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AMALIA! - regia Franziska Guggenbichler Beck

"Amalia!", regia Franziska Guggenbichler Beck. Foto Fondazione Haydn "Amalia!", regia Franziska Guggenbichler Beck. Foto Fondazione Haydn

di Michael Cohen-Weissart
Soprano Mirjam Gruber (Amalia)
Tenore Matthew Peña (Jacob)
Basso Baritono Andrei Zhukov (Ernest)
Direttore Marcus Merkel
Idea e regia Franziska Guggenbichler Beck
Sceneggiatura e Drammaturgia Julian Twarowski
Costumi Nora Scheve
Scenografia Sigrid Ungerer
OPERA 20.21 Fondazione Orchestra Haydn/ Haydn Orchester di/von Bolzano e Trento/ Bozen u.Trient
Teatro Comunale Bolzano, Teatro Studio 9 febbraio 2019

www.Sipario.it, 11 febbraio 2019

Ma non chiamatela opera!

Proseguono tra Bolzano e Trento le nuove proposte liriche di Opera 20.21 promosse dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento per la stagione 2018-19. Questa volta è stato il turno del progetto vincitore della selezione "Fringe", bando di selezione per il teatro musicale contemporaneo rivolto a dar voce e valorizzare artisti e organizzazioni del settore culturale nell'ambito del Tirolo, Alto Adige e Trentino, presentato in prima assoluta al Teatro Studio del Comunale di Bolzano. Non è "opera", se per questo termine indichiamo una identità tra libretto e musica, l'Amalia! di Mihael Cohen Weissert, giovane compositore israelita di formazione tedesca, che è stata presentata come "opera western" ma che con tale genere non ha niente a che fare se qualche omaggio alla musica tutta italiana di Morricone. E' il risultato di un prodotto multimediale tra video, riprese realizzate in un contesto di natura alpina suggestiva e selvaggia (la val di Fosse, laterale della val Senales), progetto composito fatto di brevi stacchi musicali dal vivo, in cui è esplicito l'omaggio alla musica stile western del compositore italiano che fanno da cornice ad un collage di notissime arie d'opera, che danno forma ad una storia di sfida e di onore da vendicare. Trama riconoscibilissima, da romanzo popolare o, visto il contesto geografico di riferimento, trama tipica da Heimat-roman o dei film di ambientazione alpina anni'30 del regista altoatesino Luis Trenker (i costumi di scena in stile tracht tirolese portano la firma della ditta che reca il suo nome). Amalia, moglie del contadino Ernest (basso) viene assalita da un gruppo di Krampus, maschere demoniache tipiche dell'arco alpino tedesco che accompagnano San Nicola in sfilate per le strade dei paesi e delle vallate in occasione della festività del santo, una orrorifica mascherata che finisce in rissa per accaparrarsi Amalia. Trascorre del tempo e ritorna nella valle Jacob (tenore), partito dal villaggio anni fa per dimenticare la donna e la sua promessa d'amore. Naturalmente Ernest glielo impedirà a qualunque modo e ne nascerà un gioco di onore e di passione disperato tra ricordi infantili e mascherate infernali. I quadri si alternano tra inserimenti video con funzione scenografica assieme ad arie e duetti in scena con i tre protagonisti vocali (soprano Mirjam Gruber, tenore Matthew Peña, basso baritono Andrei Zhukov) che si alternano ai brevi inserti originali di Michael Cohen-Weissert. E' un lavoro di collage tra scene liriche dei Pagliacci, Anna Bolena, Un ballo in maschera, Mefistofele, Evgenij Onegin, Bohéme, Fidelio, La Wally. Ne risulta un lavoro di destrutturalizzazione dei brani d'opera di riferimeno con la loro ricollocazione in un altro contesto narrativo: forse la cosa migliore dell'idea stava proprio in questo gioco di incastro in un'altra sitazione tra video, scena, e arie liriche per la regia di Franziska Guggenbichler Beck, esperta di opera lirica per bambini. Del clima western sono rimaste pochi cenni limitati all'aspetto video: una pistola sfoderata, i primissimi piani dei volti dei due duellanti in rapida sequenza, omaggio all'arte registica di Sergio Leone. Muore il pretendente Jacob. Ma alla fine la vendetta sarà al femminile: Amalia ammazza il marito con una fucilata (era lui il krampus che ha tentato di violentarla) e se ne andrà lontana, sulle note della celeberrima aria dalla Wally di Catalani.
Lo spettacolo risulta anche accattivante ma segnato da troppe pause vuote tra i quadri, musicalmente ben realizzato con il supporto alla direzione musicale di un comparto ridotto dell'orchestra Haydn del giovane Markus Merkel capace di dar spazio alla parte più lirica e vocale. Se ottima è stata la prova del soprano Mirjam Gruber sicura nelle parti in cui era coinvolta (Edda, Amalia, Mimì e Wally), le parti maschili si sono adattate un pò più a fatica ai ruoli previsti con il tenore Matthew Peña nell'impervie parti di Percy dall'Anna Bolena di Donizetti, del Riccardo del Ballo in Maschera verdiano e nel duetto della pucciniana Bohéme, e con il basso Andrei Zhukov che ha retto nelle arie del Mefistofele di Boito e nel Fidelio beethoveniano.
Progetto accolto con calore dal pubblico ben assortito per età, presente nella sala studio, con la netta prevalenza dell'elemento della Bolzano tedesca, molti i giovani coinvolti nel progetto. C'è da chiedersi quale potrebbe essere la circuitazione di tale prodotto che di opera certamente non si tratta, più assimilabile ad un progetto didattico, utile per divulgazione dell'opera lirica aldilà dei contenuti strettamente musicali e di trama. Un modo come un altro per dar dire che le trame all'opera si assomiglia tutte con buona ragione dello scrittore irlandese George Bernard Shaw, "L'opera lirica è quella rappresentazione in cui il tenore cerca di portarsi a letto il soprano, ma c'è sempre un baritono che glielo vuole impedire".

Federica Fanizza

Ultima modifica il Martedì, 12 Febbraio 2019 06:56

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