venerdì, 29 marzo, 2024
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INTERVISTA a ANTONIO FORTUNATO - di Mario Mattia Giorgetti

Antonio Fortunato Antonio Fortunato

Attualmente lei ha creato delle composizioni musicali per Yannis Hott, una è un’OperaMusical dal titolo Good Year, God e l’altra che sta ultimando I Figli di Edipo, balletto-teatro. Come è venuto in contatto con questo drammaturgo che non ama farsi vedere, che si definisce architetto dei boschi, in quanto stabilisce le piante da togliere perché dannose ad altre utili all’ambiente, metafora allusiva verso la società?
Per me è un privilegio e una grande opportunità aver conosciuto il drammaturgo e poeta Yannis Hott. Quello che mi ha colpito di lui e, suscitato il mio interesse, poichè lo trovo in sintonia con la mia sensibilità, sono le tematiche rivolte al sociale, all’etica e alla salvaguardia della natura che lui fortemente combatte contro la barbarie della cattiva società.
Il fatto che lui non ama apparire, o mettere in mostra il proprio ego, ritengo che sia una scelta e un sentire che va ricercato all’interno della sua Anima di uomo e di artista. Per lui, poco importa essere famosi o non esserlo. Quello che conta è quello che riesce a dare attraverso i sui scritti, al di là di tutto ciò che è effimero o verosimile. L’artista, il vero artista, come diceva il grande filosofo e poeta Sri Aurobindo, si trova a due passi dalla realizzazione del proprio Se interiore, purtroppo, quello che ostacola fortemente è l’ego: questa vescica in piena, che impedisce di mettersi in ascolto verso i piani alti dello spirito intelligente. L’ego è stato un aiuto al processo evolutivo individuale, ma, ora è arrivato il momento di capire, che bisogna assolutamente uscire fuori da questa nube piovosa che tanti mali ha seminato. L’Arte, con la A maiuscola, non può avere un’appartenenza, un colore politico, l’artista è un servitore della bellezza e della gioia e il suo messaggio non ha confini. Quindi che ben vengano artisti come Yannis Hott.

Siete in sintonia con i temi che Yannis Hott propone? E cosa ne pensa delle proposte innovative che le invia?
La nostra, per dirla in termini musicali, è una vibrazione simpatica, siamo due linee di pensiero individuali perfettamente in armonia. I suoi lavori come Good Year, God e I Figli dii Edipo hanno messo il fuoco alla mia creatività. il primo lavoro che è un musical, l’ho concepito nell’arco di un mese, precisamente a marzo del 2020, nel periodo cruciale del disastro pandemico del coronavirus, che, ancora ora, addolora l’intera terra. il secondo lavoro I Figli di Edipo, che ha una forte analogia con l’attuale mondo contemporaneo, è in fase di definizione.
Good Year, God è un’OperaMusical dal carattere sacro e profano, dove l’incontro del Dio spirito e il Dio materia, si ritrovano e si armonizzano, senza falsi moralismi, per arrivare ad una catarsi alleluiatica, orgonica e gioiosa, con risata illuminante e liberatoria. Il secondo lavoro, I Figli di Edipo, porta in se un messaggio molto forte, che parte da lontano ma è sempre al presente: l’opera vuole essere un metafora che in parallelo racconta la lotta del potere di adesso. E’ tempo di agire,dice il testo, di portare giustizia e armonia tra esseri liberi e umani. Adesso, siamo arrivati a un bivio dove non è più tempo di pensare, come dice Tomasi di Lampedusa: “tutto cambia per non cambiare nulla”. Ormai urge abolire l’ego, per tagliare le radici malsane della decrepita e vecchia specie, che tanti lutti e rovine ha causato. La rivolta della terra, in atto, è ben loquace e chiara: o l’uomo fa il salto di qualità o soccombe.

Non trova singolare questo incontro tra voi in un momento dove tutto si ferma, mentre voi lavorate per un prossimo futuro migliore?
Difronte a certi problemi, anche gravissimi, come il coronavirus, questo ti permette di acuire la mente e leggere dietro le righe il perché di queste gravità.
Penso, fortemente, che questo arrivi come monito e grande opportunità per l’ umanità in sfacelo, a cercare di migliorare e a tendere verso nuovi orizzonti di nuova coscienza e consapevolezza.
Io e Hott, ci siamo incontrati, non a caso. Il nostro è un sodalizio che nasce proprio in questo periodo, sentendo ancor di più di lavorare, e di portare, attraverso l’Arte, nuova linfa per un mondo migliore. E’ necessario comprendere che: dove c’è una grande ombra c’è una grande luce. Sta a noi scegliere.

