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NOTTE IN TUNISIA (UNA) - regia Andrée Ruth Shammah

Una notte in Tunisia Una notte in Tunisia Regia Andrée Ruth Shammah

di Vitaliano Trevisan
uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah
con Alessandro Haber
e con Maria Ariis, Pietro Micci e Roberto Trifirò
scene e costumi di Barbara Petrecca
luci di Gigi Saccomandi
Teatro Mecenate, Arezzo 1 dicembre 2012

www.Sipario.it, 2 dicembre 2012

"Erano come i Rusteghi, maschere di un paese che non è cambiato dai tempi della Commedia dell'Arte: ci sono ancora il regno delle Due Sicilie e il Papato." Questo (citato in parte) è uno dei pochi monologhi degni di nota, l'unico recitato a memoria da Haber con enfasi e forza. Un monologo scritto bene da Vitaliano Trevisan - in cui i politici italiani vengono implicitamente paragonati a Pantalone, Capitano, Brighella, per dimostrare come siano strafottenti, inconcludenti, egoisti - che da solo bastava per evocare tutta la situazione presentata nello spettacolo. Invece, la regista Andrée Ruth Shammah ha trovato necessario dilungarsi in un racconto troppo descrittivo e dallo stesso ritmo dall'inizio alla fine. Lentamente scorre lo spettacolo, un po' come la notte in Tunisia per il signor X (è chiaro il riferimento a Bettino Craxi), lunga perché piena di ansie, rabbia ed orgoglio. Già il primo dialogo, noioso e ripetitivo, dà l'idea dello sviluppo della narrazione: siamo in aeroporto, la moglie e il fratello del signor X stanno discutendo sulla sua malattia. Leggono diagnosi, fanno ipotesi, citano patologie quasi incomprensibili a chi non si intende di medicina, lasciando il pubblico in uno stato di incomprensione generale. La scena successiva si svolge nello studio del protagonista, in compagnia del suo maggiordomo Cecchin. Quest'ultimo ci descrive l'arredamento e ogni singolo suo spostamento, come se fosse una didascalia parlante. Finita la conversazione tra i due, di nuovo scende il buio. Ad ogni scena che finisce il sipario si chiude e si riapre; potremmo pensare per rubare un applauso al pubblico, in realtà questa scelta registica è finalizzata semplicemente ad aggiornare il copione di Haber posto sopra un leggio di legno su una scrivania, sulla quale l'attore sta seduto la maggior parte del tempo. Infastidisce vederlo leggere palesemente le battute sottolineate di verde, ma ha sicuramente più energia degli interpreti Maria Ariis e Roberto Trifirò. Pietro Micci, nei panni del maggiordomo veneto, è l'unico che, avendo creato un personaggio particolare nei minimi movimenti e nella cadenza della voce, ci incuriosisce.

Sara Bonci

Ultima modifica il Domenica, 06 Ottobre 2013 12:29

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