martedì, 18 febbraio, 2025
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INTERVISTA A SOFIA CASELLI E CRISTIAN CATTO - di Simona Zanoni

Sofia Caselli e Cristian Catto Sofia Caselli e Cristian Catto

Sofia Caselli e Cristian Catto sono rispettivamente Anya/Anastasia e Dimitri, i protagonisti del musical Anastasia, che rimarrà in scena al Teatro Arcimboldi di Milano fino al 12 gennaio e proseguirà poi la tournée italiana, per terminare a Firenze l’11 maggio 2025. 

Anastasia era forse lo spettacolo più atteso del 2024. Avete fatto delle anteprime nel corso dell’anno a Montecatini e a Trieste e dal 25 dicembre siete qui al Teatro Arcimboldi di Milano. Che riscontro avete avuto dal pubblico?
Sofia: Il pubblico di Milano mi sta sorprendendo. Ero abbastanza intimorita dalla piazza milanese, e invece devo dire che ci ha dato un ottimo riscontro, tanto quanto il pubblico triestino e di Montecatini, quindi sono felicissima. Lo spettacolo funziona bene, il pubblico risponde alla grande e siamo circondati d'affetto.

Cristian: Sì, nonostante la distanza della prima fila, che è un pochino lontana da noi, ogni sera le 2400 persone si sentono proprio. Questo pubblico ha un certo peso specifico, quindi è proprio emozionante. La prima replica ci ha trasmesso una sensazione molto forte.

Tra l'altro questo spettacolo ha venduto tantissimo. Di fatto il teatro è quasi sempre pieno.
Sofia: Sì sì, noi lo notiamo subito, perché durante la prima scena, quella delle bombe, vediamo la platea che si illumina. E là ti rendi davvero conto prima di tutto della grandezza del teatro, ma soprattutto della quantità di gente presente. È quasi sempre sold out, si fa proprio fatica a vedere i posti vuoti. Direi che abbiamo avuto un riscontro più che positivo.

Cosa vi ha spinto a partecipare ai provini per questo spettacolo?
Sofia: Lo spettacolo in generale e il ruolo di Anastasia nello specifico erano un mio sogno da anni. Nel 2018 ho visto lo spettacolo a Broadway, me ne sono follemente innamorata e mi sono detta: “Chissà se succederà mai?”. Quando sono uscite le audizioni, ho pensato di dover quantomeno mandare il mio materiale ed essere vista. E alla fine è andata bene. 

Cristian: Per me è andata in un modo un po' diverso, perché non avevo né previsto, né cercato questo ruolo. Sono stato invitato alle audizioni e ho deciso di presentarmi. Poi lì è scattato qualcosa, è andato tutto nel verso giusto ed eccomi qui. Sono felicissimo di aver preso parte a quell'audizione e aver conosciuto Sofia. Da quel giorno è andato tutto in discesa e stanno succedendo tante cose belle.

Hai anticipato la prossima domanda. Vi conoscevate già prima dell’audizione?
Sofia: No, non ci conoscevamo, ci siamo conosciuti lì.

Cristian: Esatto, non ci eravamo mai incontrati. In effetti, ci siamo conosciuti proprio nei panni di Dimitri e Anya. 

Sofia: Io in realtà l’avevo visto la stagione scorsa in Cabaret, però ho pensato appunto di non sapere chi fosse, ne di averlo mai sentito nominare. Poi, in realtà, al momento dell’audizione non ho neanche collegato che fosse lui. È un momento particolare, in cui non ti metti a pensare al curriculum del collega. Eppure, in audizione tra noi è stato amore a prima vista, dal punto di vista lavorativo chiaramente, nel senso che ci siamo trovati subito. C'è stato un momento in cui dovevamo supportarci a vicenda, in cui io cantavo e lui ascoltava o viceversa, e c'è stato un ascolto meraviglioso da parte di entrambi.

Cristian: Fuori dal normale, e questo non succede spesso.

