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Del modo di trascorrere le ore di Sandro Bajini

Del modo di trascorrere le ore Sandro Bajini
DEL MODO DI TRASCORRERE LE ORE
Conversazioni sul teatro, la poesia, la politica e tutto il mondo universo attraverso la biografia di un autore, a cura di Marco Innocenti

Philobiblon Editore, 2012, 13,00 euro, pp. 191

Conoscere il pensiero di Sandro Bajini, drammaturgo, saggista e poeta, è possibile non solo attraverso la lettura delle sue numerose opere, ma anche con colpo d'occhio sulla sua vita e sul suo approccio alle cose del mondo come ci consente di fare il volume Del modo di trascorrere le ore, curato da Marco Innocenti. Intervistatore e complice, spetta infatti a quest'ultimo il compito di guidare tanto l'intervistato quanto il lettore in un percorso vario ed articolato, in cui vengono toccate sia in termini cronologici che tematici le tappe di cui Sandro Bajini è stato ora testimone ed ora protagonista.
Tornare con la memoria ad eventi della sua esistenza è occasione e pretesto per esternare il suo pensiero con il ricorso all'ironia, al paradosso, all'aneddoto, con una schiettezza ed una simpatia che lo rendono irresistibile anche al lettore più refrattario. Succede così che la storia di un autore diventi anche la storia di un'epoca, la quale emerge vivida dal suo racconto, rendendo intrigante ed avvincente lo scorrere delle pagine.
Ecco il le sue impressioni sul fascismo, vissuto da bambino e da adolescente, il resoconto del bombardamento del 1942, quando aveva quindici anni, delle esperienze giovanili nella Milano degli anni Cinquanta e Sessanta, allorché, neolaureato in medicina, decide di non curare i malati per seguire la sua vera vocazione, delle vicende degli anni Settanta e delle commedie da lui definite "del disinganno" perché all'insegna della distruzione dei miti. Per non parlare della cronistoria dei suoi contatti con i grandi del teatro italiano, Eduardo de Filippo e Giorgio Strehler tra gli altri, delle esternazioni sulla politica, sulla musica, sull'arte, ivi compresa l'arte del tradurre, sull'uso del dialetto in letteratura. Non manca, naturalmente, il ricordo dei viaggi, soprattutto in Russia, perché: «Amo la letteratura russa più di ogni altra al mondo. Pietroburgo non è una città di sogno, è sogno essa stessa».
Un caleidoscopio di spunti e di osservazioni sulla realtà circostante all'insegna dell'originalità di pensiero di uno spirito libero in grado di avere con il feticcio dei nostri tempi, il denaro, il distaccato rapporto strumentale che avrebbe con un cavatappi «senza il quale non posso sturare la bottiglia.»

Myriam Mantegazza

 

 

Ultima modifica il Venerdì, 22 Novembre 2013 11:15
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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