenti solistici e altri corali raccontano di un bisogno di empatia che sta all’origine di ogni relazione umana. Immancabilmente si cade, di nuovo, nella narrazione, ma ciò che colpisce è la cupa armonia desituata del movimento, in cerca di una sua platonica compiutezza. Sempre di relazione – questa volta fra due androidi – racconta O con Arianna Kab e Leonardo Farina intendi in un chiaroscurale pas de deux davanti ad un occhio che assomiglia anche a una sorta di conchiglia, ma che le note di sala indicano come un riferimento al computer Al di 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Non ci vuole molto per capire che il pre-testo narrativo è trasceso dal movimento e dalla coreografia che è come se portasse a sintesi il lavoro corale visto precedentemente. La chiusura del trittico è affidata alle atmosfere sospese e luminose di Bliss di Johan Inger in cui Ana Patricia Alves Tavares, Estelle Bovay, Albert Carol Perdiguer, Sara De Greef, Matteo Fiorani, Arianna Ganassi, Giovanni Leone, Nolan Millioud, Saul Daniele Ardillo, Leonardo Farina, Marina Forioso, Clément Haenen, Arianna Kob, Federica Lamonaca, Ivana Mastroviti, Giulio Pighini regalano intensi e tesi momenti di insieme e pas de deux in un intrecciarsi di incontri e abbandoni che seguono il respiro compositivo del pezzo di Jarrett che nulla concede all’ascoltatore se non il silenzio sollecitato da poche ma ben assestate note ed armonie. Tutto ciò ha la leggerezza dei movimenti e dei costumi, la luminosità dei colori pastelli che consolano della cupezza dei due pezzi precedenti. Si esce da Storie con gli occhi pieni di bellezza e leggerezza e con la conferma di quanto il Centro Coreografico Nazionale, diretto da Gigi Cristoforetti, stia costruendo un esempio interessante di compagnia stabile e di ensemble capace di fare scuola, casa, di osare nel tenere alta la tradizione coreutica contemporanea italiana. Cosa non da poco e che si intuisce in Storie, in questo suo peregrinare per teatri, in contesti differenti, per diffondere il linguaggio della danza come piacere visivo-mimico ed emotivo. Nicola Arrigoni