Visto che è venuto fuori l'argomento della scorsa stagione teatrale, entrambi arrivate da due musical diversi rispetto ad Anastasia. Sofia è stata Pia De' Tolomei ne La Divina Commedia, mentre Cristian ha interpretato Clifford in Cabaret. La Divina Commedia è un'opera musical, quindi le parti cantate sono fondamentali. Invece Clifford ha molte parti di recitato più che di cantato. Perciò, a livello tecnico, che difficoltà avete riscontrato nel calarvi nei panni di questi nuovi personaggi?
Sofia: Io devo dire che, avendo comunque studiato tutte e tre le arti, ne La Divina Commedia mi è mancato qualcosa. Infatti, per quanto fosse uno spettacolo impegnativo a livello cantato e recitato, non avevo parti ballate. In questo spettacolo le tre discipline si fondono, quindi trovo stupendo riuscire a portare in scena tutto: canto, recitazione e anche la danza, per quanto mi è concesso in questo ruolo. È chiaro che si fa uno studio diverso nel momento in cui ci si prepara al personaggio, ma difficoltà enormi non ne ho trovate. Quando mi è arrivata la notizia che sarei stata Anastasia, mi sono messa a studiare il personaggio, come faccio con tutti gli spettacoli nuovi. Qui serve un'impostazione vocale diversa, un altro tipo di preparazione fisica e di approccio al copione. Questo è ciò che faccio in generale per tutti gli spettacoli nuovi.

Cristian: Per me il processo è stato simile. Sia quello di Clifford che quello di Dimitri sono due ruoli non ballati. Però Clifford aveva tanto recitato e poco cantato, mentre in Dimitri c'è un buon equilibrio tra le due arti. Di conseguenza, ciò su cui mi sono dovuto soffermare in questo caso è stato il canto, perché vocalmente il ruolo è tosto e mi mette più a dura prova rispetto al mio personaggio in Cabaret.

Sempre parlando di esperienze passate, entrambi siete stati all'estero: Sofia nel Regno Unito, sia per studio che poi per lavoro; Cristian nel cast di West Side Story a Vienna. Cosa vi ha lasciato quest’avventura in una realtà diversa dall'Italia? Tornereste mai all'estero?
Sofia: Io ho vissuto lì tutto il mio percorso, dalla formazione ai primi lavori appena uscita dall'università e poi dall'accademia, quindi quella inglese per me era una forma mentis. Quello che ho dovuto fare una volta rientrata nel mio Paese è stato abituarmi al mondo del musical italiano, non il contrario. In Inghilterra è prassi focalizzarsi su tutte le discipline in egual modo, sia nel corso della formazione, sia nel lavoro. È ovvio che poi c'è sempre una preferenza dell'artista su una delle tre discipline, che nel mio caso è il canto; l’importante è non mettere mai in ombra le altre. Quella è di certo una cosa che io ho apprezzato tantissimo. Per quanto riguarda tornare sì, se il lavoro chiama io sono disponibile ad andare, ovunque sia.

Cristian: Per me l’estero, l’Austria appunto, è stata una parentesi. West Side Story è uno spettacolo stupendo, è stato bellissimo farne parte. Tra l'altro si trattava del mio primo spettacolo dopo il COVID, per cui di fatto un respiro dopo un anno e mezzo di fermo. È stata una bella parentesi per me, però sinceramente non so se tornerei all'estero perché amo troppo l'Italia e casa mia. Comunque mai dire mai, eh! Non è nei progetti, ma mai dire mai.

Mi collego a questo tuo amore per la tua città e per l'Italia, perché hai dichiarato che questa è una caratteristica che hai in comune con il personaggio di Dimitri. Sofia, invece, condivide con Anya la testardaggine.  Qual è, al contrario, una caratteristica dei vostri due protagonisti che non appartiene a Sofia e Cristian e su cui avete dovuto lavorare per farla emergere?
Sofia: Sarà scontato, ma il fatto che Anya soffra di amnesia è davvero difficile da portare in scena, quindi in realtà la risposta è la più logica. Ho dovuto lavorare tanto per cercare di capire anche in minima parte come una persona si possa sentire a non ricordarsi nulla e avere solo degli sprazzi di memoria (perché di fatto qualche frammento se lo ricorda, come emerge dalla canzone Quando viene dicembre). Non si tratta, perciò, di un tratto caratteriale di Anya che non ho; eppure, il non sapere chi si è rappresenta un vissuto fondamentale per interpretarla, e io per fortuna non so cosa significhi vivere così. Lei sa esattamente chi è in quel momento, tuttavia non sa da dove venga e quale sia il suo passato. E la difficoltà sta proprio nel ritrovare questa sensazione e provarla ogni sera. 

Cristian: Mi hai messo in grande difficoltà, perché in verità io ho tantissime cose in comune con Dimitri. Il fatto che all'inizio lui sia scaltro e se la sappia cavare, che non molli, che in un modo o nell’altro a Parigi ci arrivi e il suo obiettivo lo raggiunga, la sua tenerezza con Vlad, il suo amore per Anya… Io mi ritrovo in questo personaggio, non ho dovuto ricercare nulla in modo forzato. Ho solo dovuto trovare il Dimitri dentro di me. 

