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DICIAMO BASTA AL BULLISMO
redatto da Chiara D'Antoni
Classe IV B indirizzo Turismo
ITET "G. Garibaldi" Marsala
Docente referente: Teresa Titone

Spesso sentiamo parlare di bullismo, un fenomeno che si
sta diffondendo sempre di più nel nostro paese.

Il bullismo é un
comportamento diffuso tra gli adolescenti. Bullismo deriva dalla parola
"Bulling"; il bullo é una persona esibizionista che fa violenza
psicologica o assume atteggiamenti aggressivi nei confronti degli
individui più deboli. Il bullo si comporta così per nascondere la sua
debolezza e picchia o minaccia un altro individuo per sentirsi forte o
perché non riesce ad esprimersi diversamente, spesso è lui il primo a
subire violenza fisica o psicologica nel clima familiare, magari è
cresciuto col principio che per farsi rispettare bisogna usare la forza e
la violenza perché per loro violenza è uguale a "rispetto". Ma
spesso il bullo è un ragazzo normale che ha alle spalle una famiglia che
li coccola, li vizia e a casa si comportano come "agnellini"
indifesi e poi quando escono diventano "belve"; è tutto questo
perché oggi i ragazzi hanno tutto e la noia li fa diventare aggressivi,
malmenano i loro coetanei più deboli, riescono a coalizzarsi facendosi
forza tra loro, sentendosi forti e spavaldi, accanendosi con coloro che
prendono di mira per svariati motivi anche futili, approfittando del fatto
di essere in maggioranza. Il bullismo provoca in chi subisce questi atti di violenza delle ferite profondissime e laceranti, difficile da rimarginare perché ne esce devastato, viene
invaso dalla paura che lo porta a rinchiudersi tutto dentro e non sa
opporsi al bullo. Purtroppo anche io come tanti ragazzi ho subito atti di
bullismo, ero ancora piccola andavo alla scuola primaria e non capivo
perché quei bambini si comportavano in quel modo con me, ricordo solo che
ero una bambina impaurita e terrorizzata dai loro comportamenti. Spesso
non riuscivo a socializzare ero timida ma quando cercavo di fare amicizia
con loro, loro mi trattavano male, mi alzavano le mani davanti agli altri
bambini che ridevano, mi rubavano penne, matite e anche la merenda che mi
portavo dietro e io mi chiudevo in me stessa e stavo zitta.
Un giorno mi hanno anche tagliato i capelli e io piangevo e quando cercavo di attirare
l'attenzione delle maestre loro non capivano e io continuavo a subire.
Ma la cosa che mi ha fatto più soffrire di più è stata quando mia madre si ammalò e perse i capelli loro iniziarono a dirmi che presto la mia mamma sarebbe morta. 
Io non volevo più andare a scuola, avevo paura che presto avrei perso la mia mamma ,
me la prendevo con la mia famiglia, soprattutto con mia madre perché la
ritenevo colpevole della sua malattia. Fortunatamente, mia madre si è
accorta che c'era qualcosa che non andava e con il suo aiuto suo sono
riuscita a parlare e a raccontare tutto quello che mi stava accadendo. Le maestre e i genitori di questi bambini mi hanno chiesto scusa. Posso dire che quest'esperienza me la porto sempre con me perché anche se ero solo una bambina, ho capito che bambini o ragazzi sanno essere cattivi, e a quell'età non capivo che questo era
bullismo ma oggi posso solo dire che bisogna ribellarsi e non chiudersi in
se stessi perché tutto ci logora dentro e ci può distruggere
psicologicamente. I genitori come i professori devono essere messi al
corrente per evitare che succedono queste situazioni, perché loro sono adulti e sono educatori e devono essere un punto di riferimento per ogni problema. Si tratta di un
argomento che anno dopo anno si fa più complesso è più difficile da
monitorare, servirebbe un programma scolastico con tutti gli alunni per
far capire che il bullo è una persona che ha paura di se stesso e vuole
essere fermato e aiutato, e chi fa parte del gruppo non deve rimanere in
silenzio solo perché non succede a noi, non si deve additare chi è diverso
ma bisogna essere solidali con tutti. Occorre che gli adulti si rendano
conto di quest'amara realtà, che non è una cosa marginale, perché oggi
quasi il 50% di ragazzi dichiara di essere stato vittima di episodi di
bullismo, per chi ha avuto il coraggio di parlare e ribellarsi. Certe volte per tanti ragazzi le sfide più grandi non è affrontare le interrogazioni, i compiti o entrare in una nuova scuola, ma l'inserimento nel gruppo dei loro dei coetanei, perché spesso vengono
emarginati e non capiti, magari soffrono in silenzio e crescono con
problemi psicologici e la loro voglia di vivere non esiste più. Penso che
dobbiamo capire tutti da quale parte vogliamo stare se dalla parte dei giusti o dei bulli . NON restiamo in silenzio, aiutiamo gli altri a far capire che
la violenza non ci porta da nessuna parte non ci rende più forti
all'occhio della gente ma inutili.
Diciamo "Basta".

Ultima modifica il Giovedì, 15 Febbraio 2018 20:40
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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