CINEMA E PACE
Liliana Cavani non è solamente una bravissima regista, documentarista e sceneggiatrice, ma anche una persona molto umana che colpisce per profondità di pensiero capace di scavare nelle sofferenze altrui portandone alla luce le pieghe nascoste.
Stimatissima come donna e professionista, si è sempre contraddistinta per quel senso di ribellione costruttivo volto al servizio della libertà, del proprio essere nonché, grazie ai suoi lavori, dell’umanità intera. Affrontando le varie dinamiche della donna nella società e nella Resistenza, con attenzione profonda nei confronti del condizionamento culturale della Chiesa.
Gentile e sorridente nel suo essere così semplice e spontaneo, è una figura piena d’energia …
”Beh…chiamiamola pure energia questa professione che continua a piacermi moltissimo …”
Capendone tuttavia l’alto spessore che la contraddistingue grazie ai suoi viaggi nel mondo e profondi studi, all’innata curiosità che ancora conserva nonostante i novanta e passa anni, alla consapevolezza del suo bel vissuto, alla voglia di cambiamenti da poter attuare nel nostro millennio, con il risultato finale di completa saggezza maturata nel tempo. Quanto alla passione nei confronti del cinema, essa nasce senz’altro da piccoletta quando mano mano a quella della mamma, la seguiva religiosamente ogni domenica, alla scoperta d’avventure fantastiche, nei cinema locali del modenese.
Piacevole ricordare il recente incontro a Firenze durante la consueta “Biennale d’Antiquariato”.
“Esatto, un momento bello e particolarmente intenso in cui ricevetti “Il Premio Lorenzo d’Oro “, direttamente dalle mani del regista Luca Verdone nell’ampio Salone del Trono in quel di Palazzo Corsini.
La città gigliata è un posto molto gradevole per lavoraci, ricordo ancora la mia prima, bellissima, esperienza d’opera lirica per Filumena Marturano al Teatro “La Pergola”. Sono trascorsi vari anni, ma ne conservo decisamente ancora un bel ricordo.
Quanto a quella magnificenza fiorentina affacciata sull’Arno, rivedo la bellissima esposizione di quadri ed arte varia, capace di connettere il cinema con la pittura, in un clima di buona comunicazione. Decisamente un bel luogo dove le arti regnano, con quel cinema seppur affacciato all’orizzonte dal secolo scorso, che svolge appieno la sua bella parte.
Di arte in arte, rimane che proprio l’arte cura le persone.
“Certo che sì, sono espressioni di noi, tramite essa cogliamo le somiglianze che abbiamo con gli altri, continuando ad apprezzare la bellezza e la profondità della vita. Ma non è tutto rosa poiché sappiamo bene che contro la guerra dovrebbe regnare l’armonia, la ‘cultura della pace‘ da volere e fondare, visto che i quotidiani di continuo riportano notizie di lotte, battaglie e conflitti. Quindi lancio l’appello per “La Cultura della Pace’” al Ministero della Pubblica Istruzione, da svolgere con gran competenza e serietà. I giovani manifestano ma non so quanto ne siano consapevoli, quindi proprio la scuola dovrebbe insegnare la cultura del pacificarsi e conciliarsi aggiungendo – ahimè - che i programmi scolastici andrebbero rivisti. Non sono avvenuti grandi cambiamenti dai tempi del mio liceo classico e conseguente laurea in Lettere”.
Chiediamo però adesso della sua professione, di quella carriera luminosa che ricordiamo tramite ‘I cannibali’, ‘Al di là del bene e del male‘, ‘Interno berlinese’, ‘La Pelle’, ‘Francesco con Lou Castel’, e tanti, tanti altri film, avvertendone continuamente la corda vibrazionale che emanavano, con tanto di stupore ‘bianco-nero’ , verso pellicole altamente intriganti, nella raffinata essenzialità di suprema estetica d’eleganza.
“Beh, senz’altro il film che mi ha dato più celebrità è stato “Il Portiere di notte” che è andato dappertutto…ovunque, in moltissime nazioni compresa l’America ed ancora Giappone continuando a chiederne copie. In Italia il film fu ritirato tre, quattro volte dalla censura: una cosa assurda e ridicola… non c’era niente da censurare, solamente associazioni cattoliche varie, rimaste a re ‘Pipino’.., che si opposero.”
