Sono passati 10 anni da quando l’Estate Musicale Chigiana è diventata, per volontà del direttore artistico Nicola Sani, qualcosa che coinvolge intensamente ben due mesi estivi. Alla città, al territorio della campagna senese coi suoi centri urbani più significativi, si vanno aggiungendo i più bei luoghi artistici e naturalistici delle province limitrofe, Grosseto verso il Tirreno, Arezzo verso l’appennino.
Myung-Whun Chung. Foto Jean-Francois_Leclercq
Piazza del Campo è il cuore di questa festa della musica, con i concerti nella “conchiglia” , i più richiesti. Il Concerto per l’Italia ne è l’evento per eccellenza, e per questo motivo la Conferenza Stampa di presentazione del Festival ha avuto luogo quest’anno alla Scala di Milano, perché ne sarà interprete la Filarmonica della Scala diretta dal Maestro Myung-Whun Chung con la Ouverture di Leonore e la Sinfonia n.5 di Beethoven, il 19 di luglio. Lunga e affettuosa la storia che lega il Maestro a questa città e all’Italia, e nella sua brevità la partecipazione del Direttore è stata gentile e appassionata, si è presentato come qualcuno che non cessa di studiare per cercare la perfezione nell’esecuzione di quanto ci è stato tramandato. Due giorni dopo questo concerto, ancora in piazza, sarà la volta della nostra Beatrice Venezi (già allieva chigiana), che benché abbia il vezzo di farsi chiamare direttore afferma la propria femminilità coi lunghi capelli biondi ed abiti ben lontani dalla “divisa” dei direttori uomini. Ma più che di questi dettagli da gossip, ci incanta il programma che propone ed ha intitolato Storie del mare: la Sinfonia del mare di Malipiero che seguirà all’omaggio pucciniano con l’intermezzo di Manon Lescaut e la suite sinfonica di Sheherazade di Rimskij Korsakov, il cui fascino da Mille e una notte concluderà una serata senz’altro indimenticabile. E non si preoccupi chi non troverà posto in piazza, la musica, grazie alla sua forma, così simile a quella del teatro antico, si potrà godere dalle sedute in pietra che gli antichi palazzi circostanti offrono al passante o dalle gradinate delle chiese prossime alla “conchiglia”. Per quanto riguarda gli altri concerti sinfonici, i luoghi deputati saranno l’Abbazia di San Galgano e la villa barocca di Geggiano per il gran finale della Baroque Night.
Cristina Zavalloni. Foto Barbara Rigon
Impossibile riassumere gli oltre cento eventi artistici che avranno luogo quest’estate, tra prime esecuzioni, gli incontri e le sinergie tra i più famosi musicisti, lo spazio per la musica del nostro tempo ma anche i corsi riguardanti la collaborazione didattica e creativa con Salisburgo e la musica barocca. Anche in questa edizione avremo il focus su un musicista contemporaneo, seguendo l’impostazione ormai decennale del Maestro Sani: quest’anno è Ligeti, molto amato dal cinema di Kubrik, presente fin dal programma del concerto inaugurale, il 5 di luglio e ancora nel corso dell’estate con ben 28 brani e con un’opera Sippal, Dobbal, nàdihégeduvet, voce di Cristina Zavalloni e rappresentazioni di videoarte di Thomas Pénangueur.
Tre gli allestimenti operistici, in grado di soddisfare gusti diversi: il Don Pasquale di Donizetti, The Turn of the Screw di Britten, quanto di più diverso, e particolarmente interessante il terzo, un modo originale di celebrare Puccini con una prima assoluta pensata con Salisburgo, The Butterfly Equation, di Thoma Cornelius Desi. L’anno passato questa collaborazione si è rivelata straordinariamente creativa. Si cimenteranno maestri e allievi, saranno spazio per laboratori dei mestieri del teatro, oltreché naturalmente per la scoperta di nuove voci. Del resto, non ci si stanca di ripetere che la particolarità di questo Festival, e dell’Estate Chigiana fin dalle origini, è che il cuore di tutto è l’Accademia, la scuola di alto perfezionamento musicale che attrae giovani da decine di paesi ogni anno, che qui non solo studiano con i loro Maestri, le star dei concerti, ma con loro hanno modo di affrontare la prova del pubblico, di dare inizio alla propria attività concertistica. E quest’anno il numero delle borse di studio offerte dalle varie istituzioni è il più alto mai raggiunto.
Foto Andrea Veroni
I paesaggi sonori del 2024, Tracce, chiudono una trilogia che cominciò dalla felicità di aver visto la fine della pandemia con From Silence, a cui seguì Parola. Le tracce sono il segno di un passaggio, in questo caso sonoro come ci dice il logo scelto, il disegno di un orecchio, qualcosa di lieve e importante, il suono che continuiamo a portarci dentro e che ci accompagna. Tracce anche per i nuovi spettatori, con la proposta ormai tradizionale della Compagnia Corps Rompu di Claudia Massari, che quest’anno propone Tracce di Fiabe.
Annamaria Pellegrini