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Io, Fiordipisello di Tim Crouch è uno dei tasselli della pentalogia con cui il drammaturgo anglosassone rilegge cinque opere di Shakespeare dalla prospettiva di personaggi più che secondari, come nel caso di Fiordipisello, folletto al servizio di Titania che ha una sola battuta: «Sono pronto». Fabrizio Arcuri dell'Accademia degli Artefatti ha deciso con coraggio e intelligenza di accogliere e condividere l'approccio del drammaturgo Crouch al Bardo, regalando una serie di lavori in progress che confermano l'intelligenza, il coraggio e la voglia del regista romano di fare della drammaturgia contemporanea la cifra del suo agire e il necessario presupposto di un teatro che sa porre domande, sa mettere in crisi, mostrare prospettive altre, rifuggendo un approccio sterilmente rappresentativo. In questo contesto si crede debbano leggersi i lavori già realizzati: Io, Banquo e Io, Cinna, cui faranno seguito Io Caliban e Io Malvolio.
In Io, Fiordipisello la scena si presenta ingobra di ciò che rimane di una festa, palloncini, coriandoli, stelle filanti, maschere. Un banchetto, resti di cibo e di vomito... Fiordipisello – interpretato da Matteo Angius – si sveglia e subito accusa una stanchezza che lo porta ad addormentarsi di nuovo e a sognare per poi risvegliarsi, con quell'aria tramortita e inebetita di chi è reduce da una sbornia. Ma Fiordipisello sa di avere qualcosa di importante da dire agli spettatori, ma l'ha dimenticato ed è fiducioso che prima o poi gli tornerà in mente. Il folletto ricostruisce con fatica e comicità la storia del litigio di Oberon e Titania per un ragazzo orfano, indiano e mortale, accenna al matrimonio del duca di Atene per cui gli artigiani Bottom & Co stanno provando uno spettacolo, dice dell'amore contrastato dei quattro innamorati. Per fare ciò Fiordipisello coinvolge il pubblico, dialoga, improvvisa con abilità e senza mai strafare. La scena di quella festa conclusasi nella baldoria generale si prolunga non a caso nel segno delle lampadine che 'abbracciano' la platea. Si partecipa e si assiste a questo Sogno di una notte di mezza estate in cui Fiordipisello è impossibilitato a suggerire soluzioni a Titania e soprattutto ad agire, eppure è il testimone di tutta la storia che racconta, rievoca e forse sogna, per una notte protagonista assoluto dello spettacolo, forse a sua insaputa. Ma anche questo riscatto da attore è un sogno per il folletto Fiordipisello che nella sua unica battuta dice d'essere pronto e presente. In questa ambiguità si gioca Io, Fiordipisello messo in scena da Fabrizio Arcuri dell'Accademia degli Artefatti, un allestimento che dietro la leggerezza, il divertimento, il fare e disfare di Fiordipisello restituisce con divertita chiarezza l'intricata trama della pièce di Shakespeare e ci mette in guardia dai capricci d'amore, dalle bizze del cuore e della passione erotica. Applausi, generosi applausi a Matteo Angius è generoso nel darsi, capace di incarnare la leggerezza di quel folletto che per una notte si ritrova impotente protagonista di una storia che gli appartiene, di cui è testimone ma che – pur avendola vissuta e raccontandola nel reiterarsi della recita – non può mutare. Angius sa mantenere il giusto equilibrio fra tessuto drammaturgico e l'esigenza di improvvisare, nata dal coinvolgimento diretto del pubblico; non è cosa da tutti ed è giustamente premiata dal pubblico che divertito partecipa e applaude.

Nicola Arrigoni