Questa intervista con Aliette Martin, direttrice alla programmazione della Comédie Française, era stata concordata con Vanessa Fresney, responsabile delle relazioni con la stampa, l'8 gennaio scorso, il giorno prima che io facessi ritorno a Messina, giusto in quelle ore cui alcuni terroristi islamici imbrattavano di sangue la sede della rivista satirica Charlie Hebdo e altri luoghi parigini. È una confortevole piccola stanza rettangolare quella in cui la robusta signora Martin dal bel faccione sorridente mi accoglie andando a sedersi dietro una scrivania di legno lucido pieno di riviste con libreria alle sue spalle, facendomi accomodare su una poltrona dal cui lato destro posso ammirare, attraverso una finestra bassa sino al pavimento, la Place Colette con una fontana illuminata al centro e un via vai di gente che si muove vite-vite. Naturalmente il dialogo è in francese.
Da quanti anni svolge questo lavoro?
« Da 40 anni, dal 1975 sotto l'amministrazione di Pierre Dux. Ho conosciuto dieci amministratori prima di me, l'ultimo dei quali si chiama Eric Ruf che cura pure la direzione artistica alla quale io collaboro ».
In cosa consiste il suo lavoro?
« Collaboro alla programmazione dell'origine dei progetti per costruire la stagione teatrale e stabilire il calendario degli spettacoli che si alternano nelle nostre tre sale, la Richelieu (862 posti), lo Studio-Teatro (135 posti) e il Teatro del Vieux Colombier (300 posti) ».
Quanti sono gli attori che lavorano alla Comédie Française e qual è il loro salario?
« Sessantaquattro sono i societaires ovvero quegli attori che costituiscono la troupe permanente e che ricevono un salario mensile da 39 società e un supplemento basato sui benefici che producono gli spettacoli programmati. Poi ci sono venticinque pensionnaires che sono quegli attori che prendono un salario mensile che già nel XVII secolo il re Luigi XIV aveva creato per gli attori supplementari pronti a sostituire in ogni momento questo o quell'attore. Per entrambe le categorie non le so dire la cifra precisa dei loro stipendi ».
Com'è organizzata la Comédie Française?
« C'è un sistema democratico. Il comitato d'amministrazione è composti da 7 attori societaires che cambiano tutti gli anni, che non si occupa della distribuzione dei ruoli ma che vota il budget ».
A quanto ammonta la sovvenzione che la Comédie Française riceve dallo Stato Francese?
« La sovvenzione per l'anno 2015 è di 24 milioni di euro. Ma bisogna dire che questa somma non copre la massa salariale (attori e maestranze varie) che è di circa 27 milioni di euro ».
Quanti sono gli abbonati della Comédie Française?
« Non le so dire l'esatto numero degli abbonati, so solo che quest'anno sono aumentati ».
In Italia al momento, col nuovo governo Renzi, l'attuale ministro della cultura Dario Franceschini ha emesso nel luglio del 2014 una normativa ministeriale che dà nuove regole per F.U.S. (Fondo Unico per lo Spettacolo), ma siamo ancora in attesa dei regolamenti attuativi, per comprenderne la reale portata. Pare che la nuova normativa sul Teatro, cancellerà i 17 Teatri Stabili come tali e introdurrà una distinzione tra "Teatri nazionali" (che saranno solo sette) e "Teatri di rilevante interesse culturale", i cosiddetti TRIC (per i rimanenti). In Francia cosa avviene esattamente? Avete una legge sul Teatro che regolamenta le sovvenzioni?
Mi guarda quasi esterefatta la signora Martin come se avessi detto cose d'un altro pianeta, poi aggiunge: « In Francia non c'è che io sappia una legge sul Teatro, ci sono i Teatri nazionali come la nostra Comédie Française cui si aggiungono il Teatro nazionale di Strasburgo, il Teatro Nazionale per la danza di Chaillot, l'Opera comique per la lirica, il Teatro della Colline per il Teatro contemporaneo e l'Odeon per il Teatro europeo. Poi ci sono i Centri drammatici nazionali come i Teatri nazionali di Marsiglia, Bordeaux, Toulouse, Nizza e Lione, che ricevono tutti un contributo di cui non le so dire l'ammontare delle cifre ».
