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(RACCONTA UNA STORIA) - "L'IMPORTANZA DI SÉ STESSI" di Meri Papalia

L’importanza di sé stessi
di Meri Papalia

Filippo si era trasferito per motivi di studio a circa trecento chilometri dalla città natale, ove aveva lasciato i genitori e la nonna paterna. Quando scattò l’emergenza per l’epidemia che si stava diffondendo nel paese, la sua maggiore preoccupazione era rappresentata dalla salute della nonna novantacinquenne con problemi di diabete. Le chiamate con l’anziana erano giornaliere ma la donna rassicurava il nipote che ella era stava bene, non usciva mai di casa e per la spesa e le medicine ci pensavano i parenti a turno che le lasciavano il tutto in un sacchetto appeso all’esterno della porta, senza alcun contatto umano, per ridurre al minimo i rischi di contagio. La nonna si dichiarava ancora forte come una roccia e passava le sue giornate a cucire a mano, a pulire l’abitazione e a guardare varie fiction televisive, insomma anche il rischio di soffrir di depressione durante la quarantena non la toccava e al telefono aveva sempre una tono vivace e allegro.
Filippo soffriva poco la situazione, lavorando come commesso part-time presso un supermarket non si sentiva affatto rinchiuso in casa, al contrario possedendo anche Luna, una piccola meticcia di cinque anni, continuava a svolgere regolarmente anche attività fisica, portandola fuori almeno tre volte al giorno. Nemmeno il suo corso di laurea era stato sospeso in quanto le lezioni proseguivano online e Filippo continua pertanto la regolare attività di studio in vista della sessione estiva degli esami del terzo anno.
L’ansia di ammalarsi non lo colpiva più di tanto, era un soggetto giovane e in buono stato di salute, al massimo avrebbe passato un paio di settimane a letto con la febbre, non era appartenente certo alle fasce deboli come la nonna, a cui andava tutta la sua preoccupazione. I contatti sociali gli mancavano ancor meno, non aveva mai amato i luoghi affollati e il contatto con la gente e i pochi amici che aveva, li contattava regolarmente tramite videochiamate. L’unica con cui sentiva il bisogno di contatto fisico era la sua amata quattro zampe, giudicata dalla scienza come immune alla pandemia in corso. Eppure fu proprio Luna con quegli occhioni dolci e sempre alle ricerca di coccole da tutti ad avvicinarsi quel pomeriggio al signore che passava per strada e a contaminare il proprio pelo che fece da ponte con le coperte del letto di Filippo. Fu così che il giovane, nonostante la mascherina e le precauzioni imposte dal datore di lavoro e i contatti solo a distanza con i compagni universitari e gli amici, contrasse il virus. Quel ragazzo in ottima salute divenne, in meno di ventiquattrore, incapace di respirare autonomamente e a metà dell’orario di lavoro si ritrovò con una crisi respiratoria che ne provocò l’immediato ricovero in ospedale. Come aveva predetto Filippo tuttavia, in due settimane si ritrovò dimesso e completamente guarito, il peggio era passato nei primi quattro giorni in cui si era reso necessario l’utilizzo della macchina a respirazione artificiale per l’incapacità dei polmoni del ragazzo di inspirare in autonomia. Filippo tuttavia non si era reso conto di quanto la sua salute fosse importante, non per sé stesso, ma per le persone care che gli vivevano a fianco. La nonna aveva passato due settimana di ansia e pianto, temendo il peggio per il nipote e il padre del ragazzo era perfino incappato in una denuncia, cercando di lasciare il Comune di residenza per raggiungere il figlio.
Filippo si era dimenticato di Luna, lui si era salvato ma la quattro zampe lasciata nell’abitazione senza acqua e cibo era morta di stenti dopo aver invano tentato di chiamare aiuto in una palazzina deserta, dove tutti gli altri condomini, studenti universitari come Filippo, erano rientrati in quel periodo presso le abitazioni dei famigliari, e qualsiasi tentativo di graffiare e rompere la porta di ingresso era stato vano. Filippo imparò troppo tardi che prendersi cura di sé stessi era necessario, non per il bene proprio, ma per quello degli altri.

Ultima modifica il Mercoledì, 01 Aprile 2020 18:42
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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