Charlotte Rampling coi suoi occhi incantatrici fu veramente splendida: ha tuttora rapporti con lei?
“Si, e molto belli poiché è una persona meravigliosa. Nel 2024 al Festival del Cinema di Venezia ritirai il “Premio alla Carriera”, la volli a me vicina sul palco d’onore. Ne fu molto felice. L’anno prima, l’avevo premiata invece io, al Festival di Berlino. Parliamo d’una splendida amicizia, duratura dal momento che Charlotte è una creatura adorabile, una figura speciale, generosa, profonda, estremamente sensibile e straordinaria come attrice.”
Sicuramente dotata ancora di quello sguardo unico e magnetico.
“Esatto, il suo”.
Francesco, Mickey Rourke, ho già detto tutto. Parliamo del primo santo anticonformista nella storia della Chiesa.
“Micky è un grandissimo attore, veramente, nonostante qualche critico ignorante pensi che venga dalla strada. Una follia, pazzesco! mentre invece ha studiato ed insegnato anche all’Actors studio di New York. E’ un attore rifinito, veramente bravo e buono. Quando accettò di girare il film ne sposò appieno la causa in maniera totale e generosa e…che dire, gli voglio veramente bene. Di lui ho poche notizie poiché vive in America…mai nello stesso posto mi hanno detto, nonostante che una persona che era nel cast talvolta lo senta. Ecco, è allora che mi arrivano notiziole “.
Secondo il suo pensiero viene fatto buon cinema oppure capita che la burocrazia tarpi un po’ le ali?
“Osservo proprio che escono buoni film ovunque, anche qui, da noi, con una situazione decisamente migliorata. Un po’ d’emancipazione è avvenuta”.
Emancipazione in tale settore ma non nel mondo odierno contrassegnato da un presente oseremmo dire tragico e distruttivo. La cronaca insanguinata purtroppo insegna…
“Un presente che va esaminato non solamente come cronaca, bensì come effetto d’una cultura che vi è dietro. Ecco, questo va messo in discussione! Tornando alle guerre, esistono culture che reggono su memorie di odio…le armi sono micidiali!!! Ed è la mancanza del progresso che fa succedere cose terribili! Se non c’è pace non esiste istruzione che vada bene. E’ pericolosissimo un paese che pensa solo ai nemici…è tutto capovolto!
Di tutte le filosofie rimane solo il Vangelo; tu puoi essere ateo, ma, nella letteratura, almeno lì, si parla di voler bene al prossimo…, di conseguenza la religione che coltiva l’odio non è una religione!”
Viene spontaneo ascoltare nelle sue parole...
“La cultura è basilare e proprio i valori si avvalgono della loro etica! Non a caso Francesco – a mio avviso il santo più importante a livello sociale – spiegando la simbologia della pace ai suoi discepoli, compì un grandissimo atto di devozione nei confronti di chi l’ascoltava.”
Lei è una donna atea o religiosa?
“Ho avuto un’educazione tendenzialmente atea; sono atea e religiosa nello stesso tempo anche se documentandomi , viaggiando e leggendo, ho trovato la necessità e la bellezza di vedere qualcosa che unisce le persone. Tutti noi siamo più o meno uguali pur parlando lingue diverse e da questo dovrebbe esistere la cultura del volersi bene come pensiero ed abitudine. “
Con risultato di profondità e fratellanza.
“Rispondo che ho fatto Lettere Antiche studiando le guerre del Peloponneso, la guerra mondiale del VI°secolo a.C.
Tucidite racconta che, in un’isola dell’Egeo, gli spartani avevano ucciso non solamente i guerrieri bensì anche tutta la popolazione, scrivendo poi lui stesso: “Gli Dei non perdoneranno”! Ecco, pensi alla seconda guerra mondiale cosa è stata, a quel massacro di undici milioni di ebrei… ancora a tutte le persone bombardate, a tutta la guerra stessa cosa è stata! Il risultato è palpabile: non ci sono vincitori, il progresso non si è affacciato per niente è il peggioramento totale!
Le dico questo e poi termino: ho avuto un nonno socialista che credeva nel progresso nonostante la storia parli chiaro. Le sembra progresso ciò che ci circonda?
Carla Cavicchini