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DON GIOVANNI - regia Claus Guth

"Don Giovanni", regia Claus Guth "Don Giovanni", regia Claus Guth

di W. A. Mozart
Libretto: Lorenzo Da Ponte
Direzione musicale: Antonello Manacorda
Regia: Claus Guth
Don Giovanni : Peter Mattei, baritono
Leporello: Alex Esposito, baritono -basso
Donna Anna: Adela Zaharia, mezzo soprano
Don Ottavio: Ben Bliss, tenore
Commendatore: John Relyea, basso
Donna Elvira: Gaelle Arquez, soprano
Musetto : Guilhem Worms
Zerlina: Ying Fang, soprano
Orchestra e coro dell’ Opéra de Paris
Opéra de Paris, Bastille Dal 13 settembre al 9 ottobre 2023

www.Sipario.it, 4 ottobre 2023

Don Giovanni è personaggio notturno perché le tenebre sono sempre complici. Soprattutto in quel tipo di imprese. Chiara Muti ambientò qualche mese fa il suo Don Giovanni del Regio di Torino (e tra qualche giorno a Palermo) sui tetti di una città immersa nel buio più pesto. Klaus Guth, in questa produzione che vide la luce a Salisburgo nel 2008 e che ora inaugura alla Bastille la stagione lirica parigina, ha scelto invece una foresta nordica di conifere, lugubre quanto basta. Con un plateau girevole immerso in un buio senza scampo. Paesaggio scabro, qualche albero spezzato, difficile sfuggire ad un senso di oppressione, si prova il desiderio di uscire finalmente alla luce, a riveder le stelle. La scelta ha un senso, poiché la storia di Don Giovanni raccontata da Guth è quella di una lunga agonia: nella prima scena, ad opera non ancora iniziata, appostato dietro un albero, il Commendatore randella con un grosso bastone Don Giovanni, che a sua volta lo abbatte con una revolverata. E la scampa, benché ferito, grazie alle cure (iniezioni di sostanze sospette) di Leporello. Ed è raccogliendo le sue ultime forze che Don Giovanni entra in azione per sedurre donna Anna, donna Elvira e Zerlina, le ultime della sua lista di 2643 vittime. Sennonché lungi dall’essere vittime, le tre donne della messa in scena di Guth sono più che consenzienti. Addirittura più intraprendenti dello stesso Don Giovanni: donna Anna si libera dei doni di nozze di don Ottavio e con essi anche della sua tutela per offrirsi apertamente a Don Giovanni, donna Elvira gli dà ostinatamente la caccia e Zerlina non consuma (ma non è chiaro) soltanto perché ne manca l’occasione. Insomma i ruoli risultano quasi rovesciati. E non per simpatie femministe. Ma per amore di novità (siamo ad anni luce da quel 5 febbraio 1787 che vide la nascita del Don Giovanni di Mozart) rispetto alla tradizione dongiovannesca che vuole le donne sempre vittime più o meno innocenti. E per potere così sviluppare una storia che parli non più di vittime e carnefici ma di scelte esistenziali di esseri umani pienamente responsabili delle loro azioni. Emergono così con forza la vocazione edonista e nichilista di Don Giovanni, le generose pulsioni di donne libere e volitive e la sfida ad una Giustizia più o meno divina (il Commendatore) che fa ormai fatica a tenere a freno gli impulsi della Vita. I cantanti hanno afferrato la novità. Donna Anna è stata intensa e passionale fino alla trasgressione, voce corposa dal timbro sensuale, Zerlina giocosamente civettuola, Elvira grande per sofferenza e determinazione, forse un po’ più monocorde ma tale è il personaggio. La coppia Don Giovanni-Leporello - colpo di genio di Da Ponte - era ben congegnata: ha restituito nella sua pienezza il rapporto di complicità conflittuale che lega i due personaggi. Voce curata, calda e mai forzata, dizione perfetta quella di Don Giovanni (lo svedese Peter Mattei), grande nell’ immortale duetto con Zerlina ‘Là ci daremo la mano’. Il Leporello di Alex Esposito oscilla tra il baritono e il basso, voce perfetta per una figura mercuriale, ambigua e inafferrabile quale è Leporello. Impareggiabile Ben Bliss (don Ottavio) nell’aria ‘Dalla sua pace la mia dipende’. Applauditissimo. Forse anche più di Don Giovanni è Leporello. Precisa la direzione di Manacorda, l’orchestra ha sostenuto azione e cantanti con ricchezza di suoni e discrezione.

Attilio Moro     

Ultima modifica il Domenica, 08 Ottobre 2023 20:54

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