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CATALOGO (IL) - regia Valerio Binasco

Il Catalogo Il Catalogo Regia Valerio Binasco

Aide Memoire, di Jean Claude Carrère
traduzione e regia Valerio Binasco
con Ennio Fantastichini, Isabella Ferrari
scene e luci Massimo Bellando Randone, costumi Sandra Cardini; musiche Arturo Annecchino
produzione, Angelo Tumminelli e Star Dust International
Crema, Teatro San Domenico, 21 aprile 2012

www.Sipario.it, 6 maggio 2012

Il catalogo del titolo della pièce di Jean Claude Carrière altro non è che un quaderno in cui un avvocato annota le sue conquiste, non per vezzo ma perché non ha memoria. Tutto muta quando nella vita del Don Giovanni contemporaneo entra una donna, dall'accento dell'Est che gli si piazza in casa, il suo nome forse è Susanne, è in cerca di un uomo che ha conosciuto qualche anno prima, che forse le ha dato un indirizzo sbagliato e sempre per sbaglio la donna è entrata nel bilocale dell'avvocato. Questo il motore primo de Il catalogo, nella versione registica di Valerio Binasco, con Ennio Fantastichini e Isabella Ferrari. Tutto si gioca — nella regia realistica e cinematografica di Binasco — sul filo della memoria, sulla presenza di quella donna che ad un certo punto dice all'uomo che ne vuole carpire la vita: «Si accontenti della mia presenza, come fanno quelli che credono in Dio». E' il presente e l'essere senza passato dei due personaggi su una scena concreta, naturalistica che caratterizzano l'andamento della commedia divisa fra una tensione del non detto, storie e situazioni che s'inventano battuta dopo battuta e una comicità che sembra più necessaria a cambiare il ritmo del dialogo che drammaturgicamente funzionale alla vicenda. Il rapporto fra i due e l'inevitabile perdersi con la medesima casualità con cui l'uomo e la donna si erano trovati ma con l'inversione degli addendi è rapporto fatto di parole, è racconto speculare, è gioco di prospettive che il testo tiene fino ad un certo punto e che — soprattutto sul finale — rischia la ripetizione e un po' di lungaggine, malgrado il paradossale rovesciamento dei ruoli. Il catalogo vive della sintonia dei suoi interpreti e dell'accurato rigore registico di Valerio Binasco che vorrebbe che Carrière avesse la stessa forza di Pinter, ma così non è. Ennio Fantastichini trasandato al punto giusto, piacione ma non troppo, uomo solo e affamato di affetto è credibile, in sintonia con Isabella Ferrari, occhi cerchiati, trascurata pur nel mostrare abiti da grande soirèe, un accento dell'Est che tiene con coerenza e non sa di artificioso. I due funzionano bene insieme, si portano via un'ora e mezza abbondante di chiacchiere, di storie dette a metà, di silenzi e pause subito rincorsi da una comicità che alleggerisce ma cerca anche di sottolineare che non c'è nulla di più ridicolo dell'infelicità. Il catalogo del 'trio' Binasco, Fantastichini e Ferrari è un esempio corretto, intelligente, coerente di teatro registico di rigorosa onestà intellettuale che si porta via giustamente il consenso della platea.

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Domenica, 11 Agosto 2013 15:58

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