Il bicchiere della staffa, Il linguaggio della montagna, Party Time
di Harold Pinter
regia: Nanni Garella
con gli attori di Arte e Salute
Bologna, Arena del Sole, dal 13 al 30 aprile 2010 (prima nazionale)
Il linguaggio della montagna di Harold Pinter È una dimensione emozionale profonda quella che nasce dallo spettacolo che il regista Nanni Garella ha messo in scena con la compagnia di pazienti psichiatrici e non, tutti bravi, intensi con cui lavora da anni, riunendo 3 atti unici di Harold Pinter Il linguaggio della montagna. Il bicchiere della Staffa. Play time. Garella, con intelligenza drammaturgica, li fa fluire senza soluzione di continuità ambientandoli in una sala grigia, un parlatorio di un carcere dove avvengono incontri tra prigionieri e parenti, interrogatori e una perfida festa tra «gente per bene»: un interno avvolto da sinistri suoni provenienti dal fuori, grida di dolore, parlottii, rumori di elicotteri, scoppi di bombe. Aleggiano nello spettacolo, che palesa una profonda urgenza espressiva unita a una autentica necessità di impegno civile, tutti i temi pinteriani, la minaccia, l' intrusione, la prevaricazione, la violenza e si condensano in una verità di discriminazione, di sopraffazione di uno Stato, di un regime politico, di una classe sociale o di una cultura ai danni di chi è più debole. Si materializzano sensazioni di vissuti reali, di tormenti subiti e tormenti interiori profondi che trafiggono ne Il linguaggio della montagna dove la violenza si esplicita in una diversità sottolineata da una lingua proibita, quella della montagna, e chi conosce solo quella non ha il diritto di parlare. Sensazioni che si raggrumano e si esplicitano ne Il bicchiere della staffa nei sordidi interrogatori di un aguzzino a una moglie e a un marito che hanno la sola colpa di pensare e non in modo conforme all' autorità, e da qui torture, minacce, morte. Sensazioni che esplodono nella festa Party time che svela il veleno profondo che si annida sotto il vuoto, perbenistico e discriminatorio chiacchierare: sensazioni che svelano con abbacinante chiarezza la verità profonda e inquietante di Pinter.
Magda Poli