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CLITENNESTRA – regia Roberto Andò

"Clitennestra", regia Roberto Andò. Foto Lia Pasqualino "Clitennestra", regia Roberto Andò. Foto Lia Pasqualino

Isabella Ragonese, Ivan Alovisio, Arianna Becheroni, Denis Fasolo, 
Katia Gargano, Federico Lima Roque, Cristina Parku, Anita Serafini
coro Luca De Santis, Eleonora Fardella, Sara Lupoli, Paolo Rosini, Antonio Turco
Regia: Roberto Andò
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Daniela Cernigliaro
musiche e direzione coro Pasquale Scialò
suono Hubert Westkemper
coreografie Luna Cenere
trucco Vincenzo Cucchiara
parrucchiera Sara Carbone
aiuto regia Luca Bargagna
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Campania Teatro Festival – Fonazione Campania dei Festival 
Teatro Mercadante (NA) fino al 29 Ottobre 2023

www.Sipario.it, 21 ottobre 2023

Esiste un dolore più grande per una madre di vedere morire un proprio figlio senza poter far nulla per salvarlo? No, non esiste. E Clitennestra ha sofferto doppiamente perché ha provato su di sé non solo la frustrazione di vedere Ifigenìa morire ma soprattutto per mano del marito Agamennone che, per ingraziarsi gli Dei e cambiare il vento contrario, dà ordine di sacrificare la figlia. Lo spettacolo dedicato appunto a “Clitennestra” questa donna che ha sete di vendetta per placare, almeno in parte, il suo dolore a quella tragica perdita è stato tratto dal regista Roberto Andò dal romanzo La casa dei nomi del pluripremiato scrittore irlandese Colm Tóibín, ed ha inaugurato la nuova Stagione del teatro Mercadante di Napoli.
Con protagonista Isabella Ragonese nel ruolo di Clitennestra, Ivan Alovisio in quello di Agamennone, Arianna Becheroni nei panni di Ifigenia, Denis Fasolo in quelli di Achille, Katia Gargano la donna anziana del popolo, Federico Lima Roque Egisto, Cristina Parku Cassandra e Anita Serafini Elettra, sul palco si è svolta una narrazione realizzata da tre punti di vista; l’intreccio della storia si dilata tra presente e passato, tra azione e riflessione. Si va da un’analessi ad una prolessi lasciando al pubblico il tempo di comporre il puzzle di una storia piena di rimpianto e dolore che alla fine lascia come messaggio che la vendetta genera altra vendetta perché la spirale dell’odio quando comincia il suo cammino è difficile da fermare. In questo adattamento vediamo una traslazione della storia in un ambiente moderno con una scenografia in luoghi squallidi, bui, sporchi come il cuore dei protagonisti che loro malgrado si trovano ad affrontare un destino che ha preso una strada tortuosa per ottenere il favore degli Dei. Agamennone in alcuni passi ha una postura quasi da gerarca forse per sottolineare la sua durezza nel persistere l’estrema decisione presa per la figlia, in scena inoltre c’è molto simbolismo che va colto man mano. La classicità però andrebbe lasciata tale, anche negli abiti, anche nell’allestimento scenico perché in questo modo, volente o nolente, si snatura la storia anche se il testo rimane quanto più fedele. Ed in effetti la storia è fedele: Clitennestra, assieme ai figli Ifigenia, Elettra e Oreste, viene invitata a raggiungere il marito nel suo accampamento con un inganno: la loro primogenita si sarebbe sposata con Achille. Non era così, la ragazza era stata sacrificata per cambiare le sorti della battaglia. La madre, dopo il dolore immenso provato, ha sete di vendetta ed assieme al suo amante Egisto mette in pratica il suo castigo ad Agamennone uccidendolo. Questo però ha ripercussioni anche su Elettra e Oreste che hanno perso la sorella maggiore ed il padre e così la spirale di vendetta continua ad andare avanti. La recitazione è impostata, riesce ad offrire una visione profonda dei sentimenti dei protagonisti e riesce a creare un climax di attenzione in base agli eventi che si svolgono lasciando provare al pubblico il patos che i personaggi stanno vivendo sul palco. Il gioco di ombre del pannello che funge da sipario è una trovata intelligente per creare un ponte virtuale tra personaggi e pubblico, tra la vita e la morte.

Simona Buonaura 

Ultima modifica il Giovedì, 26 Ottobre 2023 14:26

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