Mettendo un attimo da parte i vostri personaggi, invece, qual è un tratto caratteriale dell'altra persona che gli invidiate (in senso buono)?
Cristian: Sofia vede il bello nelle cose e nelle persone. Trovo che sia una caratteristica bellissima.

Sofia: Una cosa che ho anche io, ma non sempre: la fragilità, in positivo, e l’emotività di Cristian.

Tornando allo spettacolo, a livello musicale, le canzoni del film d'animazione le conosciamo, sono famosissime. I brani inediti sono quelli del musical di Broadway. Com’è cantarle e cosa vi hanno lasciato?
Sofia: Io dico sempre che In my dreams, che nella nostra versione si intitola Sogni miei, è una canzone a cui io ero legatissima già da tempo. La portavo in audizione ed era un po' il mio cavallo di battaglia, quindi poterla cantare nella mia lingua è meraviglioso. Essendo cresciuta con il film d’animazione, di quei brani non ho neanche dovuto ristudiare i testi. Paradossalmente, però, sono più legata alle canzoni del musical che non a quelle del film d’animazione, perché sono più forti a livello emotivo e permettono alla Sofia performer di esprimersi al meglio. Ne è un esempio il duetto che canto con Cristian. Quindi nessuna difficoltà con i pezzi di Broadway, anzi amo tanto cantarli da settembre a questa parte.

Cristian: Anche quelle che canto io sono tutte canzoni stupende. Il duetto con Sofia è un pugno nello stomaco, e amo il pezzo del quartetto all'opera [brano cantato da Anya, Dimitri, l’imperatrice Maria e Gleb mentre sono a teatro e assistono ai balletti russi, ndr]. La mia città è la canzone con cui ho fatto un po' a pugni. Si cerca sempre di far sembrare le cose facili, eppure non tutto funziona subito. Adesso, invece, vado quasi d'accordo con questo brano. In realtà è bellissimo; dice tante cose che mi emozionano e mi fa entrare in una dimensione che ogni sera mi trasporta da un'altra parte. 

Ci raccontate un aneddoto di questa esperienza?
Sofia: Io, Cristian e Nico di Crescenzo, l'interprete di Vlad, abbiamo questa nostra merda merda merda che facciamo prima dello spettacolo. Prima facciamo quella con tutto il cast, poi noi ci riuniamo e canticchiamo: “Un bel metodo illegale per fuggire via”, che è una delle frasi della scena del treno. È una cosa che mi porterò per sempre, perché non ho mai fatto una merda doppia con alcuni membri del cast. Durante una replica, poi, Cristian mi ha dovuto sventolare prima di entrare in scena perché ho avuto un mancamento. E una volta in prova gli ho dato un cazzotto in faccia! Prima di Cuor non dirmi no, c’è una scena in cui lo abbraccio e gli salto addosso… E quella volta ho preso male le misure.

Cristian: L’aneddoto in realtà ce l'abbiamo fresco di stasera. La sua fascia da principessa era caduta e io l’ho portata fuori agganciandomela a un piede. L’ho trascinata fino a fondo palco. Ho fatto una roba incredibile!

Sofia: Voglio raccontare la mia versione. Ci diamo il bacio, poi ci stacchiamo e io lancio un’occhiata alla fascia che mi era caduta. Lui ammicca, come a dire: "Tranquilla, ci penso io!". Io ho pensato: "Adesso la prende e me la rimette, per sottolineare e ricordare agli spettatori la mia discendenza reale…". E invece no, si gira, se la aggancia a un piede e cammina tirandosela dietro.

Cosa vi porterete a casa di questa esperienza?
Sofia: Di sicuro nuove amicizie meravigliose. Sembra scontato dirlo, però purtroppo nel nostro mondo non è così; mi porto a casa tante belle anime, Cristian per primo, ma anche Nico e tutto il cast. Siamo veramente molto affiatati, ed è bellissimo lavorare con ognuno di loro. E poi per me è un sogno che non è più nel cassetto. Adesso ha preso il volo, poi sarà nel mio cuore e ci rimarrà per sempre.

Cristian: La parte umana è ciò che ti rimane più addosso, sottoscrivo. Penso di uscirne (quando sarà, visto che la strada è ancora lunga) cresciuto, perché è un lavoro in cui sto dando tanto e, come in tutte le esperienze, si impara sempre qualcosa di nuovo e si cresce un pochettino. E questo è fondamentale. Di sicuro mi porterò una crescita sia professionale che personale. 

Simona Zanoni 

Ultima modifica il Lunedì, 13 Gennaio 2025 12:30

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