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DON GIOVANNI - regia Fabio Cherstich

"Don Giovanni" - regia Fabio Cherstich. Foto Yasuko Kageyama "Don Giovanni" - regia Fabio Cherstich. Foto Yasuko Kageyama

Riduzione OperaCamion
Ideazione e Regia Fabio Cherstich
Scene, video, costumi Gianluigi Toccafondo
Collaborazione alle scene e ai costumi Francesca Ghermandi
Personaggi e Interpreti
Don Giovanni Sundet Baigozhin
Leporello Carlo Feola
Masetto e Commendatore Federico Cavarzan
Don Ottavio Murat Can Guvem*
Donna Anna Veronica Marini
Donna Elvira Silvia Lee
Zerlina Reut Ventorero**
e con Valeria Almerighi
* Dal progetto "Fabbrica" Young Artist Program del Teatro dell'Opera di Roma
** Diplomata "Fabbrica" Young Artist Program del Teatro dell'Opera di Roma
YOUTH ORCHESTRA DEL TEATRO DELL'OPERA DI ROMA
diretta da Carlo Donadio / Roberto De Maio
Allestimento del Teatro dell'Opera di Roma
Teatro dell'Opera di Roma dal 5 al 12 maggio 2018

www.Sipario.it, 7 maggio 2018

Il vero protagonista del Don Giovanni di Mozart (o di Molière) è Leporello, il servo fedele e astuto del celeberrimo conquistatore gaudente che in ogni donna vede una ragione d'avventura, acrobazia, gioco, scherzo, burla: il tutto concludendosi in un amplesso pieno di ebbrezza e malinconia.
Se non ci fosse Leporello a tessere le fila, come farebbe Don Giovanni a mettere a segno i suoi colpi? Egli è ben consapevole della sua inferiorità intellettuale rispetto al servo, eppure non perde occasione di zittirlo. Leporello non si ribella mai, salvo quando invita il suo signore a pentirsi di tutto. Anche in questo rapporto servo-padrone risiede un aspetto comico e drammatico allo stesso tempo dell'opera. È vero: con Don Giovanni si ride degli aspetti burleschi e scanzonati. Ma v'è un senso continuo di tragedia che fa capolino in ogni momento, come la presenza della morte nel ritratto che Savinio dedica ad Isadora Duncan nel bellissimo Narrate, uomini, la vostra storia.
La compagnia Opera Camion rilegge il mozartiano Don Giovanni cogliendo a pieno questi aspetti. Il lato comico dell'opera è realizzato attingendo ai costumi e ai colori del teatro veneto. Leporello, ad esempio, somiglia ad Arlecchino nei suoi abiti dalle tinte accese e vivaci, così come nelle movenze marionettistiche e nelle espressioni del volto. Don Giovanni sembra, invece, un ringiovanito Pantalone, meno goffo dell'originale, ma che non ha perso il gusto per le belle fanciulle. Ma anche il mondo dei cartoni animati ispira le rappresentazioni di Opera Camion. Il Commendatore che finirà ucciso in duello da Don Giovanni, è rappresentato da una grande testa i cui tratti somigliano al cattivo del Gobbo di Notre Dame realizzato dalla Disney anni fa. Il suo corpo ormai esanime, che esce di scena privo della testa, è somigliantissimo a un manichino di De Chirico.
L'esecuzione degli interpreti è stata all'insegna della chiarezza delle voci, tutte dotate di timbrica e colori ben netti. Straordinari gli interpreti di Donna Elvira (Silvia Lee) e di Leporello (Carlo Feola), sempre bene in parte e divertiti allo stesso tempo. Anche la voce di Don Giovanni, ben impostata calda e rotonda (coperta, per dirla in tecnica canora), ha saputo creare empatia col pubblico. Al punto che quando egli muore, trascinato tra le fiamme ma in alto, non in basso, dalla statua del Commendatore, quasi dispiace. Ma il fatto stesso che egli ascenda gli inferi, oltre a salvare l'aspetto scherzoso, giocoso dell'opera mozartiana, richiama alla memoria il finale del Maestro e Margherita di Bulgakov, quando i due protagonisti pregano il diavolo di portarli con sé all'inferno perché, per quante pene lì vi siano, sarà sempre un paradiso rispetto alle orribili esistenze condotte in terra. Luogo dove resteranno tutti – Leporello, Donna Anna, Donna Elvira e gli altri – pronti per una nuova commedia o chissà? forse anche a creare un altro Don Giovanni bello come quello a cui Opera Camion ha saputo dar vita all'Opera di Roma.

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Maggio 2018 10:40

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