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Venerdì, 26 Settembre 2014
Pubblicato in Interviste

Emilia Romagna Teatro è Pietro Valenti, il suo direttore artistico, un chierico viaggiante del teatro, impegnato da anni a far crescere non solo Ert, ma un intero territorio, una sorta di gigante della scena, un organizzatore e direttore artistico che esprime la sua vocazione autorale nelle collaborazioni che stringe con registi e artisti, nelle relazioni internazionali, ma anche nella volontà di leggere l'accadimento teatrale come un rito di condivisione in cui il rapporto col pubblico è altrettanto importante di quello che lo stabile intesse con gli artisti. Per questo si può ben dire che fra Modena e Bologna il teatro non accade per caso ma vive di un tessuto di relazioni culturali e formative che hanno medesima dignità e importanza degli spettacoli messi in cartellone, ospitati o prodotti da Ert.
Se per la programmazione del teatro Storchi, delle Passioni di Modena, piuttosto che degli altri teatri di buona parte dell'Emilia Romagna si rimanda al sito: www.emiliaromagnateatro.com. Ciò che interessa in questa sede è capire lo spirito con cui il 'colosso' Ert si muove con all'attivo nell'arco della sua storia 120 produzioni, frutto di un'azione artistica si concreta nella collaborazione con i registi da un lato e, dall'altro, nella ricerca di tipologie spettacolari e spaziali alternative alla grande sala, all'insegna di un incontro con un pubblico diversificato e complesso. Un pubblico inteso come soggetto partecipe, cui fornire un servizio portando in città le migliori proposte del panorama nazionale, ma anche come soggetto mobile, cui suggerire stimoli che escano dalle consuetudini.
Le sedi di produzione di Emilia Romagna Teatro Fondazione sono il Teatro Storchi (a partire dal 1991) e il Teatro delle Passioni (dal 1999) a Modena, il Teatro Bonci a Cesena dal 2001, e l'Arena del Sole a Bologna dal 2014, oltre a questi centri produttivi Ert gestisce le stagioni di molti teatri della regione: il Teatro di Casalecchio di Reno, il Teatro Dadà di Castelfranco Emilia, il Teatro della Regina di Cattolica, il Teatro Asioli di Correggio, Teatro 29 di Mirandola, Teatro Walter Mac Mazzieri di Pavullo, Teatro Boiardo di Scandiano, Teatro Ermanno Fabbri di Vignola.
E per spiegare come con la recente acquisizione dell'Arena del Sole di Bologna non disattenda alla propria mission di coniugare mondo e locale, il direttore artistico Pietro Valenti spiega: «Nell'intraprendere il nuovo percorso all'Arena del Sole ho ritenuto importante intitolare le sale dell'Arena del Sole a due artisti di teatro, Leo De Berardinis e Thierry Salmon, che sono tra i punti di riferimento della mia linea di lavoro, che si svilupperà nel prossimo triennio. Tra gli obiettivi che mi sono posto, uno dei prioritari è quello di lavorare per il territorio e, in particolare, di rafforzare i rapporti tra l'Arena del Sole e la città, le sue altre istituzioni culturali, i soggetti che producono cultura a Bologna».
E questo come si concretizza nella stagione 2014/2015?
«Siamo ancora all'inizio di questo percorso, tuttavia l'ampia collaborazione in atto con il Teatro Comunale di Bologna che per questa stagione prevede, tra l'altro, la coproduzione di Traviata, ovvero La signora delle camelie e la realizzazione di una rassegna di danza va in questa direzione. Così come la collaborazione con Laminarie/Dom per un progetto che mette in relazione centro e periferia, con Xing per lo spettacolo di Jérome Bel, con la Cineteca per iniziative sinergiche legate agli spettacoli in programmazione, con Teatri di Vita, il cui nuovo spettacolo sarà tra i protagonisti di VIE Festival che quest'anno ha avuto come sede anche l'Arena del Sole».
Sembra di capire che Ert non si limiti a produrre, programmare e promuovere spettacoli? Il suo progetto teatrale è più complesso?
«Almeno ci tentiamo. Tutto non può limitarsi nella fruizione di spettacoli. Ciò che mi interessa è che il teatro sappia intessere rapporti reali e radicati col territorio, senza per questo legarsi a un mero localismo, ma mettendo le radici nel locale per offrire, complice l'arte della scena, prospettive di carattere internazionali, con artisti non solo italiani, come da qualche anno accade grazie al Progetto Europeo Prospero».
Non da ultimo c'è l'apporto delle agenzie formative?
«Di fondamentale importanza la collaborazione con l'Università: oltre ai tre articolati progetti comprendenti spettacoli, incontri e laboratori, il Centro La Soffitta del Dipartimento delle Arti avrà in cura la Scuola dello Spettatore con l'obiettivo di contribuire alla formazione di uno spettatore critico. Quest'ultimo è uno dei progetti portanti del Teatro delle Moline, spazio che assume una forte connotazione di spazio dedicato alla formazione, a iniziative di approfondimento, a residenze di artisti impegnati nella creazione di nuovi spettacoli. Casa per gli artisti ma anche luogo di cultura teatrale per il pubblico: questa è la funzione che manca al territorio e che il Teatro delle Moline ha la potenzialità di assumere, divenendo punto di riferimento per queste attività. Un luogo 'aperto' così come vuole esserlo l'Arena del Sole: ai cittadini, agli artisti».
Il teatro come motivo di stimolo per la comunità, ma anche ponte fra cultura, finestra sul mondo...
«La Stagione 2014/2015 del teatro Storchi e del Teatro delle Passioni conferma la linea di lavoro e di ricerca ormai da anni consolidata da Ert che riconosce nel teatro un luogo privilegiato di riflessioni, crescita personale, sviluppo di senso critico ma anche un importante momento di confronto con la contemporaneità e con la realtà che ci circonda. È seguendo questo percorso che si delinea un cartellone in cui ancora una volta tradizione e contemporaneità si intrecciano, nel segno di uno stabile regionale che rafforza il suo ruolo di innovazione e pone al centro del processo creativo l'unicità e l'originalità del suo territorio».

Nicola Arrigoni

Giovedì, 03 Febbraio 2011
Pubblicato in Ballerini C - D

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