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CRISTINA 'A SPEDESA - Giovanni Turco

Cristina 'a Spedesa Cristina 'a Spedesa Regia Giovanni Turco

di Vincenzo Ziccarelli
regia: Giovanni Turco
interpreti: Marco Silani, Alessandro Cosentino, Francesco Reda, Giovanni Turco, Desirèe Cozzolino, Mario Massaro, Angela Roperti, Antonella Carbone, Carmelo Giordano, Paolo Spinelli, Natale Filice
scenotecnica: Eros Leale. Costumi: Rosalba Catte
luci: Mario Giordano
Associazione Culturale Porta Cenere. Cosenza, Teatro Italia 2007

www.Sipario.it, 2007

Cristina ‘a spedesa è stato uno dei primi testi in dialetto calabrese rappresentato trent’anni fa al Piccolo Eliseo di Roma. Spesso in Calabria si è parlato del grande successo che ha avuto al Teatro Rendano di Cosenza, in decine di repliche agli inizi degli anni Settanta. E per anni si è aspettato l’occasione di poter rivedere in scena questa bellissima commedia, unica in dialetto calabrese, scritta da Vincenzo Ziccarelli. In essa si mostra la vita di un paesino della provincia calabrese, sconvolto dalla presenza di un’affascinante ragazza svedese, venuta in Italia al seguito del suo fidanzato, giovane emigrante a cui il Sindaco ha trovato un posto nella terra natia. È l’incontro-scontro di due culture, di due modi di pensare e di vivere i rapporti con la popolazione, con le istituzioni, con l’altro sesso. La commedia è tornata in palcoscenico in un’edizione rigorosamente caratterizzata, con i mezzi limitati di cui la Compagnia dispone, nel massimo rispetto per il testo e nell’estrema aderenza ai personaggi, con una recitazione quanto più aderente possibile all’ambiente descritto. Così facendo è riuscita a soddisfare il pubblico accorso per sentire parlare il calabrese, lingua bella e bistrattata, con cui si formulano i pensieri, patrimonio culturale da usare, da ricordare e da conoscere: e questo testo è un prezioso scrigno che contiene detti, proverbi, modi di dire, vocaboli e strofe di canti popolari quasi dimenticati e sconosciuti alle giovani generazioni. Il cast di giovani interpreti è di primissimo piano: attori che hanno il privilegio di saper recitare e la sfortuna di ostinarsi a farlo anche in una regione difficile come la Calabria. E questo è un altro motivo che ha spinto la Compagnia alla sfida. Lo spettacolo finisce con l’auspicio: “si ci volimu stà - su paise ha de cangià”. E, in verità, esso è cambiato nei rapporti fra i sessi, nell’abbigliamento e in altro ancora. La minigonna non tira più, le cosce della svedese che accendevano la fantasia degli “affamati” maschi meridionali non scandalizzano più e tuttavia il paese non è cambiato.
Il pubblico numeroso che ha assistito alle quattro repliche di debutto al Teatro Italia di Cosenza ha applaudito con entusiastica partecipazione.

Vittorio Messina

Ultima modifica il Lunedì, 12 Agosto 2013 11:14

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