Stampa questa pagina

LEOPARDI AMAVA RANIERI - regia Mario Gelardi

"Leopardi amava Ranieri", regia Mario Gelardi "Leopardi amava Ranieri", regia Mario Gelardi

di Claudio Finelli e Antonio Mocciola
con Antonio Agerola e Fulvio Sacco
e con l'amichevole partecipazione di Lalla Esposito e Irene Grasso
scene e costumi Barbara Veloce
luci Paco Summonte
immagini e musiche originali Ciro Pellegrino
regia di Mario Gelardi
Napoli, Nuovo Teatro Sanità dal 8 al 10 aprile 2016

www.Sipario.it, 11 aprile 2016

Resistenza è la parola che subito viene in mente, entrando nel Nuovo Teatro Sanità, un luogo simbolo nel quartiere da cui prende il nome: un baluardo della cultura in una zona di Napoli, da sempre, tra le più esposte al degrado (dove i bambini giocano a pallone tra i militari del progetto Strade Sicure); un presidio che lotta per ottenere l'attenzione delle istituzioni e sopravvivere nell'amore per le arti.
Resistenza è la parola che si riaffaccia insistente, mentre si assiste allo spettacolo Leopardi amava Ranieri, scritto a quattro mani da Claudio Finelli e Antonio Mocciola, con la regia di Mario Gelardi. La strenua battaglia di un cuore innamorato, quello del poeta di Recanati, perso nell'impossibilità di esprimere i propri sentimenti. Un racconto agile e pulsante, l'ultima produzione del collettivo di Piazzetta San Vincenzo, sul triste epilogo vissuto da Giacomo Leopardi.
Il sipario si alza sulla scena buia. Ad illuminarla una delicata grafia proiettata sullo sfondo: è quella di Leopardi, autore di dolcissime lettere all'amico Antonio Ranieri. «Eternamente tuo»... Parole come musica, a racchiudere la tenerezza nei confronti dell'uomo che visse accanto al poeta per sette anni. Un'amicizia imprescindibile, un affetto assoluto e totalizzante che a quei tempi sarebbe stato scandaloso definire amore. Eppure, esso traspare dalle lettere scritte dal poeta: lui, rachitico e sempre malato, doveva la vita a quel Ranieri, che incarnava invece il vigore fisico, la tipica baldanza giovanile. Tra le sue braccia Giacomo anelava rifugiarsi.
Non è chiaro se Ranieri ricambiasse quella passione: in ogni caso, egli viveva relazioni con alcune donne (oggetto della gelosia e dell'insofferenza leopardiana) e non avrebbe potuto esprimere altro sentimento al di fuori dell'amicizia per quel giovane poeta di cui ammirava il genio poderoso (in netto contrasto con la debolezza fisica).
Obiettivo degli autori Finelli e Mocciola è dare voce, finalmente, a quel sentimento a lungo inconfessato. Leopardi amava Ranieri: oggi lo si può e lo si deve dire. Amicizia, senza dubbio; affetto, certamente; ma amore, amore è la parola giusta. Declinata da Leopardi nelle lettere scritte al Ranieri (che ritornano nel corso dello spettacolo), il giovinotto con cui trascorse i suoi ultimi sette anni e a cui consegnò la propria esistenza dichiarandosi suo per sempre. Il poeta era geloso delle donne che gravitavano nell'orbita dell'amico: la nobildonna Fanny, l'attrice Maddalena, perfino la sorella Paolina; tutte costituivano una minaccia insostenibile al suo idillio. Geloso, sì, come ogni altro innamorato. Giacomo incontrava altri uomini, che pagava in cambio di prestazioni sessuali, ma non voleva che Ranieri.
A lui solo diede il cuore, fino all'ultima notte. Quella del 13 giugno 1837: l'indomani il poeta sarebbe morto. Antonio Ranieri era fuori a festeggiare il suo onomastico; Leopardi solo in casa, ad immaginare il suo amato insieme a chissà quali donne. Un uomo triste, davanti alla miseria del proprio amore frustrato; solo a ingozzarsi di confetti e ad annegare nel rancore. Al suo rientro Antonio lo trovò morto e allora, per prima cosa, strappò la corrispondenza testimone del sentimento che li univa. L'affetto morboso e ingombrante di Leopardi lo aveva circondato di pettegolezzi e dicerie all'epoca (e non solo all'epoca) insopportabili. Qualunque sforzo di nascondere quell'amore, assoluto quanto scandaloso, oggi appare vano al cospetto dell'incanto suscitato dai versi leopardiani.
Superlativi gli attori in scena: Antonio Agerola, nei panni di un Leopardi intenso e viscerale; Fulvio Sacco, un Antonio Ranieri deciso e sensuale. Lo spettacolo è impreziosito dalla partecipazione di Irene Grasso e dalle suggestive interpretazioni canore di Lalla Esposito.

Giovanni Luca Montanino

Ultima modifica il Lunedì, 11 Aprile 2016 20:33

Articoli correlati (da tag)

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.