Cosa ne pensa del fato, cioè di quei momenti che segnano una svolta alla propria esistenza?
Ci sono in noi delle fasi di crescenza, trattasi di shock, incontri od altro, chiamiamolo fato, destino, Karma, volte a dare una svolta o a sconvolgere la nostra esistenza, avvolte a migliorala, avvolte con cadute anche brutte, ma bisogna pensare che tutto serve alla nostro continuo progredire. Quello che conta e essere proiettati verso l’alto. Siamo sempre in cammino. La nostra è una grande avventura, siamo noi attori e spettatori della nostra esistenza. Veniamo dall’infinito e andiamo verso l’infinito.

Lei è ottimista nello sperare che ci sia un organismo di produzione disposto a soddisfare il vostro operato, in un momento in cui l’emergenza sanitaria ha paralizzato tutti?
Lo spero tanto. Auguriamoci, prima, di uscire fuori da questa paralisi causata dalla pandemia del coronavirus. Poi, attendiamo, auspicandoci, che un ente di produzione possa accogliere e ospitare opere nuove e innovative come Good Year, god (OperaMusical) e I Figli di Edipo (Spettacolo di Teatro danza), di Yannis Hott e mie, quest’ultimo lavoro con firma del coreografo Francesco Ventriglia, già primo ballerino della Scala di Milano, Direttore Artistico del Corpo di Ballo del Maggio Fiorentino e Direttore Artistico del Royal New Zealand Ballet. Gli autori attendono, speranzosi, che un’organo di produzione possa accogliere e ospitare queste opere, al di là di scelte legate a preferenze di appartenenza o allineamenti politici, come spesso succede. L’Arte appartiene a tutti, e chi la serve, sia esso artista, regista, direttore artistico, sovrintendente ecc. ha l’obbligo morale di sentirsi solo un servitore nei confronti di chi considera l’Arte, con la A maiuscola, solo servizio di devozione.

Il suo ottimismo da cosa deriva? Che ci sarà un nuovo modo di pensare, di agire, verso il nostro modo di vivere?
Spero che l’uomo, adesso, possa ravvedersi dei suoi stessi mali, cogliendo i frutti dalle esperienze che lo hanno provato in milioni di guerre e pestilenze, e da questo uscirne vittorioso. Necessita che l’uomo pensi e capisca che il vero potere non può essere legato al potere temporale, a questa sorta di cannibalismo, legato all’atavismo animale . Abbiamo bosogno di un’altra respirazione polmonare. Attendiamo con trepidazione l’uomo nuovo, cioè, L’uomo dopo l’uomo, portatore di verità e di conoscenza. Mi piace riportare una frase del bellissimo e illuminante libro di Sri Aurobindo Ghose, L”Avventura della Coscienza” : << ….Il dolore della terra è la taglia per la sua gioia imprigionata. Per la gioia, non per la sofferenza questa terra fu fatta…>>.

Questa pausa forzata non è stata anche un momento di raccogliere su di noi stessi un nuovo input alla creatività?
Rispondo brevemente. Proprio in questo momento ho sentito la necessità lancinante di scrivere, oltre ai titoli sopra esposti, molto significativi per i tempi di oggi, un’opera dal titolo Stabat Mater, (In terra dolente), su testo di Jacopone da Todi, dove è forte la metafora della Madre di Cristo in croce con il dolore della madre terra in atto.

Se dovesse suggerire un tema a Hott cosa gli proporrebbe?
Mi piacerebbe proporgli, in rapporto alle esigenze di oggi, un oratorio, per voci recitanti , cantanti e orchestra, ispirato al bellissimo libro di Satprem “L’uomo dopo l’uomo”, oppure “La rivolta della terra” sempre dello stesso autore.

Quale è stata l’opera di sua creazione che più la soddisfatta? E per quale motivo.
In rapporto alle opere con Yannis Hott, Good Year, God (OperraMusical) e I Figli di Edipo ( Teatro – Danza, sebbene hanno carattere completamente diverso, li amo tutte due, perché c’è grande forza, innovazione e, profondità di pensiero per l’uomo contemporaneo che aspira ad un mondo migliore.

Mario Mattia Giorgetti

Ultima modifica il Martedì, 14 Aprile 2020 08:53
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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