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TRENO FERMO A - KATZELMACHER - ideazione Dario Aita, Elena Gigliotti

Treno fermo a - katzelmacher - ideazione Dario Aita, Elena Gigliotti Treno fermo a - katzelmacher - ideazione Dario Aita, Elena Gigliotti Foto Ilaria Scarpa

Treno fermo a - katzelmacher
di nO (dance first. think later)
ideazione Dario Aita, Elena Gigliotti
con Dario Aita, Emmanuele Aita, Luigi Bignone, Lucio De Francesco, Maximilian Dirr, Flavio Furno, Melania Genna, Elena Gigliotti, Monica Palomby, Daniela Vitale
costumi Giovanna Stinga
consulenza scene Paola Castrignanò
consulenza tecnica audio/video Ludovico Bessegato
disegno luci Giovanna Bellini
Venezia, Teatro Astra, 4 aprile 2014

www.Sipario.it, 10 aprile 2014

Treno fermo a – katzelmacher, segnalazione speciale al premio Scenario 2013, è uno spettacolo della compagnia nO (dance first. think later) originariamente formata da giovani attori diplomati presso la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova.
Ispirato al film del 1969 di Reiner Werner Fassbinder "Katzelmacher", espressione dispregiativa tedesca usata nei confronti degli emigrati italiani, lo spettacolo riprende la tematica del "diverso" ed inscena dinamiche sociali attraverso stereotipi riconoscibili.

La vicenda è ambientata in un Sud Italia indefinito che parla con diversi dialetti e accenti. La scena ricca di oggetti, identifica un bar di paese, ritrovo di una compagnia di nove ragazzi la cui
routine fatta di noia, canzoni neomelodiche, gelati sammontana e biliardino, viene interrotta dall'arrivo di un "katzelmacher", immigrato da un paese lontano che diventa subito il centro della loro attenzione. Le reazioni del gruppo sono di diffidenza, aggressività ma anche curiosità nei suoi confronti; anche se emarginato, perché culturalmente diverso, lo straniero è, al tempo stesso, oggetto di desiderio e attenzione. Lui, inizialmente sguardo esterno, si fa coinvolgere da questo nuovo mondo che però non gli riserverà un finale lieto.
Il mondo che si presenta ai suoi occhi è un grande reality show dove tutti interpretano una parte e dove lui non riuscirà a trovarne una sua forse perché troppo autentico rispetto agli altri.

La volontà del singolo di inserirsi in una comunità chiusa e incapace di evolversi, altro non è che pura illusione; il gruppo reagisce in maniera prevedibile, richiudendosi in se stesso perché minacciato, nonostante gli sforzi spesi dallo straniero per conquistarne la fiducia, lavorando di più, cedendo ad avance amorose o sottostando ad atteggiamenti arroganti.
Sono vittime di loro stessi: le loro abitudini sono le loro fortezze.

Lo straniero è un personaggio dinamico, il gruppo invece è composto da personaggi statici e bloccati nelle loro vite fumose, inconsistenti; solo lui infatti partirà e proseguirà il suo 'viaggio', tutti gli altri, invece, continueranno a restare fermi, mentre i treni continuano a sfrecciare davanti ai loro occhi.
Per il gruppo di amici, il treno -metafora del tempo che scorre- è fermo. Immobili, non possono fare altro che guardare i treni degli altri passare, attendendo inutilmente il proprio.

Treno fermo a – katzelmacher è uno spettacolo che restituisce grande forza e vitalità soprattutto nelle scene corali, ben coordinate registicamente. Attraverso dinamiche di gruppo relative all'uso del corpo, della parola, del movimento, del linguaggio, "il gruppo" di nove riesce a identificarsi in un unico personaggio, in contrasto con "lo straniero" creando così due nuove identità che si scontrano e incontrano in continua evoluzione.

Valentina Dall'Ara

Ultima modifica il Giovedì, 10 Aprile 2014 09:21

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