di Giorgio Scaramuzzino
Regia: Giorgio Scaramuzzino
Scene: Lorenza Gioberti
Costumi: Lorenza Gioberti
Interpreti: Giorgio Scaramuzzino
Produzione: Teatro dell'Archivolto
Genova, Teatro dell'Archivolto, 5 novembre 2016
Giorgio Scaramuzzino è autore e attore da tempo impegnato nel progetto Urgenze, con la finalità di fare e promuovere teatro civile destinato soprattutto ai giovani. All'interno di questo progetto è stata naturale la stesura di un testo teatrale come Senza sponda, che tratta un tema di stretta attualità come quello delle migrazioni. Quelle che Scaramuzzino porta in scena sono storie vere di vecchia e nuova migrazione. I migranti che dall'Eritrea e dalla Siria si spostano verso l'Italia e il Nord Europa assomigliano, nelle loro esperienze e speranze, agli italiani che emigravano verso gli Stati Uniti. Scaramuzzino vuole quindi dare a questo spettacolo una finalità civile con l'intento di disinnescare, almeno in parte, la portata dei pregiudizi che il fenomeno della migrazione porta oggi. Lo spettacolo si articola attorno a tre storie di migrazione inframmezzate, quasi a voler spezzare il senso di dramma, da episodi tipici di un telequiz, nel quale Scaramuzzino veste i panni del presentatore e di chi interagisce con il pubblico, sottolineando la diffusa ignoranza sul tema della migrazione e della fuga dalle guerre. Per quanto questa sia una evidente dimostrazione della poliedricità dell'attore e della sua voglia di allentare la commozione del monologo, gli intermezzi istrionici e quasi clowneschi non sempre fanno onore alla gravità del tema affrontato. Quest'ultimo è palesemente molto sentito dall'autore, così come dimostrano le tre storie narrate in maniera diretta con cambi di tonalità vocale e di abito, così da immedesimare agli occhi del pubblico la sua persona con quella dei diversi portatori di testimonianze. Dall'Eritrea, dalla Siria e dal Sud Italia partono e si dipanano storie di povertà e frustrazione, di necessaria migrazione e di lieto fine. La guerra, la violenza e la povertà spingono uomini, con i loro bagagli di speranze, a cercare un futuro diverso lontano dal proprio paese di origine. Le loro storie di paura e sfruttamento sono rese da Scaramuzzino con grande emotività in scena. Senza sponda tratta in maniera non convenzionale un tema che l'autore dimostra di conoscere e analizzare profondamente, ribadendo l'utilità sociale di un teatro che sappia fare luce su un tema così attuale.
Gabriele Benelli