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CASA MEMORIA di Emilia Ricotti

CASA MEMORIA
di Emilia Ricotti

Una donna ed un luogo, Felicia Bartolotta e Corso Umberto a Cinisi, covo di boss e altare di martiri, perché è questo che “Casa Memoria” rappresenta, attraverso la figura di Felicia Bartolotta, moglie di boss e madre di martire, è lei una moderna Antigone che va alla ricerca della Giustizia, non quella fatta di mezze verità, di depistaggi e lei, davanti al tritolo che le uccide il figlio, ingaggia una lotta serrata, contro i boss, lo Stato malato e un paese malato; lotta che va dal 78, anno della morte di Peppino Impastato al 2000, ma la battaglia di Felicia ha radici profonde inizia tra le pareti della casa paterna e continua tra quelle della casa maritale, perché Felicia, a dispetto dell’apparenza fragile, è donna forte e ribelle , di una ribellione che edifica e trasforma una prigione, in un altare, luogo di ricongiunzione tra il figlio morto e tutti coloro che sanno battersi per la giustizia, una donna che vede mafia e antimafia scontrarsi tra le stesse pareti, che sfida “un paese morto, un paese assente” e “il suo codice rovesciato” che non è tritolo, ma uccide lo stesso e lascia la donna al suo esilio ed al suo unico spazio: la casa!

Felicia ribalta “il codice”, apre le persiane di casa e in una scatola emblematica contempla i pezzetti rimasti del figlio: stanghetta degli occhiali, strisce di tela dei pantaloni …, e quando esce: dichiara, rilascia interviste,firma esposti.

“Cartazze, cartazze” per gli altri, che si levano gli occhiali e lasciano fare ai Don Tano che senza carte bollate, senza Corte d’Appello, senza Corte D’Assise emettono “una sola sentenza”.

Felicia ribalta le regole, lei non vuole “vendetta”, vuole “Giustizia”, ventidue lunghissimi anni per ottenere “Verità”e riscattare Peppino dall’accusa di terrorismo:

Fango, sangue e calunnie
su un corpo inerte,
su una famiglia in croce,
su una madre a pezzi
che dice basta,
ingaggia una lotta lunga
davanti a tante menzogne in piedi:
carte bollate in mezzo,
processi lenti,
risposte a tratti,
trame oscure.
Ma deve spuntare il sole!
Un centro studi attento,
una famiglia sveglia,
vent’anni tetri,
ora Felicia è stanca,
ora Felicia è vecchia,
si guarda indietro,
ma ecco che spunta il sole:
dilegua calunnie e fango,
rinasce un uomo,
lei chiude gli occhi e dorme.
Non ha capito il covo,
non ha capito il boss
che il tritolo schizza nell’aria
e quando ricade a terra,
vola nel tempo
ed è anche seme.
Non ha capito il covo,
non ha capito il boss:
non si distrugge un sogno!

Ultima modifica il Sabato, 21 Dicembre 2013 19:24
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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