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Mercoledì, 30 Novembre 2011
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PURO TANGO

"Puro Tango” scritto e diretto da Miguel Angel Zotto, ballerino e coreografo applaudito nel mondo da pubblico e critica, è un documento sulla storia degli stili del Tango in Argentina, dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri. Uno spettacolo completo che racconta la storia e l’evoluzione di questa straordinaria danza e della sua musica, anche attraverso l’ausilio di inediti effetti multimediali, proiezioni di filmati d’epoca accuratamente selezionati, alcuni dei quali girati 25 anni fa dallo stesso Miguel Zotto.

In scena le composizioni coreografiche riprendono i vari stili del Tango, dallo stile canyengue al salon, passando per la milonga fino alle esibizioni acrobatiche tipiche del tango “escenario”.

Lo spettacolo è arricchito dalle esecuzioni musicali dal vivo di uno tra i migliori quintetti di tango di Buenos Aires, diretta da Pocho Palmer (anche primo bandoneón) e dalla voce di Claudio Garces. I cinque musicisti, tutti bonaerensi, interpretano musiche originali di Pugliese, Troilo, D’Agostino, Di Sarli, oltre a Gardel e Piazzolla.

Mercoledì, 30 Novembre 2011
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GOMORRA

Lo spettacolo è tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano.
Vincitore di numerosi premi tra il 2007 e il 2008, lo spettacolo teatrale “Gomorra” è nato da un’idea di Mario Gelardi ed Ivan Castiglione prima ancora che il libro arrivasse alle stampe ed è stato scritto dallo stesso Saviano e da Mario Gelardi.

Tutto prende il via dal discorso che il giovane giornalista napoletano tenne, nel settembre del 2006, a Casal di Principe, cittadina nota per le pesanti infiltrazioni camorristiche. “Gomorra a teatro è come una sventagliata di Kalashnikov – afferma Mario Gelardi – rapida, violenta, che si staglia su un vetro blindato facendo fori più grandi e fori più piccoli. Ma è anche il racconto di una città, di un Paese, che ci appare sempre in bilico, come il cantiere quasi abbandonato in cui lo spettacolo è ambientato”. Lo spettacolo, come il libro, racconta due livelli del crimine: quello più istintivo, animalesco, violento, costituito dal braccio armato della camorra e quello imprenditoriale che non si sporca mai le mani direttamente e che ha interessi in tutto il mondo.

Un personaggio incarna Roberto Saviano che, come un Virgilio dantesco, ci conduce tra le varie storie, scava nelle dinamiche e si pone come coscienza civile di un paese.

Mercoledì, 30 Novembre 2011
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IL PAESE DEI CAMPANELLI

"Il Paese dei Campanelli” è veramente “un’operetta senza tempo”, sia per la sua ambientazione, in un’Olanda da favola, sia per il consenso di pubblico che continua a raccogliere.

In un’immaginaria isoletta olandese esiste un paese, dove sopra ad ogni casa c’è un piccolo campanile che custodisce gelosamente un campanello. Secondo la leggenda, questo suona ogni volta che una donna tradisce il marito, ma ciò non è mai accaduto, perché nel paese regna da tempo la serenità. A seminare il disordine arriva un giorno una nave di militari, costretta all’attracco da un’avaria. I marinai scendono a terra e subito cominciano a corteggiare le graziose donne del paese e, com’è facile prevedere, accade l’inevitabile…

Un’edizione dove lo sfarzo della messa in scena e la verve comica della vicenda fanno a gara con la bellezza dello spartito che unisce graziosi duetti (Balla la giaba, Fox della luna) e brani lirici (Il duetto del ricamo, Io vorrei che il mio sogno divin...) presentando finezze e intuizioni melodiche notevoli. Il nuovo allestimento firmato da Corrado Abbati si avvale di una cornice lussuosa, condita dall’esotismo di lune romantiche e di fiori che parlano al cuore.

Mercoledì, 30 Novembre 2011
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GIN GAME

Per trascorrere le domeniche, i due anziani protagonisti Fonzia e Weller, giocano a carte. Un gioco nuovo, il gin, nel quale Weller eccelle e al quale Fonzia si sta appassionando. Affettuoso e cordiale nei confronti dell’amica in un primo tempo, l’uomo quando si rende conto che l’amica impara troppo rapidamente e comincia a vincere superando il maestro, scatena il suo disappunto, che finisce per diventare collera allo stato puro. Dietro questa rabbia si nascondono ragioni più profonde del semplice orgoglio ferito: l’anziano giocatore è vittima di un passato fatto di frustrazioni economiche e personali. Da parte sua Fonzia reagisce alle ferite accumulate in una vita di delusioni e di abbandoni, cedendo al turpiloquio e a reazioni ben lontane dalla sua educazione. Il finale ci mostra la dura realtà: due anziani stanchi e sfiduciati che avrebbero potuto essere due buoni amici se non fossero stati troppo impegnati a nascondere la propria infelicità dietro il velo dell’ipocrisia. Valeria Valeri e Paolo Ferrari, maestri indiscussi del teatro, danno qui prova eccelsa delle loro doti interpretative.

Mercoledì, 30 Novembre 2011
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A CHE SERVONO QUESTI QUATTRINI

"A che servono questi quattrini” è ancora oggi una commedia di grande attualità. Il testo di Armando Curcio precorre i tempi in cui si parla di immaginazione al potere, di scandali economici, dell’onnipotenza del denaro che non è necessario detenere, ma piuttosto mostrare di avere.

Ancora oggi quest’opera fa divertire e riflettere, grazie anche alla comicità e all’ironia del protagonista, Luigi De Filippo, tra i più autorevoli rappresentanti del teatro della grande tradizione napoletana. Andata in scena per la prima volta nel 1940 al Teatro Quirino di Roma, fu una delle pièce più applaudite che resero celebri i fratelli De Filippo, Eduardo e Peppino.

Oggi è Luigi De Filippo ad interpretare il marchese Eduardo Parascandoli, che, diventato serenamente povero, da ricco che era, è un seguace accanito della filosofia stoica. Insegna il disprezzo per i beni materiali a Vincenzino Esposito, il suo più fedele seguace, e fa credere a tutti, compreso l’ingenuo Vincenzino, che quest’ ultimo ha ereditato una cospicua somma di danaro. Il suo scopo, però, è dimostrare che i quattrini non servono a nulla e che basta la fama della ricchezza per procurarsi crediti da tutti.

Sarà vero che per guadagnare del denaro non occorre né lavorare, né disporre di capitali, ma basta solo essere furbi?

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