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INTERVISTA A MARTA GASTINI - di Francesco Bettin

Marta Gastini. Foto Paolo Stucchi Marta Gastini. Foto Paolo Stucchi

Fa parte delle attrici cosiddette “di nuova generazione” Marta Gastini, anche se nel suo curriculum artistico troviamo già esperienze considerevoli, alcune a livello internazionale. In questo periodo sta lavorando a teatro accanto a Cesare Bocci, Galatea Ranzi e Giulio Pranno ne “Il figlio” di Florian Zeller, spettacolo in tournèe (a fine mese al Teatro La Pergola, di Firenze). il suo debutto è avvenuto, dopo aver studiato per diversi anni  canto, danza e recitazione (anche in un corso parigino della New York Film Academy) nella serie televisiva “Il bene e il male”, andata in onda su Rai Uno. Da lì in avanti Marta non ha mai smesso di recitare, lavorando accanto (tra gli altri) a Terence Hill, Dario e Asia Argento, Leonardo Pieraccioni, Rutger Hauer, Anthony Hopkins, Giuseppe Piccioni. E’ stata tra gli interpreti della serie “I Borgia” nel ruolo di Giulia Farnese, l’amante di Papa Alessandro VI,  e l’abbiamo vista ne“La moglie del sarto” di Simone Gandolfo, “Quattro metà” di Alessio Maria Federici, “Black Partenope” di Alessandro Giglio. E’ presente anche in alcune serie televisive di successo, come “Tutta colpa di Freud” diretta da Rolando Ravello. La sua è una recitazione delicata che però, al tempo stesso, sa essere di carattere, profonda. Per conoscerla meglio l’abbiamo avvicinata al Venezia, al Teatro Goldoni, dopo lo spettacolo di Zeller.

Come inizia Marta Gastini a fare l'attrice?
Mi innamorai della recitazione al liceo quando decisi di partecipare al laboratorio teatrale. Nell’estate dei miei 17 anni volli anche partecipare ad un corso di recitazione per cinema a Parigi e appena rientrata in Italia decisi di propormi per alcuni provini. Ne feci solo alcuni prima di conquistare il mio primo ruolo. Si trattava di un ruolo importante in una serie per Rai1. Da lì è partito tutto.

Aveva qualche attrice come modello alla quale ispirarsi ?
Allora Ancora no. Fin da quando ero piccola ho sempre fatto mille attività extrascolastiche e quindi studiavo la sera. Non avevo tempo per vedere molti film. Mi sono innamorata della recitazione senza premeditazione.

Nel mestiere dell’attrice la competizione, si sa, è molta, molti gli attori, con qualche volta la difficoltà di lavorare: cosa occorre per resistere? E nel nostro Paese si è abbastanza tutelati facendo questo lavoro? 
Si, la competizione è tanta e credo che l’unica cosa che consenta di vincere sia essere sé stessi. Nessun altro può essere noi. Tutto sta nel capire chi siamo. Per quanto riguarda se siamo tutelati, direi di no: la tutela per chi fa spettacolo è quasi inesistente. 

Nella commedia di Zeller con la quale è in tournèe, “Il figlio”, lei Marta interpreta Sofia, a metà tra sopportazione e compassione. Che testo è quello di Zeller? chi è la vittima principale?
Sofia è una giovane moglie e madre, ma non del figlio del titolo. È sposata con Piero, il padre di Nicola, che invece è il figlio del titolo. Quando Nicola chiede di poter vivere con Piero e Sofia lei lo accoglie, non senza qualche preoccupazione. Decide però di prendersene cura. Sofia, in quanto elemento più esterno rispetto a Nicola, è quella che riesce a vedere meglio il suo malessere e a modo suo tenta di far aprire gli occhi a Piero. Nonostante ami Piero e voglia bene a Nicola, l’istinto di protezione nei confronti del proprio figlio e della propria famiglia, prevale in Sofia che cercherà di far valere le proprie ragioni. 

Chi è la vittima principale? 
Il dolore di Nicola è un vortice, difficile per lui da spiegare e per gli altri da afferrare, che però inesorabilmente travolge tutti. Tutti sono vittime. Tutti cercano, coi mezzi che hanno, di fare del loro meglio. 

Un'altra bella prova la sua. A parte il talento, quanto contano nel mestiere la caparbietà, il sacrificio?
Grazie. È stata la mia prima volta a teatro dopo anni di cinema e televisione. Il sacrificio è stato tanto, almeno per me che sono diventata mamma da pochi anni. Certo, la caparbietà è necessaria per fare qualunque cosa. 

A suo modo di vedere far l'attrice è, in qualche modo, un mestiere privilegiato?
Credo sia privilegiato ogni mestiere che si fa per passione e che consenta di vivere con gioia e serenità.

Un ruolo, un personaggio che amerebbe fare se glielo proponessero?
Mi piacerebbe interpretare un avvocato, o una detective e mi piacerebbe recitare nuovamente in inglese.

Come interprete c’è un genere che più predilige?
Non mi sono mai direttamente posta dei limiti in questo senso. Se me lo permetteranno sarò felice di cimentarmi con tutti i generi. 

E fuori dalla scena Marta Gastini...com'è?
Sono moglie e mamma! Ho un bimbo meraviglioso di due anni e mezzo! Mi piace la musica, leggere libri, fare yoga e ritagliarmi tempo per giocare con mio figlio, viaggiare, passione che condivido con mio marito, e per uscire con le mie amiche. Mi piace stare in compagnia ma trovo grande libertà anche nello stare per conto mio. 

Che spettatrice è? Cosa ama vedere, a teatro, al cinema, in tv?
Mi piacciono le storie avvincenti, scritte con consapevolezza. Storie capaci di emozionare e far riflettere. Mi piace vedere attori talmente veri da farmi sentire che sto assistendo realmente alle vicende delle loro vite sullo schermo o sul palco.

Una cosa che si augura, da donna del nostro tempo?
È utopia ma vorrei meno menefreghismo e meno cattiveria. Vorrei non leggere notizie di maltrattamenti ai bambini, di bullismo nelle scuole, di violenza nelle case, del lancio di un nuovo colosso di fast fashion. Vorrei che il “tanto non cambia nulla” non fosse la regola. L’apporto del singolo può fare la differenza. Sono molto sensibile al tema della lotta alla violenza e a quello della sostenibilità. Da anni collaboro con associazioni che si occupano di queste lotte e nel mio modo di vivere, in particolare per quanto riguarda il tema della sostenibilità, ho apportato molti cambiamenti al fine di rendere la mia casa e la mia famiglia il più sostenibili possibile. Bastano piccoli gesti come scegliere cosmetica solida, oppure servirsi di detersivi e cosmetici alla spina riutilizzando così i flaconi di plastica, comprare acqua in vetro o filtrare quella del rubinetto, scegliere prodotti lavabili piuttosto che usa e getta. Per un mondo migliore, che è proprio quello che mi auguro.

E da attrice, per il mondo del teatro, del cinema e della tv, cosa si augura invece?
Mi auguro che lo spettacolo, in quanto cultura, riceva il supporto che merita. Che si continui, come sembra, a creare e realizzare progetti che possano consentire all’Italia di competere con i paesi stranieri. Mi auguro teatri e sale cinematografiche piene e meno persone sedute sul divano di casa.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Venerdì, 24 Febbraio 2023 09:12

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