E dunque come vengono regolamentati i contributi per il Teatro in Francia?
« Di questo lei dovrebbe parlare con la nostra ministra della cultura Fleur Pellerin ».
In Italia il finanziamento per le attività teatrali per il 2014 è stato di circa 60 milioni di euro (in Sicilia di circa 950 mila euro). In Francia lo Stato quanto ha elargito per il Teatro?
« Non so rispondere a questa domanda, dovrebbe rivolgerla alla nostra ministra Pellerin ».
In Italia la grave crisi economica ha colpito sia i Teatri pubblici (costringendo ad esempio gli attori del Teatro Stabile di Catania a prendere uno stipendio dimezzato del 50%) ma in particolare i Teatri privati, costretti ormai a chiudere in tanti, ecco, le chiedo se in Francia accade la stessa cosa?
« Certo anche noi avvertiamo una crisi economica in tutti i settori compreso il Teatro, ma non le so dire numeri, cifre e percentuali ».
Insomma pare che la Comédie Française sia un'isola felice senza crisi e senza affanni? Pensi che un precedente ministro della cultura del governo Berlusconi, tale Giulio Tremonti, diceva che "con la cultura non si mangia"!
« Non conosco quel ministro, ma posso dirle che qui alla Comédie avvertiamo la crisi forse non come tutti gli altri, noi lavoriamo tutti i giorni dell'anno e otteniamo dei buoni risultati per chi abita a Parigi e per chi viene da tante città della Francia ».
Gli attori e tutti i lavoratori dello spettacolo senza lavoro sono assistiti in Francia?
« Certamente e per loro c'è un sistema di assicurazione che garantisce uno stipendio, di cui non le so dire la cifra, ma che dipende dalle ore lavorative effettuate in un mese o in un anno ».
Quali sono secondo lei i migliori spettacoli programmati dalla Comédie Française per il 2015?
«Tartufo di Molière, La doppia incostanza di Marivaux, I villeggianti di Gorki, La casa di Bernarda Alba di Garcia Lorca, Innocenza di Dea Loher ».
La Comédie Française invita, o meglio, inserisce nei suoi cartelloni stagionali compagnie straniere?
« Noi non possiamo invitare compagnie straniere perché per tutto l'anno abbiamo nostri spettacoli, possiamo di contro chiamare, invitare registi, autori non francesi ma che lavorino con i nostri attori e i nostri tecnici, come già è successo con alcuni italiani come Strehler, Ronconi e altri come Giorgio Barberio Corsetti regista in questi giorni nella Sala Richelieu con Un cappello di paglia d'Italia di Eugene Labiche ».
Alcuni anni fa avete invitato anche un drammaturgo della mia città che conosco bene e che si chiama Spiro Scimone e che lavora sempre in coppia con Francesco Sframeli. Si ricorda qual era lo spettacolo?
« Certamente che mi ricordo. Si trattava de La Festa messo in scena al Teatro del Vieux Colombier da Galin Stoev e Serge Bagdassarian nel ruolo principale. Uno spettacolo che ha avuto molto successo per il quale sono stata contenta di programmare ».
Per vedere spettacoli della Comédie Française bisogna venire a Parigi o riuscite pure ad andare in tournée?
« Certo che no, di recente il nostro Oblomov di Goncarov è andato per 40 giorni lavorativi in America e pure in Cina. Andiamo un po' dappertutto ».
Non però ad Avignone da dove mancate almeno da 20 anni.
« Non è detto che non avvenga nelle prossime stagioni. Il nostro Eric Ruf e Olivier Py, direttore del Festival d'Avignone stanno riflettendo ad una possibile collaborazione ».
Intervista esclusiva a Aliette Martin direttrice per la programmazione della Comédie Française di Parigi. -di Gigi Giacobbe
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