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DON GIOVANNI - regia Paolo Donati

Don Giovanni Don Giovanni Regia Paolo Donati

di Wolfgang Amadeus Mozart
regia e scene: Paolo Donati
costumi: Concetta Nappi
con Roberto Abbondanza, Eleonora Contucci, Paolo Pellegrini, Giulio Boschetti, Kathleen Cassello, Claudio Ottino, Sara Cresta
direttore d'orchestra: Gabriele Catalucci
Amelia, Teatro Sociale, 27 ottobre 2007

La Stampa, 7 novembre 2007
Avvenire, 30 ottobre 2007

Strategie d'amore di Don Giovanni

A tu per tu è meglio E' risaputo: l'opera del Settecento, compreso un capolavoro fuori dal tempo come il Don Giovanni di Mozart, si segue e si gode meglio nei piccoli teatri, a distanza ravvicinata; non solo della celebre serenata con il mandolino non si perde una nota, ma la morte del commendatore, a tu per tu con i personaggi, sembra di averla davanti agli occhi, di esserci dentro, e così di altri particolari dove il volto e lo sguardo non sono meno importanti del canto.

Si è rifatta la prova con questo Don Giovanni allestito al Teatro Comunale di Narni per il cartellone 2007 di OperaInCanto, diretto da Gabriele Catalucci, con scene e regia di Paolo Donati; il Comunale di Narni è un delizioso teatrino dell'Ottocento per poco più di duecento spettatori, che qui hanno applaudito per quattro. Impianto scenico elementare, in felice contrasto con gli sfarzosi costumi di Concetta Nappi; l'ambiente minuscolo favorisce l'evidenza, come si è visto bene nell'episodio degli abiti scambiati fra Don Giovanni e Leporello, sempre poco chiaro nei grandi palcoscenici.

La regia di Donati, nuova e intelligente, accentua in Don Giovanni non tanto lo sfrenato vitalismo del libertino quanto la teatralità, la psicologia e il gesto dell'attore, sempre nascosto da maschere e mantelli; anche Leporello (Claudio Ottino) non è il solito buffo, ma un servo ansioso di sostituirsi al padrone. Tutto si svolge con garbo e leggerezza.

Accanto a Roberto Abbondanza, protagonista efficacissimo, interpreti giovani e pieni di dedizione, specie la Zerlina di Sara Cresta; alla fine, la voce del Commendatore di Giulio Boschetti, piombando giù da un palco dell'ultimo ordine, faceva sembrare il teatro ancora più piccolo e l'impressione del momento ancora più grande.

Giorgio Pestelli

Don Giovanni? In sofà davanti alla tv

Originale debutto alla regia lirica di Paolo Donati che fa del libertino 'eroe' mozartiano un imbolsito ex attore
Lingue di fuoco spaventose? La voragine nel pavimento, e lui inghiottito dall'inferno? Neppure per sogno. Don Giovanni muore d'infarto, si potrebbe dire serenamente, sulla poltrona di un soggiorno borghese. La statua vendicativa del Commendatore c'è, ma è una silhouette, l'incubo di un povero diavolo. E questi non è né un dissoluto né un trasgressivo, ma un attore sul viale del tramonto dopo una vita trascorsa fra la realtà e la finzione. Altro che irresistibile cavaliere! A sorpresa Paolo Donati, per anni dinamico dirigente Rai e vero innovatore dei programmi culturali e soprattutto musicali di Radiotre, ha debuttato nella regia con un allestimento dell'opera mozartiana; e in tre ore ha demolito il mito spavaldo e presuntuoso di Don Giovanni. Tutto è avvenuto al sicuro dal sensazionale, nel clima prezioso del Teatro Sociale di Amelia, a cura dell'Associazione In Canto, che pure non è nuova ad iniziative del genere. Autore anche delle scene che sovrapponevano le situazioni 'originali' dell'opera a ciò che accade nel camerino di quell'attore, Paolo Donati realizza un'operazione tutt'altro che velleitaria ma sostanziosa. Piena di soluzioni di gusto e non priva di trovate originali. Ad esempio, se così proposto il Don Giovanni diviene uno dei frequenti esempi di teatro nel teatro, qui offre anche il primo, divertente caso di 'musica nella musica'. Poco prima di lasciare questo mondo, infatti, il Don Giovanni versione Donati si guarda in poltrona la tv: un ensemble cameristico è schierato sul teleschermo ed esegue, guarda caso, Mozart, e proprio il motivo che in quel momento l'orchestra avrebbe dovuto eseguire dal vivo.
Adeguata, anche se può progredire, la prestazione degli interpreti, sotto la direzione orchestrale di Gabriele Catalucci. A cominciare da Roberto Abbondanza, bravo vocalmente e in scena sia con la parrucca del personaggio mozartiano che col borsalino dell'attore moderno. Bene anche Eleonora Contucci (Anna), Agata Bienkowska (Eliva) e Claudio Ottino (Leporello).

Virgilio Celletti

Ultima modifica il Lunedì, 22 Luglio 2013 10:50
La Redazione

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