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Indagine nel mondo delle attrici nel sistema produttivo teatrale. Incontro con Iaia Forte di Mario Mattia Giorgetti

Iaia Forte in "Operette Morali", regia di Mario Martone Iaia Forte in "Operette Morali", regia di Mario Martone

Incontro con Iaia Forte, attrice eclettica
da Giacomo Leopardi a Paolo Sorrentino.

La situazione di lavoro, di questi tempi, non è molto positiva per le attrici di teatro, anche per quelle professioniste già in attività da almeno dieci anni. Desideriamo fare una indagine partendo da attrici che non hanno mai perso una stagione, per capire come mai abbiamo ricevuto tante sollecitazioni da altre che, invece, quasi piangendo, denunciano di non trovare lavoro, anche buttandosi su altri generi di spettacolo: dal doppiaggio alla pubblicità. E' solo colpa della crisi? Dei tagli alle produzioni teatrali? Oppure sta avanzando, ma forse è sempre stato così, un teatro in cui domina la presenza maschile? Infatti, andando per spettacoli, il rapporto tra attori e attrici è, in media, di una attrice su quattro attori.
Ciò vuol dire che il tasso di disoccupazione delle attrici e' alquanto più esteso se, poi, si calcola che le scuole di teatro in Italia, sono dominate da presenze femminili. Ciò dimostra che sulla piazza ci saranno sempre più giovani e meno giovani attrici in cerca di lavoro.
E' interessante, ora, per noi, scoprire le dinamiche, i comportamenti, le strategie, di quelle che invece non perdono una stagione. Tra quelle che andremo ad incontrare per questa indagine, abbiamo avvicinato per prima Iaia Forte, attualmente impegnata con Operette morali di Giacomo Leopardi, regia Mario Martone, produzione Fondazione Teatro Stabile di Torino, in cui su 11 attori ci sono solo due donne, e di cui una recita un ruolo maschile.

Iaia Forte in "Hanno tutti ragione" di Paolo Sorrentino

Scopriamo subito che l'attrice Iaia Forte ha delle carte da giocare di riserva. Quando non trova la scrittura da parte di un organismo di produzione teatrale, propone sul territorio nazionale il suo spettacolo, un monologo di cui è interprete e regista, scritto niente meno che da Paolo Sorrentino, premio Oscar per La grande bellezza, dal titolo Hanno tutti ragione, prodotto dalla "Società Infinito" di Pierfrancesco Pisani. Spettacolo che sarà ripreso a fine aprile a Palermo, poi a Catania e in giugno a New York, poi Washington e a novembre in tournée in Italia.
Ma un'altra chance è quella del cinema. Infatti, l'abbiamo notata in piccoli "cammei" nei film La grande bellezza di Sorrentino, Miele della Golino, e tanti altri ancora che non menzioniamo per ragioni di spazio.

Iaia Forte in "Hanno tutti ragione" di Paolo Sorrentino

Iaia Forte ha al suo attivo esperienze lavorative stimate che vanno dal fu Leo De Berardinis, Mario Martone, Emma Dante; è anche molto radicata nel "giro" del teatro napoletano.

Sei rappresentante di te stessa, quando cerchi lavoro, oppure hai un bravo agente?
Sì, sono rappresentante di me stessa. Ho un buon ufficio stampa. Ho avuto la fortuna di fare buoni incontri. Ma io sono fedele al teatro. Non sono una di quelle che pur di fare del cinema, abbandonano le produzioni in cui sono impegnate. Ho creato un rapporto di fiducia, di credibilità. Poi, sarà perché spazio in qualsiasi genere di teatro. Dalla tragedia, che preferisco, alla commedia, al dramma. Ma, in realtà, non amo collocarmi in uno di questi generi. Amo un teatro innovativo, ironico; il teatro ha bisogno di una visione totale; amo lavorare con attori indecifrabili, che mettono giù la maschera, che si distanziano dal personaggio, diversi, che provocano.

Come ti vivi?
Con auto ironia.

Quali sono le tue debolezze?
Passo da momenti di auto esaltazione a momenti di incertezze, di paure.

Hai stima del tuo lavoro?
Vivo per questo. Ci metto anima e corpo.

Quali sono i tuoi punti di forza?
La determinazione, il mio rapportarmi con chi opera nel teatro, la mia sensualità.

Ambizioni?
Fare personaggi come Cleopatra, Filomena Marturano. Tutte le donne del teatro di Molière.

Quando nasci attrice?
A 14 anni, dopo aver lasciato gli studi di danza.

Quali sono gli incontri che hanno dato una svolta alla tua scelta?
Carlo Cecchi, Tony Servillo.

Vero: nella vita, nel lavoro, la loro riuscita è sempre dovuta a incontri fortunati. Ma anche alla capacità di sapere gestire umanamente i rapporti e saper offrire il proprio sapere, le proprie capacità. Insomma, andare verso l'altro per avere un buon ritorno.

Ultima modifica il Giovedì, 06 Marzo 2014 10:16
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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