Scritto e diretto da Davide Strava
con Sarah Biacchi
arrangiamenti e pianoforte: Alessandro Panatteri
costumi: Silvana Galota
produzione: N.O.S, - Nuovo Orizzonte Spettacolo
Milano, Teatro Libero dal 16 al 21 dicembre 2015
Se fosse ancora viva, oggi Edith Piaf, nome d'arte di Edith Giovanna Gassion, avrebbe cento anni essendo nata nei sobborghi di Parigi al numero 72 di Rue de Belleville il 19 dicembre 1915 da genitori artisti girovaghi: contorsionista lui e cantante di strada lei. È, invece, scomparsa a Grasse in Costa Azzurra nel 1963.
Al di là delle numerose leggende sorte sulla nascita e l'infanzia, resta la verità di una fanciullezza e un'adolescenza infelici e senza spensieratezza dal momento in cui padre e madre si separano e la piccola è affidata prima alla nonna materna che le riempie il biberon più di vino che di latte, poi a quella paterna che gestisce una casa di tolleranza a Bernay in Normandia. Dal 1922 vive con il padre cantando per strada per raggranellare di che vivere finché si esibisce con l'amica Simone Berteaut e nel frattempo dà alla luce Marcelle, una bimba che muore due anni dopo.
Il giro di boa ha luogo con l'impresario Louis Leplée che la fa esibire nel suo locale (il cabaret Gerny) dandole quale nome d'arte Piaf (in argot parigino Passerotto) che ben si addice al suo essere minuta e fragile, ma sempre assetata di quell'amore che rincorre avida e appassionata per tutta la vita, anche quando il tempo sembra piegarle il corpo lasciandole però intatto un irrequieto anelito affettivo e più avvincente che mai la voce variegata e sfaccettata e insieme potente e roca e poi triste, ma anche vibrante di tenerezza, allegria e gioia straordinarie.
Tutto questo e altro ancora racconta con enfasi modulata e variabile proprio lei - impersonata dalla brava, duttile e poliedrica Sara Biacchi, attrice e soprano di grande professionalità e preparazione - fiaccata nel corpo, ma non nello spirito dipanando gli eventi salienti della sua sofferta esistenza fino al successo che fa di lei un'icona internazionale.
Sofferenze, dolori, malattie, operazioni, conoscenze di grandi artisti di tutti i settori che la ammirano, la osannano e la prediligono non solo in Francia, ma anche negli Stati Uniti tra cui Marlene Dietrich, Orson Welles... popolarità, amori, separazioni, felicità raggiunte e scomparse e un'attività frenetica tra concerti, teatro, cinema, dischi fino all'Olympia di Parigi e al Carnegie Hall di New York con un pubblico sempre più entusiasta e canzoni cult come La vie en rose, Milord, Je ne regrette rien... e anche alcol e droga: dalla strada alle stelle!
Una straordinaria interprete (anticipatrice di quello spirito di ribellione proprio degli artisti e intellettuali della rive gauche tra cui Juliette Greco, Albert Camus...) del filone realista e una donna che rivive grazie al coinvolgente spettacolo di teatro/musica di Sarah Biacchi - che offre una coinvolgente interpretazione anche musicale essendosi seriamente impegnata per cantare in francese - egregiamente accompagnata dal simpatico Alessandro Panatteri al pianoforte.
Wanda Castelnuovo