mercoledì, 24 aprile, 2024
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Il mio amico Yassine
Redatto da: Marco La Cascia
Classe IV BT
ITET "G. Garibaldi" Marsala
Docente referente: Teresa Titone

Vi racconterò una vicenda che è capitata alcuni giorni fa. Userò nomi inventati per mantenere la privacy.

Era pieno inverno. Nel pomeriggio aveva piovuto e soffiava un vento molto freddo. Quella sera io e il mio amico Carlo c'eravamo organizzati (con i nostri scooter) per andare a fumare fuori. Vi starete chiedendo il perché di tutto ciò: i genitori di Carlo non vogliono che fumi, quindi di tanto in tanto organizziamo queste nostre serate, che ormai si ripetono da più di 3 anni.
Quella sera siamo andati a fumare sul lungomare di Marsala, dove c'è un parco, dove le famiglie si riuniscono e portano i loro bambini a giocare.
Mentre percorrevamo la strada che porta in questo parco, abbiamo incontrato Yassine, un nostro amico che stava per tornare a casa, il quale ci invitò a casa sua per passare la serata insieme. Era da tanto che lui continuava ad invitarci a casa sua, insieme ad altri compagni, per studiare, ma noi prendevamo sempre scuse per non andare. Ma quella sera non potemmo evitare.
Come da programma la prima sigaretta la fumammo al parco. Dopo alcuni minuti, Yassine ci chiamò dicendoci, con molta euforia, che ci aspettava. Gli abbiamo chiesto se poteva aspettare qualche minuto in più, giusto il tempo di finire di fumare la nostra sigaretta. Acconsentì alla nostra richiesta ben volentieri e nell'attesa si rassettò la sua casa. (Yassine vive solo e i suoi genitori vivono in Tunisia).
Io non sapevo con esattezza quale fosse la sua casa, sapevo più o meno la zona, e allora una volta in zona l'ho chiamato per farsi trovare fuori casa. Lui si fece trovare come d'accordo fuori. Appena l'ho visto sono rimasto perplesso del suo abbigliamento , con 5° lui era con i pantaloncini scarpe per giocare a calcio, e maglione di lana. Quando l'ho abbiamo incontrato nel centro storico stava tornando a casa dopo aver giocato una partita di calcio al centro salesiano dalle città e quindi non avevo dato peso alla situazione. Ci aveva detto di parcheggiare i motori sotto la finestra in modo tale che di tanto intanto potevamo dargli una occhiata.
Io non fui d'accordo e stabilimmo di mettere il motore in una stanzina dentro casa che non dava disturbo, perché qualche giorno prima avevano rubato i motori ad alcuni nostri amici.
Yassine si offrì a portare il motore sollevandolo come una piuma ed io rimasi a bocca aperta, lui non era il più forte dei tre, una forza sovrumana si era impossessato una forza che non era fisica ma era una forza che gli veniva da dentro, era la gioia, il piacere, la felicità di averci a casa sua ed essere lì con lui.
Una volta dentro casa cominciò a parlare e parlare e parlare della partita di calcio che avevano vinto e poi che da alcuni giorni stava male, che non mangiava più e che aveva alcuni dolori allo stomaco a causa della stitichezza, era andato dal dottore per farsi controllare, ma il medico gli aveva prescritto delle pillole, molto costose.
Allora io e Carlo ci siamo offerti a comprargli le pillole. Io pensai che erano soldi spesi al vento perché lui non aveva niente, non mangiava non perché non aveva fame ma perché soffriva di solitudine. Dopo questa piccola chiacchierata, gli abbiamo proposto di andarsi a lavare, perché era tutto sudato e poteva prendere l'influenza. Dopo la doccia spuntò con un paio di ciabatte da spiaggia, pantaloncini del costume e maglione pesante di lana. Allora abbiamo iniziato chiedergli come si riscaldasse in quella fredda casa e lui ci rispose che non avevo nulla per poterlo fare ...
La casa comprende 5 stanze : il bagno, la cucina, il salone e due stanze dove ci sono tanti letti per ospitare altri tunisini come lui; la cosa più brutta di quella casa è che quando piove, come è successo quella sera, l' acqua piovana entra da ogni parte a causa di una scarsa pavimentazione del muretto che divide il giardino dalle scale che portano in cucina e così si ritrova tutta la casa allagata.
Lui vive solo, i suoi genitori si trovano in Tunisia, e deve conciliare lavoro, scuola, alternanza scuola lavoro e anche il tempo per prendersi cura di sé e non solo. Il suo unico svago è il centro salesiano della città dove lui va molto volentieri e dove si sente uguale agli altri.
Provvede da solo per il pagamento delle bollette, affitto, luce, gas, guadagnando solo pochi euro molto spesso anche sfruttato dal datore di lavoro in cambio di pochi euro.
Lui va a scuola solo per stare in compagnia, per incontrare e per svagarsi un po'. Solo che molto spesso capita che entrando in classe la cose peggiorano, perché viene attaccato, giudicato, offeso ingiustamente, non per la sua etnia, perché è il più debole sia fisicamente che mentalmente.
Oltre alle tante difficoltà che trova durante l'arco della giornata, quando arriva a casa deve fare i conti con l'acqua e il fango che si ritrova dopo aver piovuto. La casa in cui vive non ha né riscaldamenti, né possiede vestiti adeguati per trascorrere il freddo gelido dell'inverno.
Dopo ci racconto della sua situazione familiare e di tutto quello che aveva passato nella sua vita. Un argomento che mi rimasto piuttosto impresso è stato quello di quando parlava di sua madre e della sua famiglia e del perché si sono trasferiti in Italia.
La sua famiglia era molto ricca quando stavano in Tunisia, avevano molte case sparse in tutta la città.
Ma il padre in poco tempo fece scomparire tutto il patrimonio a causa di droghe, prostituzione, patti con persone poco raccomandabili e la visione del mondo verso invincibilità. La madre per il sol fatto di essersi ribellata era stata picchiata dal fratello di suo padre, che aveva dato tante percorse da farla ricoverare in ospedale per alcune settimane, questo perché nella loro cultura la donna deve essere sottomessa al proprio marito.
Dopo tutte queste confessioni, ho capito veramente come si poteva sentire il mio amico quando alcuni dei miei compagni lo prendevano in giro.
L'indomani parlai della situazione di Yassine con alcuni miei compagni, ed proposi di di comprare alcune cose, loro furono d'accordo e così comprammo delle cose essenziali come calzette , pigiami pesanti, maglioni, ecc...
Dopo alcuni giorni decidemmo di trascorrere con lui le serate portandogli la spesa e mangiando a casa sua. Di queste serate né abbiamo passate diverse. E quando penso che che lui deve pensare a tutto 360°mi stringe il cuore, e rifletto che se fossi io nei suoi panni non c'è l'ha farei.
Da quella sera non pretendo più molte cose dai miei genitori, perché ho capito che è già una fortuna, stare a casa con persone che ti vogliono bene, trovare tutto pronto, casa pulita, stare al caldo e non pensare e niente all'infuori dello studio ed a logorarsi il cervello dai problemi adolescenziali, certo i genitori a volte sono proprio pesanti ma lo fanno solo per il nostro bene.
È stata una di quelli esperienze che mi hanno segnato la vita. Penso che quando sarò più grande e avrò un lavoro sicuro tutto mio, aiuterò tutte le persone, come Yassine, che si trovano nel nostro Paese.

Ultima modifica il Giovedì, 01 Febbraio 2018 09:35
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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