drammaturgia di Nicola Caruso e Valentina Tropiano
liberamente tratto da “Odissea” di Omero
con Nicola Caruso, Daniela Zenobi
scene Sergio Stefini, Nicola Caruso, Valentina Tropiano
costumi Beatrice Belligoli
tecnici luci e audio Sergio Stefini, Stefano Pento
Aiuto allestimento e attrezzaura Luca Mattielo – Miami Service
Allestimento e regia di Nicola Caruso e Valentina Tropiano
produzione Associazione Akamorà
Preara di Montecchio P.no (Vicenza) teatro Comunale, 5 e 6 novembre 2022
Far riaprire una sala pare al giorno d’oggi un’ingiuria, una contraddizione visto che al contrario spesso e volentieri i teatri, i cinema chiudono. Va in direzione opposta invece un comune del Vicentino, Montecchio Prrecalcino, che credendo in un progetto di recupero culturale aperto a tutti, accetta di misurarsi con questa missione, possiamo proprio chiamarla così. Nella frazione di Preara ha riaperto una sala di un centinaio di posti, con uno spettacolo (al quale ne seguiranno altri, insieme a laboratori, seminari, workshop) di Akamorà Teatro, “Odissea – il viaggio circolare di ritorno verso casa” tratto da Omero. Una sfida molto ben riuscita, che ha visto in scena un duo di attori puri, una struttura scenica e drammaturgica scritta validamente sul poema omerico, una bella regia. Certo, un bell’impegno, ripagato dal successo ottenuto dagli applausi del pubblico, intervenuto in massa e consapevole dell’idea di “esserci”. Ma andiamo allo spettacolo: si notano da subito alcune prerogative, in questo adattamento che scivola qualche volta ai giorni nostri, con qualche battuta sobria ed elegante, che peraltro fa divertire gli spettatori più giovani, che sono giovanissimi, per la cronaca. Il ritorno a Itaca, da Troia, è un vero viaggio circolare come si evince anche dal sottotitolo, con Odisseo vittorioso che incontra nei suoi dieci anni di durata della migrazione verso casa diversi personaggi, per dirla brevemente, con lo sterminio dei Proci e il ricongiungimento con la fedele Penelope, donna virtuosa e paziente con cui dividere il resto degli anni. La messa in scena di Akamorà Teatro si attiene al poema come meglio si può, adattando le situazioni con contenuti anche solidi di estrema fascinazione, tra cui l’inserimento di un arcaico didgeridoo, elemento strumentale che cattura, crea, richiama ancestralità e sogno. Ma sono rilevanti anche le percussioni suonate dagli attori, con tecnica e precisione, l’uso dei microfoni che si contrappone all’antico ma che sono a loro modo funzionali per creare effetti vocali, infatti in teatro si usano in molte occasioni e non a caso. Con l’Odissea si va a richiamare una narrazione pregna di purezza, ed è encomiabile in ogni caso voler proporre anche a un pubblico che è in parte molto giovane un linguaggio diretto dove il significato degli eventi assume cultura, formazione, un certo sviluppo personale che si viene a creare, e che certamente darà presto nuovi frutti, nuove idee. Nuovi spettatori per quest’arte. Tra Circe e Polifemo, Calipso, l’evocazione degli dei, Odisseo si muove sicuro nei suoi canti, e i due attori Nicola Caruso e Daniela Zenobi interpretano i personaggi rimanendo davvero molto in parte, misurati e possenti nei loro ruoli, muovendosi agili e sicuri sul palcoscenico, non concedendo nulla alle distrazioni. Scelte tecniche, come quelle della pausa, garantiscono seguito maggiore e respiro, pur rimanendo sempre in tensione, portando dei messaggi sempre validi ed attuali che Omero, e il mondo antico tutto, ci insegnano. La dimensione creata arriva come in un clima che ricorda le cantine off, quanto più coinvolgente tanto più minuziosa, allargata e condivisa, che in sintesi è un abbraccio al pubblico, ricambiato. E’ una nuova, ennesima prova che il teatro fa bene e che andrebbe praticato. Chi lo sa, ce la mette tutta, e il ripagamento è qualcosa di energico da portarsi dietro e dentro.
Francesco Bettin