La Redazione
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ULTIMO PARADISO Tre personaggi: due uomini e una donna: Steve, il protagonista, la sua donna Irma ed un amico Tom. Un triangolo d’amore Atmosfere oniriche per il dramma di Steve, che ripercorre la sua vita, i suoi fantasmi, nel tentativo disperato di raggiungere il suo ultimo paradiso. |
NASCOSTA DENTRO UNA CORTECCIA D'ALBERO Personaggi: due donne e un uomo È un noir. Madre e figlia vivono isolate, in periferia, conducendo una vita grama. Un uomo irrompe nelle loro esistenze, un uomo che farà innamorare la ragazza, perdutamente. Ma il passato torna violento a reclamare la sua parte nella storia. |
OGNI SCATOLA UNA STORIA L’opera è un viaggio tra storie reali, vite vissute e situazioni nelle quali siamo quotidianamente e drammaticamente immersi: violenza di genere, razzismo, bullismo e sfruttamento. Le storie ascoltate, raccolte e riportate all’interno di questa piccola sceneggiatura sono rivolte prioritariamente ai giovani, perché possano coglierne spunti utili al loro percorso di crescita. L’esigenza di affrontare temi così forti e di trasporli in chiave teatrale, infatti, si origina proprio dal confronto con gli studenti delle scuole, dai loro racconti e domande e dalla loro ricerca esistenziale. Il testo ripercorre in maniera empatica il vissuto di donne violate nell'animo e costrette a rinunciare alla propria libertà, a partire dalla vicenda mitologica di Apollo e Dafne, fino alla realtà che emerge dai quotidiani. Racconta le storie di coloro che, credendo di essere “i più forti”, si prendono gioco “dei più deboli”: dà voce a chi non riesce a mettersi in salvo e chiedere aiuto. Esplora anche le situazioni in cui “i deboli” sono gli adulti, che subiscono atteggiamenti denigratori da parte dei più giovani; focalizzando l’attenzione sul caso dell’insegnante che non riesce ad assolvere al proprio compito educativo e culturale, perché sottomesso alla supponenza dei propri studenti. Infine, la narrazione verte sullo sfruttamento della prostituzione e sulla tratta degli esseri umani. In particolare, si racconta di donne strappate dai loro luoghi d’origine, con l’illusione di poter vivere una vita migliore, per poi rendersi conto di essere state ingannate. Molte storie, purtroppo ancora oggi non si concludono con un lieto fine, ma un seme di speranza giunge dalla vicenda di Blessing, il cui coraggio e forza di reagire può essere d’esempio per tutti. Ogni scatola una storia, che non deve rimanere nascosta e dimenticata, ma scoperchiata, in modo che il male, che contiene, venga gettato via e si conservino le tracce di bene che da essa possono derivare. La comprensione delle sofferenze umane può condurre a un cambiamento radicale e trasformativo, che passa attraverso le nuove generazioni, lasciando loro il monito affinché quanto accaduto non si ripeta. “Un ragionamento utopico? Forse, ma la speranza è l’ultima a morire”. |
PERCHÉ HAI AMMAZZATO TOBIA? In un appartamento una donna, Clara, uccide con un colpo di pistola il marito Tobia. All’arrivo dell’amico dei due Carlo la donna non sa spiegare il perché di quell’omicidio, asserendo che per lei è stato un moto naturale, è successo perché è successo. Da quel momento e dallo sgomento iniziale di Carlo, che finisce per inserirsi nell’ottica di Clara, si sviluppa la vicenda incentrata sul come far sparire il cadavere di Tobia, che alzatosi dal letto su cui era riverso, si aggira per il palcoscenico commentando e intervenendo, senza essere visto e sentito dagli altri personaggi. Arriva anche un’amica della donna, Miri, signora apparentemente scialba e sciocca, che partecipa alla concitata ricerca di una giustificazione all’omicidio in un primo momento e all'occultazione del cadavere poi. Il sopraggiungere della madre di Clara sembra gettare tutti sul panico e i tre si prodigano per convincere e dimostrare alla donna che Tobia, steso sul letto o divano, non è morto ma solo pesantemente addormentato. La madre si convince se ne va. I tre trovano il modo di giustificare l’omicidio sostenendo, quando le forze dell’ordine saranno sopraggiunte, che Tobia maltrattava Clara e che la sua è stata solo legittima difesa. Clara rimasta sola in attesa del ritorno dei due amici per inscenare la finzione, si sente con la madre e si scopre che in realtà madre e figlia avevano progettato l’omicidio per impossessarsi di un’ingente somma in denaro che Tobia aveva vinto al gioco. Tobia sempre in giro per la scena si adira, ma nulla può fare e, quasi comandato da Clara se ne torna disteso nel letto a fare il cadavere. La pièce è stata insignita della Menzione d’onore con encomio come Migliore commedia noir, al 5° concorso Teatrale “Firenze in cultura 2020”. |
IL VIRUS SOTTO IL BICCHIERE In epoca di pandemia, i due fratelli Teresa e Claudio decidono, per sfuggire all’isolamento della clausura, di rifugiarsi nel loro piccolo teatro dove potranno continuare a vivere e a lavorare insieme. Con loro hanno portato la nonna, un tempo grande attrice, ma che ormai vive in un mondo tutto suo, fatto di ricordi di teatro, di copioni, suggeritori e una manciata di battute famose tratte da Il giardino dei ciliegi, Le tre sorelle, Otello, Giulietta e Romeo. I due fratelli cercano di adattarsi alle difficoltà del vivere mettendosi a lavorare: Teresa prova i suoi monologhi, Claudio immagina di dirigere una grande orchestra per poi finire a comporre canzonette su uno stonato pianoforte. In realtà il grande dolore, la grande assenza che pesa sulla loro vita e di cui la pandemia è la principale colpevole è la mancanza del pubblico: per chi recitare, per chi fare musica se nessuno osa sfidare le pericolose goccioline virali per uscire di casa ed entrare in un teatro? Ma improvvisamente tutto sembra poter cambiare, qualcosa di nuovo succede: con il nuovo D.P.C.M. i teatri possono riaprire e grazie alla passione e alla tenacia dei tre artisti il pubblico ritornerà a riscoprire la potenza rigeneratrice dell’arte. |