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MISERIA E NOBILTÀ - regia Michele Sinisi

"Miseria e Nobiltà", regia Michele Sinisi "Miseria e Nobiltà", regia Michele Sinisi

dal testo di Eduardo Scarpetta

scritto da Michele Sinisi con Francesco M. Asselta

con (in ordine alfabetico)
Diletta Acquaviva, Stefano Braschi, Gianni D'addario
Gianluca delle Fontane, Giulia Eugeni, Francesca Gabucci, Ciro Masella
Stefania Medri, Giuditta Mingucci, Donato Paternoster
scene Federico Biancalani
costumi Gianluca delle Fontane
aiuto regia Domenico Ingenito, Roberta Rosignoli
regia Michele Sinisi

Messina, Vittorio Emanuele dal 17 al 19 febbraio 2017

www.Sipario.it, 12 febbraio 2017

Chiaramente questa Miseria e Nobiltà di Scarpetta secondo Michele Sinisi è un omaggio al grande Totò e al film omonimo di Mario Mattoli del 1954 in cui compariva Sofia Loren, Carlo Croccolo e una giovanissima Valeria Moriconi. La sua voce registrata chiude infatti questo lavoro, dicendo che tornando alla sua miseria sarà contento se il pubblico si sarà divertito. Certamente al Vittorio Emanuele c'è chi si è divertito e chi no, fra questi certamente quel gruppetto di maleducati individuabili dalla luce del proprio smartphone smanettato a più riprese. A tal proposito propongo che le maschere di tutti i teatri siano presenti in sala per sequestrare quegli apparecchi che s'accendono a più riprese e che gli vengano restituiti a fine spettacolo. Ma a parte i cellulari accesi c'è pure da dire che Miseria e Nobiltà non ha un bell'inizio con quella scena completamente vuota ad opera di Federico Biancalani in cui s'intravede un lungo tubo arancione tipo quello utilizzato per il water, poi un tavolo, una scala, un armadio a rotelle con abiti nobiliari tutti luccicanti, uno spazio che i vari protagonisti occupano esprimendosi nella lingua di vari dialetti italici, preferendo il pugliese musicale e comico nello stesso tempo. Il plot come si sa è arcinoto e anche la regia di Sinisi, cui si deve una riscrittura assieme a Francesco M. Asselta, non si discosta tanto dall'originale farsa di Scarpetta sempre contemporanea nonostante sia stata rappresentata 129 d'anni fa. Semmai Sinisi, sempre in scena come Kantor o Barba, ora disteso sul proscenio, ora ad aprire e chiudere una sorta di botola a portafoglio che se aperta irradiava luce sugli attori, ha cercato di rendere il lavoro più attuale, non solo con le parlate dialettali, ma anche con uno sguardo alla miseria dei nostri giorni, popolata da tanta gente che non ha letteralmente di che mangiare. È la fame la protagonista dello spettacolo, un escamotage come la buccia di banana, pronta a far scattare il riso, come annotava Bergson, ma che poi fa riflettere e pensare. Quella fame resa evidente in tanti spettacoli precedenti con una montagna di spaghetti al pomodoro acchiappati voracemente con le mani e la bocca - Totò come si ricorderà se l'infilerà pure nelle tasche - preferendo Sinisi di rosso vestito, raffigurarli grossi come delle funicelle e gettarli lui stesso dall'alto dietro un schermo bianco, come un qualunque inserviente dello zoo butta il mangiare ai suoi animali. Al tema della Fame, con l'effe maiuscola che fu di Pulcinella, fa da contraltare la Nobiltà, che nell'immaginario collettivo è la classe privilegiata senza problemi di vitto e di vestiti eleganti. Elementi e indumenti che la pezzente famiglia di Felice Sciosciamocca (Gianni D'Addario) e del suo amico Pasquale (Ciro Masella), assaporerà per un po' di tempo, grazie al marchesino Eugenio che li ingaggerà perché fingano d'essere suoi parenti nobili e obnubilare gli occhi del futuro suocero, un cuoco arricchito come quelli che si vedono oggi in TV, per acconsentire così al matrimonio con la figlia. I colpi di scena e gli equivoci si susseguono uno dopo l'altro e lo spettacolo più che una farsa incede con i ritmi della commedia dell'arte (anche se qui non ci sono panche laterali per gli attori fuori scena) e i protagonisti, tutti all'altezza, sono davvero scoppiettanti nei loro ruoli e meritano d'essere ricordati, oltre ai già citati, Diletta Acquaviva, Stefano Braschi, Gianluca delle Fontane, Giulia Eugeni, Francesca Gabucci, Stefania Medri, Giuditta Mingucci, Donato Paternoster.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Domenica, 19 Febbraio 2017 01:18

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