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ALFREDO IL GRANDE – regia Stefano Simone Pintor

"Alfredo il Grande", regia Stefano Simone Pintor. Foto Gianfranco Rota "Alfredo il Grande", regia Stefano Simone Pintor. Foto Gianfranco Rota

Donizetti Opera 2023
Dramma per musica di Andrea Leone Tottola
Musica di Gaetano Donizetti
Prima esecuzione: Napoli, Real Teatro di San Carlo, 2 luglio 1823
Edizione critica a cura di Edoardo Cavalli © Fondazione Teatro Donizetti
Direttore Corrado Rovaris
Regia Stefano Simone Pintor
Scene Gregorio Zurla
Costumi Giada Masi
Light designer Fiammetta Baldiserri
Video designer Virginio Levrio
Assistente regia Veronica Bolognani
Alfredo Antonino Siragusa
Amalia Gilda Fiume
Eduardo Lodovico Filippo Ravizza
Atkins Adolfo Corrado
Enrichetta Valeria Girardello
Margherita Floriana Cicìo*
Guglielmo Antonio Gares
Rivers Andrés Agudelo
Orchestra Donizetti Opera
Coro della Radio Ungherese
Maestro del Coro Zoltán Pad
*Allieva della Bottega Donizetti
Bergamo, Teatro Donizetti 19 novembre 2023

www.Sipario.it, 23 novembre 2023

L’opera debuttò al San Carlo il 2 luglio 1823, protagonista il celebre baritenore bergamasco Andrea Nozzari, colonna della compagnia napoletana e habitué delle più complesse parti rossiniane. Ma, nonostante il prestigio della compagnia, l’opera non ottenne alcun successo, anche a causa di un libretto estremamente improbabile; non ebbe repliche, causando lo sconforto di Donizetti: «Parlo sincero (sarà quel che sarà), ma io non so far di più», come scrisse a Mayr prima della “prima”. Questo libretto, che ricalca quello scritto con lo stesso titolo a Roma, cinque anni prima, da Bartolomeo Merelli per Giovanni Simone Mayr, l’amatissimo maestro di Donizetti, dà inizio al percorso di Donizetti all'interno della storia inglese, un percorso non casuale ma intrinseco alla cultura della prima metà dell'Ottocento fatta di traduzioni, incursioni verso le altre letterature e storie nordiche: del resto nello stesso anno, 1823, compare sulle scene la Donna del Lago di Rossini da un poema di Walter Scott, su libretto redatto proprio da Andrea Leone Tottola. Occasione, quindi, del bicentenario per riportare alla luce un altro titolo dimenticato del catalogo donizettiano in una edizione critica che ha ricostruito la partitura lacunosa in tante sue parti. Il protagonista è unico, il monarca inglese Alfredo il Grande che costruisce nel IX secolo una unità territoriale dei territori inglesi sottraendoli alle incursioni dei vichinghi danesi. Come tutti i sovrani fondativi forte fu il suo impegno nell'ambito della riorganizzazione legislativa e culturale favorendo lo sviluppo di luoghi dediti alla produzione di manoscritti in latino e inglese antico, fondamentali per conoscere questi periodi di storia dispersi dal periodo romano fino alla definitiva costituzione del regno inglese sotto i Normanni. Forse è anche per questa ragione che l'oggetto dominante in scena, allestimento per la regia di Stefano Simone Pintor, è il libro declinato nelle varie forme e funzioni, che passa di mano in mano, oggetto di difesa, di memoria, ma anche arma di offesa. Spesso scorrono in scena video di distruzioni di Biblioteche antiche e recenti, di roghi di libri, ma nel contempo immagini da manoscritti medievali che restituiscono le gesta del re Alfredo e di antiche cartografie di tradizione latina che definivano l'allora territorio Oltremanica, come fondali scenici, che hanno dato forma a un gran libro narrativo. 

Il progetto era previsto in forma semiscenica, con il coro (della radio ungherese) in versione da concerto, mentre i personaggi si alternando in costumi da scena, tra antico e moderno, tra tute mimetiche e armature medievali, inserendosi con canto da leggio, spogliandosi dei costumi di scena. La regia non offre spiegazioni per questi passaggi di forma, ma che possono anche puntualizzare quegli inserimenti ricostruttivi della partitura frammentata: sono solo ipotesi, ma che non inficiano la comprensibilità della resa scenica del progetto. Successo dato anche dai complessi musicali guidati da Corrado Rovaris, con la Donizetti Opera Festival, che presenta anche la particolarità della banda in scena, e da un cast omogeneo per qualità in ogni suo settore. Su tutti la coppia regale Alfredo (Antonino Siragusa), Amalia (Gilda Fiume) per le loro caratteristiche vocali: il tenore Antonino Siragusa per la sua voce ricca di smalto e capace a di svettare in una scrittura che si presenta ricca di agilità e di sfumature eroiche recuperando quelle antiche forme di canto di passaggio tra Rossini e il canto romantico, il soprano Gilda Fiume che ha mostrato, con la sua voce ricca e potente, il lato drammatico offerto al suo personaggio. Pienamente convincenti nei rispettivi ruoli i personaggi attivi alla vicenda: Lodovico Filippo Ravizza (Eduardo), Adolfo Corrado (Atkins), Valeria Girardello (Enrichetta), Floriana Cicìo, allieva della bottega Donizetti(Margherita), Antonio Gares (Guglielmo), Andrés Agudelo (Rivers) A tutti il pubblico ha riservato calorosi applausi e chiamate alla ribalta. Come sempre il Festival richiama pubblico dall'estero, ma anziano. Nonostante tutte le idee innovative e di attrazione che il teatro mette in campo, come le fasi di Pre-Opera davanti al teatro, non si riesce ad abbattere l'età degli spettatori.

Federica Fanizza

Ultima modifica il Giovedì, 07 Dicembre 2023 19:22

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